Buzzi Unicem scatta in avanti su maxi piano Usa per le infrastrutture, ecco i titoli più favoriti
Buzzi Unicem potrebbe beneficiare del maxi piano di investimenti pubblici per lo sviluppo delle infrastrutture allo studio negli Stati Uniti. Il gruppo italiano specializzato nella produzione di cemento, infatti, genera Oltreoceano gran parte del suo giro di affari e per questo, secondo gli analisti, sarebbe il principale beneficiario tra i titoli quotati a Piazza Affari (ma non il solo). Su questa ipotesi, l’azione Buzzi Unicem scatta in avanti a Piazza Affari con un balzo di oltre 8 punti percentuali, raggiungendo quota 19,4 euro e la vetta del paniere principale Ftse Mib.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’amministrazione Trump sarebbe al lavoro su un piano di sviluppo delle infrastrutture da 1 triliardo dollari (1.000 miliardi) per supportare il rilancio dell’economia americana. La versione preliminare del piano includerebbe investimenti in infrastrutture tradizionali come ponti e strade, oltre che lo sviluppo della rete 5G e del broadband nelle aree rurali. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare all’approvazione di un nuovo piano infrastrutturale entro il 30 settembre, quando scadrà il fondo federale per gli investimenti nelle
infrastrutture (FAST act). Il rischio però è che le elezioni presidenziali a novembre possano comportare tempi più lunghi di approvazione, rendendo più difficile un accordo tra democratici e repubblicani sulla tipologia di opere da finanziare.
L’indiscrezione mette comunque di buon umore i titoli delle costruzioni a Piazza Affari, con Buzzi Unicem in prima fila. “Nel settore materiali da costruzione, vediamo Buzzi Unicem, che in Usa genera il 55% dell’Ebitda (2019), come principale beneficiario del piano”, sottolineano gli analisti di Equita. Ma Buzzi non è il solo. Perché a beneficiare del maxi piano di investimenti per le infrastrutture Usa potrebbero essere anche altri gruppi. A cominciare da Cementir che Oltreoceano realizza il 9% del proprio Ebitda (2019) di gruppo. “Nel settore costruzioni, riteniamo che Webuild che attraverso Lane genera il 20% del fatturato (2019) possa beneficiare del piano essendo particolarmente esposto alle infrastrutture tradizionali come ponti ed autostrade – continuano dalla sim milanese – Inoltre, vediamo come potenziale beneficiario anche Trevi Finanziaria Industriale che in Nord America genera il 22% dei ricavi e nel mercato americano è particolarmente esposta al settore delle dighe”.
C’è poi Prysmian che in Nord America genera il 35% dell’Ebitda gruppo (e nello specifico il business telecom in NA rappresenta il 7,5% dell’Ebitda). Non è da escludere nemmeno CNH Industrial la cui divisione construction equipment nel 2019 ha generato il 10% del fatturato di gruppo, di cui il 50% negli Usa, ma solo il 3% del margine operativo a causa di problemi strutturali.