Notizie Notizie Mondo Cinque ingredienti per la possibile rotta futura dei mercati (nel breve)

Cinque ingredienti per la possibile rotta futura dei mercati (nel breve)

23 Novembre 2020 12:43

 

E’ trascorso meno di un mese da quando il democratico Joe Biden ha oltrepassato la fatidica soglia dei 270 grandi elettori diventando così il 46esimo presidente degli Stati Uniti, battendo il presidente uscente Donald Trump (che al momento non ha ancora ammesso la sconfitta). Una vittoria che è stata poi messa parzialmente in secondo piano dai mercati che nelle settimane successive si sono concentrati sulle indicazioni incoraggianti in arrivo dal fronte vaccini, e in particolare sulle notizie di Pfizer e Moderna. Guardando ai prossimi mesi, Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte SIM, si è soffermato sulla fase post-elettorale statunitense che ha portato sul tavolo diversi ingredienti da considerare, utili per provare a delineare la possibile evoluzione dei mercati dei prossimi mesi. Cinque in tutto i punti che ha messo in evidenza: ovvero l’evoluzione della pandemia, la fase post presidenziali statunitense, le banche centrali, il petrolio e la forza della domanda cinese.

I 5 ingredienti

“Si sta assistendo da un lato a notizie incoraggianti sul fronte vaccino/terapie e, dall’altro, alla ripresa della diffusione del virus negli Usa e, in parte, anche in Australia e in Giappone, proprio mentre in Europa si inizia a discutere di possibili allentamenti in vista della pausa natalizia”, spiega Cesarano che poi si sofferma sugli Usa e scrive che “Democratici e repubblicani non riescono a trovare un accordo su due punti importanti per fine anno, ossia un nuovo piano fiscale e il via libera all’innalzamento del tetto sul debito per evitare lo shutdown (cosiddetto fiscal cliff)”. Per quanto riguarda il terzo punto, ovvero banche centrali, Cesarano spiega che “in questi giorni è arrivata la conferma da parte di BCE e Fed che, malgrado le positive notizie sul fronte cure, il supporto monetario continuerà ad essere cospicuo dal momento che occorrerà diverso tempo prima che l’impatto delle terapie/vaccini risulti evidente”. Pe il tema petrolio la situazione appare diversa rispetto a marzo/aprile scorso, dal momento che la Russia è molto collaborativa ed inoltre la Cina è in ottimo stato di salute sul fronte della domanda di petrolio oltre che dei consumi interni. Il quinto punto riguarda la forza della domanda cinese sia sul fronte petrolio sia sul fronte consumi. Basti citare il volume record (circa 75Mld$) di negoziazioni sulla piattaforma di AliBaba nel giorno dell’11 novembre, il Single’s Day (la versione cinese del Black Friday).

Secondo l’analisi di Cesarano, dai 5 ingredienti prima descritti emerge un contesto in cui tra i fattori positivi iscriviamo le buone notizie sul fronte terapie, la buona tenuta della domanda cinese, il supporto delle banche centrali (supporto Fed forse rinviato a febbraio) e la disponibilità Opec+ a prorogare/incrementare i tagli alla produzione. Le notizie negative riguardano invece più la situazione contingente sul fronte virus negli Usa e gli scontri istituzionali in corso nella fase finale della coesistenza di due presidenti Us, in attesa anche dell’esito del ballottaggio per il Senato in Georgia il 5 gennaio. “Aggiungo la possibilità che ci possa essere una terza ondata pandemica in Europa nel primo trimestre 2021, frutto della coincidenza della parte centrale dell’inverno e del possibile aumento dei contagi dopo gli allentamenti natalizi. Se così fosse, la sequenza temporale delle tre ondate della spagnola del 1918/1919 sarebbero di fatto emulate”.

 

Come potrebbe riflettersi tutto questo sui mercati? Per i listini il contesto, almeno fino al primo trimestre 2021, appare mediamente ancora favorevole, alla luce del sostegno in arrivo dalle banche centrali cui si aggiunge quello fiscale, man a mano che si insedierà la nuova amministrazione Biden e verranno superati gli ostacoli per la partenza del Next Generation Eu. A questo si aggiunga l’ottimismo indotto dai buoni risultati sui vaccini/terapie, sebbene gli effetti dovrebbero essere più evidenti nella seconda parte del 2021. Ci sono però, secondo Cesarano degli elementi di breve, da considerare: gli ultimi giorni di novembre/inizio dicembre potrebbero essere interessati da prese di profitto in considerazione di vendite di fine anno da parte, ad esempio dei fondi sovrani per i motivi accennati, sulla scia delle notizie meno favorevoli sul fronte virus negli Usa e dello scontro istituzionale in corso a fine mandato Trump. Tuttavia, se così fosse, potrebbe trattarsi di una occasione per rientrare in vista appunto del sostegno da parte delle banche centrali che non mancherà nei prossimi mesi.

Un portafoglio ideale, secondo Intermonte SIM

Dopo la forte rotazione settoriale verso il value, il comparto growth e soprattutto tech potrebbe avere una temporanea rivincita nel primo trimestre, quando lo “stay at home” potrebbe tornare di moda e potrebbe essere cavalcato anche con temi specifici. “Un portafoglio ideale per i prossimi 3/4 mesi pertanto potrebbe contemplare auto, bancario, oil per la parte europea“, afferma Cesarano con l‘aggiunta di alcuni temi più strutturali, tra cui l’azionario cinese, il clean energy, il digitale, e le batterie. Da considerare anche l’azionario cinese. “La sovraperformance dell’economia cinese (di fatto indenne dalla seconda ondata pandemica) dovrebbe essere sempre più evidente, man a mano che partirà anche il nuovo piano a cinque anni dal prossimo anno lunare che inizia a febbraio – afferma l’esperto di Intermonte SIM, secondo il quale la componente tech potrebbe essere sempre più declinata nei portafogli con un mix Usa/Cina. Questi ultimi tre temi rappresentano alcuni degli ingredienti principali per il prossimo anno, vista la convergenza su questi temi degli Usa, UE e Cina.

Un mini-calendario da qui a fine anno

  • 27 novembre: Black Friday Us
  • 1° dicembre: riunione Opec+
  • 10 dicembre: BCE
  • 10/11 dicembre: consiglio europeo: importante sia per tema Brexit sia per tema Next Generation EU
  • 16 dicembre: Fed.