CreVal: Credit Agricole Italia cede a pressioni hedge fund e alza prezzo Opa
I francesi di Credit Agricole alla fine cedono alle pressioni arrivate soprattutto dagli azionisti hedge fund di Creval, alzando il prezzo dell’Opa in corso da 10,50 a 12,20 euro per azione, che saliranno a 12,50 euro nel caso in cui le adesioni all’offerta dovessero confermarsi superiori al 90%.
Per Andrea Lisi di Equita SIM, a questo punto l’offerta è estremamente attraente.
L’annuncio della Banque Verte è arrivato nella serata di ieri, con una nota che ha comunicato il ritocco al rialzo del prezzo dell’Opa: Opa tra l’altro in corso, partita alla fine di marzo, che si concluderà il prossimo 21 aprile.
Lisi riporta nella nota odierna che “con una mossa particolarmente market-friendly, Credit Agricole Italia ha annunciato di aver incrementato il prezzo d’offerta del 16% da 10,50 per azione a 12,20 per azione, che diventerà 12,5 per azione qualora al termine del periodo d’offerta venga superata la soglia di adesioni del 90%. Dopo la revisione dei termini da parte di Credit Agricole Italia – precisa Lisi – riteniamo l’offerta estremamente attraente, in quanto”
- Il prezzo d’offerta, pagato interamente per cassa, riconosce un premio del 79% rispetto al prezzo medio di CVAL nei 6 mesi precedenti l’annuncio dell’OPA (83% in caso di adesioni > 90%), ovvero il premio più alto in operazioni di M&A tra banche in Italia negli ultimi 20 anni.
- L’offerta valuta Creval ad un P/TE di 0,47 volte, 20% superiore rispetto a quello dei peers più diretti (Bper, Popolare di Sondrio, Banco BPM) nei cui confronti CVAL ha trattato a sconto del 20% nei due anni antecedenti il lancio dell’offerta di CAI (Credit Agricole Italia)
- L’offerta valuta CVAL ad un 2021-22E P/E pari a 18,4x-12,4x, ben superiore rispetto ai best-in-class del settore, come Intesa SanPaolo (2021/22E P/E = 11.8x/9.4x) e Credito Emiliano (2021/22E PE = 10.7x/9.5x).
- L’offerta di CAI riconosce il 100% dell’eccesso di capitale di CVAL al netto dei costi di ristrutturazione, rappresentando l’unica possibilità per gli azionisti Creval di vedersi riconosciuto un buffer di capitale altrimenti difficilmente distribuibile su base standalone
- L’offerta permette agli azionisti di vedersi riconosciuto immediatamente il valore delle DTA fuori bilancio, che in assenza di M&A sarebbe dipendente dalla capacità (incerta) di generazione di utili di CVAL.
Sulla base di queste riflessioni, Andrea Lisi di Equita SIM conclude che “considerando nuovi termini dell’offerta che riteniamo particolarmente attraenti e un rischio di downside sul titolo superiore al 30% qualora l’offerta non dovesse avere successo, suggeriamo di aderire all’OPA e consegnare le azioni. Di conseguenza allineiamo il nostro target price al prezzo d’offerta di 12,20 per azione”.
In borsa e dopo l’annuncio, il titolo CreVal viaggia attorno al valore del nuovo prezzo dell’Opa, sui 12,40 euro, in rialzo di oltre mezzo punto percentuale. L’Opa era diventata un caso, rinfocolando vecchie e intramontabili tensioni tra l’Italia e la Francia, e traducendosi nella creazione di un vero e proprio muro anti-Opa francese.
Le scintille tra CreVal e Credit Agricole, aventi per oggetto il prezzo dell’Opa, si erano intensificate nelle ultime settimane, con tanto di botta e risposta, dopo che il cda di Credito Valtellinese aveva dato ragione praticamente all’armata dei fondi speculativi azionisti, definendo il prezzo non congruo.
“Il Consiglio di amministrazione di CreVal, dopo attenta valutazione del documento di offerta e della documentazione disponibile, ritiene che il corrispettivo pari ad euro 10,500 per azione CreVal (cum dividendo) non sia congruo per gli azionisti di CreVal”, recitava il comunicato.
A sottolineare come il prezzo non fosse quello giusto era stato in prima persona l’amministratore delegato di CreVal, Luigi Lovaglio, nella conferenza stampa successiva alla pubblicazione della nota: “Creval è un gioiellino – aveva detto Lovaglio, riferendosi alla possibilità o meno di un rilancio del prezzo da parte di Credit Agricole – e credo che chi sa di banca capisca quale sia il valore intrinseco di questa banca. E quindi, siccome realtà come la nostra sono uniche, se fossi io farei di tutto per cercare di combinare l’operazione”.
Il 30 marzo era partita l’Opa, e fin dai primi giorni le adesioni all’offerta si erano confermate piuttosto risicate.
Tra i fondi, l’hedge fund Petrus era tornato ad agitare la questione del prezzo, chiedendo 12,95 per azione. Il comunicato del cda di CreVal aveva riportato tra l’altro l’opinione degli advisor finanziari:
“La fairness opinion degli advisor finanziari del Credito Valtellinese identifica un prezzo minimo di valorizzazione di 12,95 euro rispetto ai 10,5 euro per azione offerti dal Credit Agricole nell’ambito dell’Opa. Nel dettaglio la forchetta di valore di valorizzazione delle azioni espressa da Bofa Securities e Mediobanca va da un minimo di 12,95 euro a un massimo di 22,7 euro, a seconda delle tipologie delle diverse metodologie prese in considerazione”.
Le adesioni all’Opa avevano alzato la testa nella giornata dell’altro ieri, probabilmente in scia alla sensazione che i francesi stessero preparando il ritocco al rialzo. Le azioni apportate in data 13 aprile sono state di fatto pari a 10,6 milioni a fronte delle 10mila circa apportate nei giorni precedenti: i titoli apportati complessivi risultavano così pari al 15,59% del totale oggetto dell’offerta pubblica d’acquisto.