Consiglio europeo, Draghi alla Camera: economia in forte miglioramento ma occhio ai rischi varianti, inflazione, debito’
“Tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti”, ma tenere d’occhio anche il rischio dell’inflazione, monitorando soprattutto “il rischio di una divergenza tra l’economia della zona euro e quella statunitense, e le implicazioni che questa avrebbe per la politica monetaria europea e della Federal Reserve”. E ancora, ricordare che “un ulteriore rischio è legato al debito”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, nelle Comunicazioni alla Camera dei Deputati, in vista della discussione nel Consiglio Europeo di questa settimana.
Draghi ha parlato all’indomani della pietra miliare che l’Italia ha raggiunto: l’approvazione, da parte della Commissione Ue, del Pnrr italiano, che permetterà all’Italia di ricevere 24,9 miliardi di euro entro luglio, e in totale 191,5 miliardi entro il 2026. Di questi, 68,9 sono sovvenzioni e 122,6 sono prestiti.
Così ieri la presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen in conferenza stampa con il presidente del Consiglio Mario Draghi a Cinecittà, nel consegnargli l’approvazione del Pnrr:
“La nostra approvazione oggi è fondamento per i 191,5 miliardi” del Recovery plan dell’Italia.c Una volta approvato dal Consiglio nelle prossime quattro settimane, saremo pronti a erogare i primi fondi. E’ l’inizio di un’attuazione che sarà dura, dovremo lavorare in modo duro e la commissione sarà accanto a voi passo passo. Un’Italia più forte rende l’Europa più forte”.
Dal canto suo Draghi ha detto che, se la realizzazione del Pnrr “va in porto, sono certo che alcune parti dello sforzo fatto dai Paesi Ue e dalla commissione rimarrà strutturale. E’ una grande responsabilità che abbiamo“.
Draghi alla Camera presenta temi Consiglio Ue
Oggi, Draghi è tornato a parlare del Pnrr, facendo un riassunto dei progressi compiuti dall’Italia ma anche delle sfide che permangono. Il presidente del Consiglio ha illustrato i principali temi che saranno in agenda del Consiglio europeo dei prossimi 24 e 25 giugno.
“Questi includono la ripresa economica; la pandemia da Covid-19 e i vaccini; le migrazioni; temi di politica estera, come i rapporti con Turchia e Russia e le crisi in Etiopia e nel Sahel“.
Riguardo all’economia, Draghi ha confermato che “la situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento“, riprendendo le “proiezioni della Commissione europea” secondo cui, “nel 2021 e nel 2022 l’Italia crescerà rispettivamente del 4,2% e del 4,4%, come il resto dell’Ue”.
Il quadro potrebbe diventare anche più roseo, visto che “molti degli indicatori che abbiamo a disposizione indicano che la ripresa sarà probabilmente ancora più sostenuta”.
In particolare, “gli ultimi dati sulla fiducia di imprese e consumatori, riferiti al mese di maggio, sono in marcato aumento” e “il dato per le imprese, in particolare, è in forte accelerazione rispetto alla tendenza positiva degli ultimi mesi, ed è il dato più alto dal febbraio 2018. Anche il commercio estero è ripartito. Nel mese di aprile, le esportazioni sono cresciute notevolmente non solo rispetto all’anno scorso – quando il loro livello era stato eccezionalmente basso – ma anche rispetto a due anni fa, segnando un +7,4%. Sempre ad aprile, l’indice della produzione industriale è aumentato dell’1,8% rispetto a marzo”.
“La fiducia, insomma, sta tornando – ha continuato Draghi- Il nostro obiettivo è superare in maniera duratura e sostenibile quei tassi di crescita anemici che l’Italia registrava prima della pandemia. Per fare ciò è fondamentale mantenere a livello europeo una politica di bilancio espansiva nei prossimi mesi. Raggiungere tassi di crescita notevolmente più alti di quelli degli ultimi decenni ci permetterà anche di ridurre il rapporto tra debito e prodotto interno lordo, che è aumentato di molto durante la pandemia. Come per altro in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea. E ci consentirà di creare nuovi tipi di lavoro e posti di lavoro, fondamentali per affrontare le transizioni, quella digitale e quella ambientale”.
Draghi avverte su rischi varianti, inflazione, debito
Mario Draghi ha però elencato anche i rischi che aleggiano su “questo quadro economico positivo”.
“Il primo è proprio la situazione epidemiologica (..) Sebbene in forte miglioramento, questa deve essere osservata e monitorata con attenzione. In particolare, dobbiamo tenere sotto controllo l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti. Il secondo potenziale pericolo è l’inflazione, che nell’area euro ha raggiunto il 2% a maggio dopo l’1,6% ad aprile. C’è largo consenso che, a oggi, questo aumento sia temporaneo perché legato a un recupero della domanda, a strozzature dell’offerta e a effetti contabili”. Di fatto, “l’inflazione cosiddetta ‘core’, che esclude le componenti più variabili come l’energia, e cioè quella a cui si guarda per capire se un aumento dell’inflazione è duraturo oppure temporaneo, rimane molto bassa nella zona euro, anche se è in crescita negli Stati Uniti”.
Ma “dobbiamo mantenere alta l’attenzione affinché le aspettative di inflazione restino ancorate al target di medio termine” e “dobbiamo soprattutto monitorare il rischio di una divergenza tra l’economia della zona euro e quella statunitense, e le implicazioni che questa avrebbe per la politica monetaria europea (dunque quella della Bce e della Federal Reserve”.
