Crediti deteriorati, nel 2021 in Italia vendite per 33 miliardi di euro
Nel 2022 si prevedono circa 47 miliardi di euro di nuove dismissioni Npe (35 miliardi di euro di Npl e 12 miliardi di euro di Utp) e altrettante nel 2023 (37 miliardi di Npl e 10 miliardi di Utp) per un totale di 94 miliardi di euro di vendite nel biennio.
Così emerge del Market Watch Npl diffuso da Banca Ifis secondo cui la novità è che, per la prima volta in Italia, gli Utp iscritti a bilancio delle banche superano lo stock Npl: a fine 2021 si stimano 45 miliardi di euro di Utp verso 39 miliardi di euro di crediti deteriorati. Il sorpasso è confermato anche per i prossimi anni. Nel 2021 sul mercato italiano sono state effettuate transazioni di crediti non performing per complessivi 33 miliardi di euro. Di questi, 3,7 miliardi di euro sono stati acquisiti da Banca Ifis che si posiziona al primo posto come “top buyer”. La Banca conferma così la sua leadership nel settore Npl unsecured retail con una market share pari al 46% su poco più di 7 miliardi di euro di crediti ceduti sul mercato in questa asset class.
Il report di Banca Ifis evidenzia come dal 2016 a oggi le Gacs hanno sostenuto il mercato delle transazioni
Npl per 96 miliardi di euro pari al 36% del totale vendite Npl. Nel 2021 le operazioni Gacs sono state 7 per 11 miliardi di euro di GBV. Rispetto agli anni precedenti, nel 2021 si registra un prezzo medio in calo per la più bassa incidenza dei crediti secured. I servicer impegnati nelle operazioni finalizzate fino al 2021 sono stati otto. Il trend mensile degli incassi delle cartolarizzazioni Gacs mostra una dinamica di recupero mediamente più bassa rispetto al periodo pre-Covid.
Focus sulla Giustizia e mercato immobiliare
Il report infine precisa come in Italia, nel 2021, sono state realizzate circa 700 mila compravendite immobiliari: un vero e proprio record grazie alla grande liquidità delle famiglie e delle imprese che si è sommata agli incentivi fiscali. Si stima che anche nel 2022 la crescita continuerà a essere sostenuta.
Il 2021 si è chiuso con 126.000 immobili in asta per un valore complessivo di 18,7 miliardi di euro. Sebbene l’operatività mostri segni di ripresa (+8,1% le unità immobiliari oggetto d’asta nel 2021) resta significativo il numero delle procedure posticipate per il blocco delle esecuzioni nel primo semestre 2021, pari a circa 77 mila aste, con un mancato recupero stimabile in circa 11 miliardi di euro.
Positivi gli effetti generati dall’avvio del processo telematico e della riforma del 2015, con la riduzione di circa due anni, tra il 2018 e il 2020, del tempo medio di chiusura delle aste che nel 2021 scontano ancora 6,1 anni di vita media.