Notizie Notizie Italia Draghi dispensa consigli su risorse Recovery Fund e avverte: ‘nessuna ripresa a V, questa è una lunga recessione’

Draghi dispensa consigli su risorse Recovery Fund e avverte: ‘nessuna ripresa a V, questa è una lunga recessione’

15 Dicembre 2020 12:00

Che l’Italia e tutte le altre economie europee che si apprestano a ricevere le risorse del Next Generation EU scelgano bene i progetti su cui puntare, perchè in gioco “è il futuro dei Paesi in questione” e il Recovery Fund “è un’opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato”. D’altronde, quella che stiamo vivendo non è una recessione a V, ma una “lunga recessione”. Si faccia qualcosa, inoltre, per il capitale delle banche, che l’aumento dei crediti deteriorati eroderà, con il rischio che ci sia un credit crunch. Che la soluzione sia rappresentata dalle bad bank o dagli aumenti di capitale o da altri interventi, qualcosa per il settore bancario va fatto. L’ex numero uno della Bce Mario Draghi, sempre sotto i riflettori suo malgrado, in quanto dato come possibile prossimo presidente del Consiglio o presidente della Repubblica, dice la sua su diverse questioni che attanagliano l’Italia e il mondo in tempi di pandemia Covid, puntando al contempo il dito sulla grande opportunità che l’Europa ha con il Recovery Fund o, anche, Next Generation EU.

Questo, mentre la platea degli italiani, politici e non, che lo vogliono seduto allo scranno più alto di Palazzo Chigi si fa sempre più nutrita.

Ieri un appello è arrivato dal leader di Azione, Carlo Calenda:

“Se io scendo o no in campo non gliene frega niente a nessuno, ma io sosterrei un governo” guidato da una personalità come “Mario Draghi” insieme a figure di amministratori “come Zaia e Bonaccini”, ha detto, in un’intervista rilasciata a L’Aria che tira su La7.

Per Calenda l’alternativa (a questo esecutivo) è costruire un governo di persone che abbiano grande esperienza amministrativa, parlo di amministratori tipo Bonaccini e Zaia e condotto da un premier”, come Mario Draghi, “che abbia la capacità di impostare un recovery plan” perchè “gli attuali ministri sono ottime persone, non ne discuto le capacità, ma nessuno di loro ha significative esperienze amministrative, in questo momento per rimettere in piedi il Paese ci vogliono amministratori”.

Di politica Draghi non parla. Ma dal suo colloquio con il Corriere della Sera emergono tutti i tratti della grande esperienza amministrativa che lo ha fatto diventare Mr WhatEverItTakes quando era numero uno della Bce.

L’ex numero uno della Bce, ma anche ex numero uno di Bankitalia, dispensa consigli a chi dovrà amministrare le risorse del Recovery Fund.

In realtà molti vogliono che sia lui a gestirle. E’ quanto è emerso dal recente sondaggio Tecnè per l’agenzia Dire. Alla domanda “secondo lei, chi deve guidare la cabina di regia che gestirà i 209 miliardi di euro che arriveranno dall’Europa: il capo del Governo Conte o una figura terza come Draghi?”, il 55,6% ha risposto, di fatto, che sceglierebbe proprio l’ex presidente della Bce, a fronte del 28,9% pro-Conte e il 15,5% degli incerti.

I CONSIGLI DI DRAGHI AL GOVERNO

Tornando alle parole di Mario Draghi, che si è trasformato in una sorta di ‘Verbo’ per l’Italia, nel colloquio con il giornalista Federico Fubini, il banchiere ed economista ha affrontato diverse questioni, in primis come scegliere i progetti che saranno finanziati dal Recovery Fund.

A suo avviso, se siano “nuovi o vecchi non è importante, ciò che conta è che il loro valore sociale sia dimostrabile“.

Non manca un monito più o meno velato all’Italia. Davanti alla scelta di un determinato progetto, bisogna vedere se “supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell’istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e clientelismo“.

E’ bene ricordare inoltre l’impatto che la stessa scelta di un progetto può avere sui debiti pubblici dei paesi interessati, in quanto “la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation EU”.

Di conseguenza, se le risorse del Next Generation EU saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”.

Sulla gravità della crisi, Draghi non fa sconti, sottolineando di non credere assolutamente in una ripresa a V post recessione provocata dalla pandemia Covid, inizialmente ipotizzata da alcuni economisti:

“All’inizio qualcuno diceva che questa sarebbe stata una recessione a forma di V. Non lo è, questa è una lunga recessione. Se dunque i progetti pubblici saranno disegnati bene, saranno di grande aiuto. Se non lo sono, non contribuiranno alla crescita”.

Attenzione, inoltre, anche alle banche:

Tutti vogliamo banche che continuino a sostenere l’economia e il settore privato ma, se il loro capitale viene assorbito dai crediti deteriorati , quel sostegno mancherà”. E tra le poche cose certe è che i crediti deteriorati-NPL, con questa crisi scatenata dal coronavirus, aumenteranno: “A un certo momento qualcosa andrà fatto per il capitale delle banche. Che siano bad bank che acquisiscano i crediti deteriorati, aumenti di capitale oppure altri interventi, sono sicuro che ci si dovrà occupare di questa questione”.

RECOVERY FUND, PARLA ANCHE CONTE

Focus sulla crisi di governo, alimentata dalla proposta di una cabina di regia task force da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In un’ intervista a La Stampa pubblicata oggi, Conte ha confermato che “sono in corso in queste ore confronti con le singole forze politiche, poi sicuramente potremmo avere anche un confronto collettivo”.

Il premier ha precisato che “ci sono state chiare note critiche da parte di una forza politica, in particolare Italia Viva (di Matteo Renzi) ed è giusto che ci sia questo confronto. Ma i cittadini devono stare tranquilli: non vogliamo, o almeno io non voglio disperdere energie rispetto all’azione di governo che in questo momento di emergenza è ovviamente ancora più intensa”.

Ancora Conte:

“Io non le dico né che il governo non corre rischi né che sono disponibile a un rimpasto. Le dico invece che completeremo questo confronto con le forze politiche alla luce del sole, in piena trasparenza e chiarezza nei confronti dei cittadini. Abbiamo una logica diversa rispetto al passato: non abbiamo nulla da nascondere. Ci sono stati posti dei problemi politici: li affronteremo, per fare in modo che il governo vada avanti“. Detto questo, “possiamo andare avanti solo se c’è fiducia e siamo uniti tra noi”.

Intervenendo oggi all‘assemblea della Coldiretti, Conte ha parlato inoltre del Pnrr, ovvero del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia per il Recovery Fund, sottolineando che si tratterà di “un piano nazionale” e che non c’è assolutamente, da parte del governo, “una concezione padronale, non riteniamo che le risorse siano nostre e siano gestite con arbitrarietà da parte del governo o di un singolo ministro. Sono le risorse della comunità nazionale e resterà tale anche in fase di attuazione e monitoraggio”.