Consob, Savona chiama alla riscossa risparmiatori italiani proponendo BTP di guerra e azionariato popolare
Macché cicale, gli italiani sono un popolo di formiche che hanno spesso lavorato anche per sostenere le economie estere. I mercati? Spesso i titoli finiscono per essere “termometri di che misurano la temperatura di corpi istituzionali”, che sono cosa ben diversa dai corpi “produttivi”. L’Italia in quanto problema finanziario? Niente affatto, l’Italia non è un problema ma una risorsa. Nell’incontro con il mercato finanziario il presidente della Consob Paolo Savona ha fatto il punto della situazione sull’Italia, sul risparmio italiano, su come canalizzarlo nel modo migliore, sui mercati, su come affrontare lo shock provocato dalla pandemia da coronavirus. Oltre a fare riflessioni diverse a seconda dei casi, Savona ha anche fatto due proposte: puntare sui BTP irredimibili, come durante le fasi belliche, (dunque sui BTP di guerra) oppure scegliere la strada dell'”azionariato popolare, come richiesto dalla Costituzione”.
Il risparmio deve infatti trovare la sua strada, per liberare risorse che creino capitale. Anche perchè, “la solidità e resilienza del risparmio italiano è tuttavia condizione necessaria, ma non sufficiente affinché affluiscano risorse verso il capitale produttivo, che resta la migliore condizione per un’efficace tutela”.
Paolo Savona ha descritto gli effetti dello shock coronavirus COVID-19 sull’economia italiana. C’è da dire che il quadro non è drammatico, contrariamente a quello propinato da altre istituzioni:
“Nella prima parte del 2020, nonostante la gravità della pandemia Covid‐19 e i timori degli effetti sull’economia, il risparmio ha reagito positivamente, ricomponendo gli investimenti a favore della moneta in linea con le ben note reazioni degli investitori alle incertezze. Le manifestazioni più gravi si sono avute nelle borse valori, che sono state fronteggiate da efficaci politiche di sostegno monetario e fiscale; tuttavia, tali interventi hanno ulteriormente accresciuto la dipendenza dei mercati finanziari dalla politica monetaria, allentando le relazioni tra i prezzi che in essi si formano e gli andamenti reali. La perdita di valore delle azioni quotate nella borsa italiana è stata in linea con quella registrata dalle borse estere, anzi è stata leggermente inferiore a quella delle borse europee”.
In questo contesto, ha aggiunto Savona, “la tendenza è verso il recupero delle quotazioni vigenti prima dello scoppio della crisi sanitaria. Anche i Fondi comuni di investimento italiani hanno reagito molto meglio di quelli del resto del mondo, dove sono stati registrati casi di mancato rimborso dei riscatti delle quote”.
Il numero uno della Consob ha ricordato che “il risparmio italiano ha mostrato storicamente una forte resilienza agli shock, collegandosi alle esportazioni e dando vita a un centro rilevante di sua formazione nel saldo attivo di parte corrente della bilancia con l’estero”. La domanda rimane però su come sfruttare questo asset di cui l’Italia è dotata.
Di qui, la doppia proposta BTP irredimibili-azionariato popolare. In tal senso, non è mancato anche un avvertimento alla politica.
Savona ha auspicato infatti “che la politica economica prenda in considerazione tra i suoi obiettivi la leva finanziaria, nella sua duplice configurazione, per le imprese, del rapporto tra capitale di rischio e indebitamento e, per il settore pubblico, delle forme di indebitamento per coprire lo squilibrio tra entrate e spese correnti”. Questo significa che, “se gli interventi decisi per fronteggiare la crisi produttiva si concentreranno in prevalenza sulla concessione di garanzie e di incentivi all’indebitamento delle imprese, si avrà un peggioramento della loro leva finanziaria, che renderà ancora più difficile e più lenta la ripresa dell’attività produttiva”.
Non è mancato inoltre neanche un attenti al debito pubblico: “Se a queste spese e a quelle necessarie per assistere le famiglie in difficoltà si provvederà con prestiti obbligazionari pubblici e crediti ottenibili dall’UE, tutti da rimborsare, il rapporto debito pubblico/PIL, già elevato, si innalzerà ulteriormente. Se, come presumibile, il mercato non terrà conto della capienza del nostro risparmio ad accoglierlo e della solidità delle nostre esportazioni a generarlo; e se il rimborso del debito pubblico è messo in dubbio dalle stesse istituzioni sovranazionali, la ripresa produttiva e la rete del benessere sociale ne patirà ulteriormente”.
COME CANALIZZARE IL RISPARMIO NEL MODO MIGLIORE?
