E’ #CryptoCrash, altro che hedge contro l’inflazione. Bitcoin e TerraUSD continuano a capitolare
E’ #Cryptocrash, e l’hashtag è anche in tendenza su Twitter: cosa sta succedendo al Bitcoin, all’Ethereum e, in generale, all’universo crypto? Chi è stato sempre scettico nei confronti delle criptovalute potrebbe liquidare la domanda rispondendo che, finalmente, sul mercato si sta facendo un po’ di pulizia, dovuta tra l’altro da tanto tempo. L’Ethereum affonda di oltre -26%, XRP crolla di oltre -27%, il Bitcoin buca la soglia dei 27.000 dollari, livello di supporto, scivolando fino a $25.400, livelli del dicembre di due anni fa.
Il Tether capitola sotto la soglia di 1 dollaro, perdendo così la parità con il biglietto verde e scivolando fino ai minimi di 96 centesimi sulla piattaforma Coinbase.
C’è anche oggi il caso del crollo della stablecoin algoritmica che promette il 20% annuo, ovvero di TerraUSD, che negli ultimi giorni si è più volte discostata dalla parità, e che ieri è affondata fino a -54% a 0,417 dollari, trascinando al ribasso la crypto Luna, che fa parte del meccanismo di ancoraggio di TerraUSD. L’emorragia sui crypto asset continua, nonostante il post del CTO di Tether Paolo Ardoino, che su Twitter ha confermato che il Tether continua a onorare “i riscatti in dollari al valore di 1 dollaro”.
In via separata CoinDesk ha confermato che i riscatti sono andati avanti normalmente nelle contrattazioni europee, rassicurando chi è fuggito della stablecoin del fatto che “Tether non ha rifiutato e non rifiuterà la richiesta di riscatti a nessuno dei suoi clienti, come è sempre stato”.
Il portavoce della società ha spiegato anche che “sul Bitfinex il peg del Tether è superiore a 1$ mentre sul Kraken è lievemente inferiore a 1$, fattore che ha portato chi fa arbitraggio a fare acquisti sul Kraken per poi vendere sul Bitfinex e a incassare così profitti. lri market makers – ha continuato il portavoce – hanno acquistato l’USDt inferiore a un 1$ sul Kraken per riscattarlo direttamente a 1$, beneficiando anche in questo caso di un profitto. Ma tutto questo fa parte delle dinamiche pure di mercato e non ha assolutamente nulla a che fare con il valore di Tether, che continua a mantenere il suo peg”. Detto questo, i numeri parlano chiaro, confermando che tra le crypto più assediate dai sell c’è sicuramente LUNA che, stando ai dati storici, ha riportato il tonfo più forte degli ultimi mesi, su base settimanale, crollando del 99,7%. Soltanto nell’arco delle ultime 24 ore, LUNA è capitolata del 96%, portandosi a un valore inferiore ai 10 centesimi, rispetto ai 60 dollari di inizio settimana e al record di $120 testato alla metà di aprile.
Al momento, stando ai dati della piattaforma Coindesk, i prezzi del Tether affondano di oltre -21% a 1.911 dollari, mentre il Bitcoin recupera quota $27.000, riducendo le perdite a -12%. Solana crolla invece di oltre -35% a 43 dollari circa, Terra lascia sul terreno più del 20% a 40 cents.
Vale la pena di ricordare che Terra è una blockchain pubblica decentralizzata e open source costruita per supportare una suite di stablecoin algoritmiche con ancoraggio fiat. In primo luogo, questo include TerraUSD (‘UST’) , la stablecoin di punta della rete Terra e la principale stablecoin decentralizzata in DeFi per capitalizzazione di mercato (attualmente la decima maggiore crypto per market cap).
Crypto, altro che hedge contro inflazione
Altro che hedge contro l’inflazione: il trend delle criptovalute delle ultime ore conferma piuttosto la correlazione con l’azionario che, nel caso della borsa Usa, ha sofferto di nuovo un forte sell off nella sessione della vigilia, dopo la pubblicazione del dato relativo all’inflazione made in Usa che, sebbene in rallentamento rispetto al mese precedente, si è confermata, con una crescita su base annua pari a +8,3% più alta delle attese, e sempre vicina al record degli ultimi 40 anni.
Il crollo di Luna peggiora il sentiment, visto che la società Luna Foundation Guard, fondo lanciato dal creatore stesso di Terra Do Kwon, ha ammassato miliardi di dollari di investimenti nel Bitcoin, nell’intento di accedere al tesoretto per sostenere TerrUSD in tempi di crisi. Il timore, dunue, è che Luna Foundation Guard venda una grande quantità di quote detenute in Bitcoin per salvare le stablecoin: una scommessa pericolosa, fa notare un articolo pubblicato sulla CNBC, in quanto volatile è lo stesso Bitcoin.
Il sentiment sul mercato delle criptovalute rimane fragile mentre, secondo quanto riporta la CNBC, i sostenitori della stablecoin TerraUSD starebbero cercando di raccogliere 1,5 miliardi di dollari al fine di risollevarne i prezzi. Intanto Edul Patel, numero uno di Mudrex, piattaforma di investimenti in crypto, ha fatto notare sempre alla Cnbc che “il ribasso della stablecoin UST ha avuto un grande impatto sul mercato crypto e che il Bitcoin potrebbe avere ulteriori margini di ribasso, diversamente dai crash del passato, da cui recuperava velocemente“.