Notizie Notizie Italia Enel straccia la concorrenza sul Ftse Mib e catalizza i buy degli analisti

Enel straccia la concorrenza sul Ftse Mib e catalizza i buy degli analisti

1 Giugno 2020 16:09

Piazza Affari a maggio ha evidenziato una debolezza relativa rispetto alle maggiori Borse nonostante il deciso calo dello spread e i segnali di sostegno arrivati dall’UE con la fetta maggiore della torta del Recovery Fund che andrebbe proprio all’Italia.

Andando a guardare le performance dei singoli titoli del listino milanese non mancano le sorprese positive. In particolare, le ultime due settimane del mese di maggio hanno visto una straordinaria ascesa di Enel che ha mandato in archivio lo scorso mese con un balzo di oltre 10 punti percentuali grazie alla serie di rialzi consecutivi. Le ultime due settimane si sono chiuse con un filotto di rialzi, ossia ben 10 sedute positive consecutive.

Un filotto di rialzi che avvicina Enel a riportare in pareggio il saldo da inizio anno: nei primi 5 mesi è stato di -2,4% rispetto al -22% dell’indice Ftse Mib. Oggi Enel si è spinta sopra i 7 euro per la prima volta dal 9 marzo, con un balzo di oltre il 35% rispetto ai minimi del 12 marzo a 5,15 euro. 

La sovraperformance ha aumentato il vantaggio di Enel rispetto al resto delle big di Piazza Affari: con una capitalizzazione di oltre 70 miliardi di euro, vale quasi 2,5 volte Eni (29,5 mld). Enel vale oltre 4 volte Unicredit e più di 5 volte FCA.

Futuro sempre più green

Il 27 maggio la Commissione europea ha presentato la sua proposta Recovery Fund e il Green Deal fa parte del piano, con i dettagli sulle misure specifiche per stimolare la transizione energetica che arriveranno nei prossimi giorni e settimane. “Riteniamo che Enel possa assumere un ruolo di leadership nel processo e aumentiamo il nostro prezzo target a 7,8 (rispetto a 7,4), poiché ora includiamo la pipeline rinnovabile nella nostra somma delle parti”, rimarca Credit Suisse nel report dedicato a Enel che viene indicata come top pick.

La casa d’affari elvetica ritiene che Enel sia nella posizione migliore per guidare la transizione energetica in Europa, per tre motivi: la sua scala, essendo la principale utility europea sia in termini di capacità rinnovabile installata (43 GW a livello globale) sia per le aggiunte pianificate (14 GW nel 2020-22). Oggi l’Europa rappresenta solo il 30% di queste aggiunte e vediamo che questo rapporto può crescere nei piani futuri; in secondo luogo, la flessibilità della sua pipeline, con 20 GW di progetti disponibili da costruire nel 2020-22; terzo motivo è la solidità del bilancio e della liquidità (25 miliardi disponibili per 6 miliardi di scadenze nel periodo 2020-21).

Credit Suisse ritiene che nell’aggiornamento del piano aziendale di novembre il management aumenterà ulteriormente gli obiettivi di crescita rinnovabile e questo è il catalizzatore chiave di Enel nel contesto del Green Deal.

Tra gli analisti fioccano i Buy

In generale il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg indica una larga maggioranza di Buy, pari all’80%, con il 16,7% che è Hold e solo il 3,3% che dice Sell. Il prezzo obiettivo medio è di 7,58 euro, ossia il 9% sopra i livelli di chiusura di fine maggio. Nell’ultima settimana nella platea dei buy su Enel si è aggiunta Bank of America che ha portato il target price da 7,7 a 8 euro.

Guardando alle big di Piazza Affari, nessun altro titolo raccoglie così tanti consigli d’acquisto: Telecom Italia segna il 76% di Buy; poi c’è Ferrari con il 70,8%, Unicredit (60% di Buy), Fca (59,1%), Eni (50%), Intesa Sanpaolo (43,8%), Terna (38,1%), Generali (33,3%).

L’effetto Covid-19 non ha fermato Enel nel primo trimestre con solidi conti che hanno convinto gli analisti. L’utile netto di Enel è salito nei primi tre mesi dell’anno per Enel con un + 10,5% a 1.281 milioni di euro contro i 1.159 milioni di euro del primo trimestre 2019, mentre i ricavi calano del 12,2% a 19.985 milioni di euro contro i 22.755 milioni di euro nel primo trimestre 2019. Confermata la guidance 2020-22 ma nessun target specifico per il 2020 a causa delle numerose incertezze sugli effetti COVID, currency e one-offs.