Come finanziare dunque la fase di ripresa? Per il numero uno della Consob, “è auspicabile che si agisca in due direzioni: a) emettere obbligazioni pubbliche irredimibili (consols), strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la vicenda sanitaria è stata sovente paragonata. Esse potrebbero riconoscere un tasso dell’interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell’inflazione del 2% che la BCE si è impegnata a non superare nel medio termine; b) agevolare la formazione di capitale di rischio in sostituzione dell’indebitamento. Un’azione collettiva dunque da parte dei cittadini risparmiatori italiani che, con i BTP irredimibili, avrebbero l’occasione di sottoscrivere nuovi strumenti finanziari. “La sottoscrizione di obbligazioni irredimibili sarebbe ovviamente volontaria e l’offerta quantitativamente aperta”. A tal proposito, Savona ha spiegato che “in altri paesi le emissioni di consols sono state seriamente discusse e forme simili attuate, ma nessun esperimento pratico di questo tipo è stato tentato”. Ma i cittadini italiani potrebbero avere un interesse in più a sottoscrivere in questo modo il debito italiano. Di fatto, se “non sottoscrivessero questi titoli, (gli italiani) concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale”. “Emettere titoli irredimibili – ha continuato Savona – sarebbe quindi una scelta dai contenuti democratici più significativi perchè se sottoscritti, limiterebbero i rischi per il futuro del Paese e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future, quelle già in formazione e quelle che verranno”.
Sempre i risparmiatori italiani potrebbero essere poi chiamati a dare un sostegno all’industria italiana, contribuendo alla formazione di capitale di rischio:
“Le PMI, soprattutto esportatrici, potrebbero essere oggetto di un esperimento di stimolo del capitale di rischio con funzioni alternative all’indebitamento”. Permettendo al capitale di rischio di beneficiare della garanzia statale, “entro limiti e condizioni predeterminati”, lo Stato potrebbe evitare di statalizzare l’economia e di entrare troppo nei capitali, consentendo contestualmente “ai piccoli risparmiatori di godere di garanzie capaci di azzerare il rischio delle proprie scelte per un periodo predeterminato”.
Sempre i risparmiatori italiani “beneficerebbero dei vantaggi di una ripresa produttiva da parte delle imprese alle quali affidano i propri risparmi nel caso in cui gli investimenti avessero successo. Lo Stato spenderebbe certamente meno di quanto non faccia erogando sussidi a fondo perduto, compresi quelli destinati a imprese che non hanno possibilità di sopravvivenza; responsabilizzerebbe inoltre gli imprenditori a ben usare il risparmio ottenuto, limitando l’azzardo morale”.
La forma di azionariato popolare “consentirebbe anche di ancorare nuovamente la finanza all’attività reale, in linea con l’obiettivo da perseguire con la nuova architettura istituzionale”.
Savona ha promosso inoltre l’uso degli algoritmi in Borsa: “Solo l’ignoranza dello strumento induce a ritenere che, con gli algoritmi, le decisioni possono sfuggire meccanicamente di mano e, con essi, si possa speculare in borsa e non stabilizzare le quotazioni con decisioni oggettive che prescindono da valutazioni personali. L’uso di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, l’uso di linguaggi sempre più potenti, come quelli della fisica quantistica, e di computer adeguati, impongono una modifica epocale ai livelli di professionalità necessari. Invece, stiamo ancora discutendo sulla opportunità o meno di usare l’intelligenza artificiale, mentre una parte crescente degli operatori politici ed economici, pubblici e privati, nel mondo già fanno ricorso alle nuove tecniche”.
Tornando alla proposta dei BTP irridemobili o anche BTP di guerra, c’è da dire che Paolo Savona non è stato certo il primo a parlarne. Di bond perpetui avevano parlato nei mesi scorsi anche personalità del mondo politico ed economico in Italia, come strumento per stanare i risparmi monstre sui conti correnti.
Anche perché gli italiani non sono certo privi di ricchezze, e anche di vario tipo: cifre alla mano, il numero uno della Consob ha detto che “a fine 2019 le famiglie italiane disponevano di una ricchezza immobiliare, monetaria e finanziaria, al netto dell’indebitamento, pari a 8,1 volte il loro reddito disponibile, di cui 3,7 volte in forma di attività finanziarie, per un ammontare di 4.445 miliardi di euro”. Praticamente, con la chiamata all’emissione di BTP irredimibili e quella relativa al risparmio popolare, quella di Savona, anche se in modo implicito, è stata una chiamata al patriottismo italiano:
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