Credit Suisse: travolto dallo scandalo Covid, si dimette il presidente Horta-Osorio
La violazione delle regole anti-Covid non perdona, che si tratti di un’icona dello sport, come il campione di tennis Novak Djokovic o di una star del mondo della finanza, come il presidente (ex, ormai) di Credit Suisse, Antonio Horta-Osorio. Quest’ultimo è stato costretto alle dimissioni a seguito di un’indagine interna lanciata dalla banca sulle violazioni delle regole per la gestione del virus.
Ci mancava soltanto questa, lamentano i dipendenti del colosso bancario svizzero, la cui reputazione era stata già intaccata dagli scandali dell’ hedge fund Archegos e di Greensill Bank. Quest’ultimo caso aveva messo in allerta la stessa Bce, che aveva chiesto alle banche dell’area euro di controllare se fossero esposte, e in quale misura, al business maledetto di Greensill e del suo cliente GFG Alliance.
Tutto questo era avvenuto dopo la già penosa uscita di scena del ceo Tidjane Thiam a seguito di uno scandalo precedente, esploso nel settembre del 2019, che aveva visto protagonisti casi di spionaggio e di pedinamenti a danno dell’ex capo della gestione patrimoniale Iqbal Khan e di quello del personale Peter Goerke Thiam aveva rimarcato diverse volta l’estraneità alle vicende, ripetendo di non essere a conoscenza “del pedinamento di due ex colleghi”. Il caso si era tinto anche di giallo, visto che un detective privato a cui la banca aveva affidato il compito di sorveglianza si era tolto la vita.
Credit Suisse è finita poi nel mirino a fine 2021, stavolta a causa del comportamento del suo presidente.
Nuovo presidente sarà con effetto immediato l’esponente del cda della banca, Axel Lehmann.
L’ennesimo scandalo è scoppiato nel dicembre del 2021, quando Reuters ha riportato in un articolo che un’indagine preliminare interna di Credit Suisse aveva rilevato come Horta-Osorio (tra l’altro ex numero uno di Lloyd’s) si fossse recato alle finali di tennis di Wimbledon lo scorso luglio senza rispettare le regole imposte dal Regno Unito sulla quarantena.
Finali vinte, ironia della sorte, da Novak Djokovic, appena espulso dal governo australiano, con tanto di annuncio del premier Scott Morrison: “La Corte federale australiana ha deciso all’unanimità di respingere la domanda di revisione giudiziaria del signor Novak Djokovic che mirava a contestare la decisione del ministro dell’Immigrazione di annullare il suo visto. Questa decisione di annullamento è stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto ciò era nell’interesse pubblico. Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani”.
In particolare, riporta il Guardian, Horta-Osorio ha presenziato al torneo di Wimbledon gli scorsi 10 e 11 luglio del 2021, dopo un volo dalla Svizzera al Regno Unito. In quei mesi, gli UK avevano stabilito che chiunque arrivasse dalla Svizzera (e anche da altri paesi) avrebbe dovuto essere sottoposto a un periodo di quarantena di 10 giorni. Horta-Osorio snobbò la disposizione, godendosi le finali che consacrarono poi proprio Novak Djokovic campione del mondo di tennis.
A novembre, così si apprese a fine anno, non rispettò le regole neanche le regole imposte dalla Svizzera per la gestione del Covid, lasciando il paese durante un periodo di quarantena di 10 giorni che, invece, avrebbe dovuto osservare: in quest’ultimo caso, fu la stessa Credit Suisse a dare notizia dell’accaduto.
“Sono dispiaciuto del fatto che alcuni miei comportamenti abbiano messo in difficoltà la banca e compromesso la mia capacità di rappresentare la banca sia internamente che all’esterno – ha annunciato Horta-Osorio in un comunicato stampa diramato da Credit Suisse nella giornata di oggi – Di conseguenza, ritengo che le mie dimissioni siano nell’interesse della banca e dei suoi azionisti in questo momento cruciale”.
Proprio di Horta-Osorio si era parlato qualche giorno fa in merito alla sua presunta strategia di dare in sposa, o addirittura vendere Credit Suisse a una grande banca italiana: erano stati fatti i nomi di Intesa SanPaolo e UniCredit.
Nel commentare la notizia delle dimissioni del manager, Justin Tang, responsabile della divisione asiatica presso la società di investimenti United First Partners di Singapore, si è così espresso:
“L’ironia è che Horta era stato assunto per risolvere il danno reputazionale sofferto da Credit Suisse e per rinnovare la cultura del rischio della banca”.
Il neo presidente Axel Lehmann ha trascorso più di 10 anni nella banca rivale UBS, a capo della divisione personal and corporate banking, dopo aver servito per quasi 20 anni la compagnia assicurativa Zurich Insurance Group.
Da segnalare che, reduce da un anno disastroso, Credit Suisse ha riportato nel terzo trimestre del 2021 un utile in calo del 21%, lanciando un alert sul rischio di incorrere in una perdita di bilancio nell’ultimo trimestre del 2021.
La sua rivale Ubs, invece, ha concluso il terzo trimestre del 2021 riportando gli utili trimestrali più alti in sei anni. Nell’ultimo anno, il titolo Credit Suisse ha ceduto il 23% del suo valore, a fronte del boom del 33% di Ubs che ha portato le quotazioni del colosso bancario svizzero al record degli ultimi quattro anni.