Esplode febbre Snowflake: Ipo software più grande della storia vede titolo schizzare fino a +150%
L’Ipo software più grande della storia non ha tradito le aspettative. Tutt’altro. Il titolo Snowflake, approdato ieri a Wall Street al prezzo di collocamento di 120 dollari ad azione, ha più che raddoppiato il suo valore.
Sbarcato sul Nyse con il ticker SNOW, il gruppo – attivo nel settore del cloud database – sostenuto da Berkshire Hathaway di Warren Buffett e anche dalla new entry del Dow Jones Salesforce (CRM) ha fatto il suo debutto nelle contrattazioni del pomeriggio di ieri a Wall Street, schizzando subito da $120 a $245, fino a volare al di sopra della soglia di $300 ad azione, in rally del 150%.
L’azione ha poi rallentato nel finale, chiudendo con un guadagno comunque di tutto rispetto, pari a quasi +112%.
L’interesse degli investitori si era già manifestato prima dello sbarco ufficiale sul Nyse, visto che, qualche ora prima che il titolo entrasse nelle contrattazioni, erano circolati rumor, poi confermati, di come il prezzo di collocamento fosse stato fissato la sera prima a 120 dollari, per l’appunto: un valore superiore alle previsioni più ottimistiche formulate dalla società interessata, che aveva puntato su un target compreso tra 100 e 110 dollari, dopo aver aumentato essa stessa il prezzo di oltre un quarto all’inizio della settimana.
Snowflake ha venduto 28 milioni di azioni, raccogliendo con l’operazione di Ipo quasi $3,4 miliardi. Il debutto impressionante ha fatto certificatol’Ipo software più imponente della storia, il cui valore ha superato facilmente l’Ipo di VMWare, controllata da Dell, che nel 2007 raccolse quasi 1 miliardo.
Considerando il prezzo di chiusura del titolo, pari a $254, Snowflake è valutata $70 miliardi, fattore che assegna al gruppo fondato nel 2012 un valore di mercato superiore a società quotate sullo S&P 500 come Bank of New York Mellon (BK), Hershey (HSY) e Allstate (ALL), così come rispetto alle componenti del Dow Jones Walgreens (WBA) e Travelers (TRV), come fa notare il sito della Cnn.
I dati confermano tuttavia che quella di Snowflake non fa certo parte del club delle Ipo più grandi del mondo e/o della storia: stando a una ricerca di Renaissance Capital l’Ipo record della storia rimane quella dello scorso anno di Saudi Aramco, con cui il colosso petrolifero ha raccolto quasi $26 miliardi.
L’Ipo di Uber del 2019 ha consentito di raccogliere inoltre risorse per un valore superiore agli $8 miliardi, fattore che posiziona Uber al 25esimo posto della classifica delle Ipo più imponenti.
Snowflake fa parte di quelle start up note anche come “Unicorni”, il cui debutto a Wall Street è atteso prima della fine del 2020. La lista include anche i nomi di Airbnb, Palantir e DoorDash.
Quello di ieri, mercoledì 16 settembre 2020, non è stato tra l’altro solo il giorno dello sbarco di Snowflake. A fare il suo debutto è stato anche un altro gruppo attivo nello sviluppo di strumenti software, più piccolo: si tratta di JFrog, che ha visto schizzare il titolo, nel suo primo giorno di contrattazioni, di quasi +50%.
Snowflake è nota per fornire servizi di cloud che aiutano le grandi società, praticamente le blue chip, ad analizzare e condividere dati sul cloud. Nei documenti più recentemente depositati presso la Sec, il gruppo ha detto di contare più di 3.100 clienti, il doppio rispetto a quelli dello scorso anno. Tra questi, ci sono ben 146 aziende che fanno parte della classifica Fortune 500.
Il ceo di Snowflake Frank Slootman e altri dirigenti del gruppo sono tra i principali azionisti individuali della compagnia. Al capitale partecipano anche società di venture capital, come Altimeter Capital, ICONIQ Capital, Redpoint Ventures, Sequoia e Sutter Hill, che detengono tutte quote azionarie significative.
La scorsa settimana, a conferma dell’endorsement ricevuto da Salesforce e da Warren Buffett, Snowflake ha reso noto che entrambe le società avrebbero acquistato ciascuna le sue azioni per un valore di $250 milioni in un collocamento privato successivo all’operazione di Ipo.
La partnership con Snowflake potrebbe aiutare Salesforce a competere in modo ancora più efficare contro i servizi AWS di Amazon, Azure di Microsoft e Google cloud.
L’investimento di Warren Buffett spicca per il suo carattere eccezionale, visto che raramente l’oracolo di Omaha ha investito su start up del settore hi-tech. Berkshire tende a puntare più su titani del calibro di Apple, che ora è la partecipazione maggiore detenuta dall’investitore. Lo scorso anno, Berkshire ha investito anche su Amazon.
Snowflake può essere definita come una scommessa insolita per l’oracolo, anche perchè si tratta di una società che non ha fatto ancora utili (anche se le vendite sono in rapida crescita). Negli ultimi sei mesi, il fatturato è più che raddoppiato a $242 milioni. Ma la società ha sofferto una perdita netta di $171 milioni, lievemente inferiore a quella riportata nello stesso periodo dello scorso anno.