Coinbase sbarca a Wall Street e vale subito più del Nasdaq. Soltanto 93 società S&P 500 hanno capitalizzazione maggiore
Lo sbarco di Coinbase sul Nasdaq, indubbiamente, ha fatto e continuerà a fare la storia del Bitcoin e dei cripto asset: per la prima volta in assoluto una piattaforma di trading ad hoc per le criptovalute ha fatto il suo debutto a Wall Street. Si è trattato, per la precisione, della più grande piattaforma di scambio di monete digitali made in Usa che, con la sua quotazione diretta nel listino tecnologico avvenuta ieri, mercoledì 14 aprile 2021, ha certificato tra le altre cose anche l’ingresso in pompa magna del suo ceo e co-fondatore Brian Armstrong nell’Olimpo dei più ricchi del mondo.
Le azioni Coinbase sono volate nei primi minuti di contrattazione fino a +58%, rispetto al prezzo di riferimento stabilito alla vigilia dal Nasdaq, pari a 250 dollari, valutando in questo modo la società $100 miliardi e la quota di Armstrong $20 miliardi.
Alla fine della seduta, la partecipazione di Armstrong, che possiede quasi 40 milioni di azioni, valeva $13 miliardi, una cifra ancora di tutto rispetto.
Importante segnalare che il debutto di Coinbase non è avvenuto attraverso una operazione di Ipo ma tramite quotazione diretta.
L’euforia iniziale ha portato le quotazioni di Coinbase a volare fino al massimo intraday di 429 dollari, facendo salire così il valore di mercato anche oltre i $100 miliardi.
Il finale è stato però meno elettrizzante. Le quotazioni hanno chiuso in rialzo del 31% rispetto al prezzo di riferimento di $250, a $328,28, in calo tuttavia del 13,8% rispetto al prezzo di apertura di $381.
Durante le contrattazioni, il minimo intraday è stato toccato in corrispondenza di $310 circa. Il valore ‘finale’ di $328,28 ha riconosciuto a Coinbase una capitalizzazione inferiore ai $100 miliardi, pari a $85,78 miliardi.
La soglia dei $100 miliardi non è stata così riagguantata (vale la pena dire, non ancora riagguantata): sta di fatto che il valore di mercato rende comunque Coinbase – ticker COIN – una delle più grandi società Usa quotate in Borsa.
Soltanto 93 società quotate sullo S&P 500 presentano infatti una capitalizzazione superiore.
C’è poi un dettaglio che viene messo in risalto dal New York Times:
il valore di mercato di $86 miliardi è superiore a quello dello stesso mercato su cui il titolo Coinbase è sbarcato, ovvero del Nasdaq, che ha una capitalizzazione di $26 miliardi, e anche dell’ICE, la società che controlla il Nyse, che vale $67 miliardi.
Per fare un confronto, la valutazione di Goldman Sachs è pari a $111 miliardi.
Di passi da gigante la piattaforma ne ha fatti, se si considera che l’azienda ha raccolto più di $500 milioni da investitori attivi nel venture capital, che l’avevano valutata $8 miliardi appena. Tra i suoi principali azionisti compaiono i nomi di Andreessen Horowitz, Tiger Global e Paradigm, società di investimenti focalizzata sul cripto universo.
Inoltre, contrariamente a molte aziende quotate da poco, Coinbase è una realtà che produce utili. Il suo outlook è di utili netti compresi tra 730 milioni e 800 milioni di dollari nel primo trimestre del 2021, su un fatturato di 1,8 miliardi, una somma superiore al fatturato che ha incassato in tutto il 2020.
Come guadagna Coinbase?
I guadagni di Coinbase sono strettamente collegati al trend delle monete digitali scambiate nella sua piattaforma: la società percepisce lo 0,5% del valore di ogni transazione che utilizza il suo sistema.
Se qualcuno, per fare un esempio, acquista Bitcoin per un valore di 100 dollari, Coinbase guadagna 50 centesimi.
Se poi i prezzi del Bitcoin o dell’Ethereum scendono, scendono anche le commissioni che Coinbase guadagna: il che significa che la società è esposta all’aumento e al calo dei valori del cripto-universo.
Dan Ives, analista di Wedbush Securities, ha dato ieri la sua benedizione alla piattaforma, definendola in una nota “parte delle fondamenta dell’ecosistema cripto” e ” barometro per la crescita diffusa dell’adozione del Bitcoin e delle criptovalute dei prossimi anni”.
Prima di lui, la benedizione era arrivata dal Bitcoin stesso che, nelle ultime sessioni, in vista del debutto storico della piattaforma, aveva inanellato diversi record, fino a schizzare anche oltre quota $64.000 nella giornata di ieri, fino a $64.863,10 e a fronte del nuovo massimo storico anche dell’Ethereum, balzato a $2.480,85.
La festa è stata rovinata tuttavia dal numero uno della Federal Reserve Jerome Powell che, proprio ieri, ha gelato gli entusiasti delle criptovalute, bollando gli asset come veicoli di speculazione.
In Italia, inoltre il fenomeno Coinbase è stato bocciato dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, pubblicata nella giornata di oggi, si è così espresso: “hanno quotato il nulla, certificato dal nulla. Nulla a mezzo di nulla, si può dire”.
Altro che Ipo dell’anno, per l’ex ministro.
Detto questo, nessuno si aspetta un trend lineare per l’azione Coinbase che, così come le criptovalute che vengono scambiate nella sua piattaforma, ha la volatilità nel suo Dna.
“Il prezzo di COIN sarà molto volatile – ha commentato al sito Coindesk James Angel, professore di finanza presso la Georgetown University, specializzato nei mercati finanziari – Ci aspettiamo che (il titolo) oscilli seguendo i prezzi delle criptovalute. Gli investitori dovrebbero allacciare le cinture di sicurezza e prepararsi a un giro sfrenato”.
Campbell Harvey, docente di affari internazionali presso la Duke University ha affermato inoltre che “la quotazione di COIN è la conferma della tesi di investimento secondo cui il cripto non è più un mercato di nicchia, ma un nuovo mercato mainstream”.
Non sono mancati commenti più bullish, come quello di Lisa Ellis, analista di MoffettNathanson che, in una intervista rilasciata a Yahoo! Finance, ha detto di ritenere che le azioni Coinbase potrebbero schizzare fino a $600, facendo +82,8% rispetto al valore di chiusura di ieri pari a $328,28.
Ellis ha motivato il suo entusiasmo con l’outlook positivo che ha sulle criptovalute, grazie alle “loro tecnologie enormemente innovative”.
“Coinbase è un asset must per gli investitori che puntano sui titoli hi-tech e growth, con un orizzonte temporale di investimenti di lungo termine”, ha detto ancora l’analista.
Decisamente scettico e bearish è stato invece il giudizio espresso da Mati Greenspan, fondatore della società di analisi sul forex e sulle criptovalute, Quantum Economics.
“Appare difficile giustificare questi numeri. C’è un vecchio adagio che dice che, in tempi di corsa all’oro, a fare più soldi sono quelli che vendono pale e picconi. E questo sicuramente vale nel caso di Coinbase”.