Euro vs ‘Re dollaro’: pacchetto stimoli catalyst per valuta unica
Il pacchetto di stimoli da 750 miliardi di euro sostenuto dai bond della Commissione Europea per aiutare le economie colpite dai lockdown potrebbe facilitare una maggiore integrazione fiscale. La ritrovata forza dell’euro potrebbe esprimere tutto il suo potenziale in particolare sul dollaro, a causa delle prospettive economiche più deboli al di là dell’Atlantico come afferma Peter van der Welle, Strategist del team Global Macro Multi-Asset di Robeco.
Il fondo Next Generation EU e la ripresa dell’euro
Il 18 maggio, l’asse franco-tedesco ha mostrato nuovo vigore con la proposta di un fondo per la ripresa da 750 miliardi di euro e denominato ‘Next Generation EU’. L’annuncio di questo nuovo fondo per la ripresa sembra aver agito da catalizzatore per il recente apprezzamento dell’euro e ha coinciso con un punto di flessione del premio al rischio nel tasso di cambio EUR/USD. “A nostro avviso, come afferma Peter van der Welle, il premio di rischio dell’euro è andato in overshooting a fine marzo di circa il 10%, in base al differenziale dei tassi a 2 anni”.
L’analista di Robeco conferma l’opinione positiva sull’euro assumendo una posizione rialzista nei confronti del dollaro. “Se da un lato riteniamo che una riduzione del premio al rischio sosterrà l’euro rispetto alla maggior parte delle valute, dall’altro vediamo un potenziale di rialzo soprattutto nei confronti del dollaro”. Il tradizionale fattore trainante della forza del dollaro – ossia il differenziale dei tassi di interesse a breve tra il rendimento dei titoli di Stato a 2 anni in USA e in Germania – è notevolmente diminuito e l’attrattiva relativa del dollaro rispetto all’euro è diminuita.
Un’altra ragione che spiega la potenziale debolezza del dollaro è il bilancio del governo americano. In base alle ultime proiezioni, il deficit di bilancio degli Stati Uniti sarà significativamente maggiore di quello dell’Eurozona nei prossimi anni. Inoltre, l’altro grande squilibrio all’interno dell’economia statunitense, ossia il deficit commerciale, potrebbe portare a un’ulteriore debolezza del dollaro se gli investitori iniziassero a valutare il possibile impatto del deficit gemello.
Infine, il dollaro si indebolirebbe anche nel caso in cui un’ulteriore integrazione fiscale della zona euro comportasse la creazione dei cosiddetti Eurobond. Dato che queste obbligazioni rappresenterebbero l’intero blocco, esse avrebbero probabilmente un rendimento più alto dei titoli di Stato tedeschi, riducendo ulteriormente il divario di rendimento con gli Stati Uniti. Se saranno effettivamente emessi gli Eurobond, sarà possibile una diversificazione dei flussi di capitale verso attività a basso rischio, il che sosterrà il tasso di cambio EUR/USD.