“Un ulteriore rischio è legato al debito. Nel corso del 2020, il rapporto debito-Pil nell’UE è salito di 16,7 punti percentuali; in Spagna di 25,7, in Francia di 18,5 in Italia di 15,8 punti. Nel 2020, i governi europei hanno utilizzato in maniera corposa le garanzie statali, per un ammontare di 450 miliardi di euro nei soli quattro Paesi più grandi dell’Unione. Alcune di queste garanzie probabilmente dovranno essere – come dire – realizzate. Una politica di bilancio espansiva è essenziale, quindi, per preservare ritmi di crescita sostenuti che, a loro volta, permetteranno di ridurre l’indebitamento. Tuttavia, è importante che tutti i governi si impegnino nel medio termine e nel lungo termine a tornare a una politica di bilancio prudente, una volta che la crescita sarà di nuovo sostenibile”.
“Questo – ha spiegato il presidente del Consiglio – serve per rassicurare gli investitori, prevenire eventuali rialzi dei tassi d’interesse, e dunque favorire gli attuali programmi di investimenti”.
“L’ultimo rischio riguarda la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Le fasi di ripresa dalle crisi precedenti hanno spesso favorito solo alcune fasce della popolazione, penalizzando i meno abbienti, i più giovani e le donne. Non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla crisi climatica, che colpisce soprattutto le aree più fragili del nostro Paese. Questa volta dobbiamo agire diversamente. Ad esempio, dobbiamo mettere in campo politiche attive del lavoro efficaci, per aiutare chi ha bisogno di formazione per trovare un nuovo impiego. E il programma stesso di questo Governo è una risposta a quest’ultimo rischio, cioè quello rappresentato dalla coesione sociale e della sostenibilità climatica. Il Consiglio europeo discuterà di come garantire una crescita durevole e sostenibile, anche grazie alle risorse del Next Generation EU“.
Ok Ue Pnrr, Draghi: occhi dell’Europa sono sull’Italia
Il presidente del Consiglio ha precisato che, “a livello europeo, è molto positivo che 24 dei 27 Piani dei Paesi membri siano già stati formalmente presentati e che la Commissione ne abbia esaminati 10”.
A questo punto, “l’erogazione dei fondi dipenderà dall’approvazione da parte del Consiglio europeo, ed è importante che questo avvenga in modo rapido ed efficace. L’approvazione del Piano italiano da parte della Commissione, confermata dalla presidente von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, conferma il grande lavoro svolto dal nostro Paese. Abbiamo messo insieme un piano ambizioso di riforme e investimenti e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli enti territoriali, delle parti sociali e del Parlamento che tengo qui a ringraziare. Il vostro ruolo come Parlamento sarà fondamentale durante tutta l’attuazione del Piano. Come ho avuto modo di dire ieri alla Presidente von der Leyen, l’approvazione da parte della Commissione è infatti soltanto il primo passo. Nei prossimi mesi ci aspetta un cammino impegnativo, per avviare i progetti di investimento previsti e per portare avanti l’agenda di riforme. Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia. Il nostro è infatti il programma più di sostanza, più grande, per un importo pari a 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 30 miliardi del fondo complementare. Il successo del programma Next Generation EU dipende in larga parte da noi.
Draghi ha poi affrontato il tema della migrazione e della politica estera, ricordando anche il tema della solidarietà europea, che sarà discussa nel prossimo Consiglio europeo:
“Sempre sul tema dei vaccini, il Consiglio europeo affronterà nuovamente la questione della solidarietà internazionale. Migliorare l’accesso ai vaccini nei Paesi più poveri non è soltanto una questione etica, ma anche una priorità sanitaria. Più a lungo dura la pandemia, più possibilità ci sono che il virus muti in varianti particolarmente contagiose e che possono sfuggire alla copertura del vaccino. Anche su questo fronte sono stati fatti importanti passi in avanti nel corso degli scorsi due mesi. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto al Global Health Summit, organizzato dall’Italia insieme alla Commissione europea a Roma il 21 maggio scorso. Il Summit è stato il preludio del Consiglio Europeo straordinario del 24-25 maggio in cui tutti i Paesi dell’UE si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell’anno. L’Italia farà la sua parte e donerà 15 milioni di dosi”.
“Un altro tema che ci riguarda da vicino – ha proseguito Draghi – è quello della gestione dei flussi migratori, che torna ad essere in agenda al Consiglio Europeo su precisa richiesta dell’Italia. Come ho dichiarato in passato, il Governo vuole gestire l’immigrazione in modo equilibrato, efficace e umano. Ma questa gestione non può essere soltanto italiana. Deve essere davvero europea. Occorre un impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. E penso, ovviamente, in modo particolare alla Libia. Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti. Tra i Paesi dell’Unione, esiste un’ampia convergenza sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino. Si tratta di una convenzione concepita in una diversa fase storica, adatta semmai a gestire numeri più contenuti di quanto non siano oggi. Al momento, però, una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane divisiva per i 27 Stati Membri”.
“Per quanto riguarda la politica estera, il Consiglio Europeo – ha detto ancora il premier – si occuperà prima di tutto dei rapporti tra Ue e Turchia. Nella sua riunione di marzo, il Consiglio aveva ricordato come sia di interesse strategico europeo avere una situazione di stabilità e sicurezza nel Mediterraneo Orientale e dunque collaborare con la Turchia. Ribadiremo però la nostra preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani”.