Notizie Notizie Italia Bper assediata dalle vendite: acquisti di più filiali Intesa-Ubi per smorzare timori Antitrust?

Bper assediata dalle vendite: acquisti di più filiali Intesa-Ubi per smorzare timori Antitrust?

10 Giugno 2020 14:07

Bper ostaggio delle notizie e dei rumor sul dossier Intesa SanPaolo-Ubi Banca. Oggi il titolo cede più del 4%, a 2,51 euro, pagando nuove indiscrezioni sull’ops  che la banca gestita da Carlo Messina ha lanciato su Ubi. Un’operazione che rimane in fase di stallo, nonostante il via libera della Bce e di Bankitalia.

A mettere in stand by l’operazione è l’Antitrust che in una nota, ha sottolineato che “non è stata assunta alcuna decisione” sulla “compatibilità” della concentrazione tra Intesa e Ubi Banca “con le regole della concorrenza”. E che “allo stato è stata trasmessa alle imprese interessate la sola Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, che rappresenta la valutazione preliminare degli uffici dell’Autorità in ordine alle possibili criticità concorrenziali dell’operazione di concentrazione”.

Il problema è sempre quello: l’Authority teme che l’operazione potrebbe portare Intesa SanPaolo a trasformarsi in una banca troppo big, troppo grande, scardinando quell’equilibrio che finora è stato assicurato tra l’istituto e UniCredit.

Come risolvere la questione? La risposta potrebbe portare il nome di Bper.

Secondo quanto ha riportato Il Sole 24 Ore, Intesa SanPaolo potrebbe infatti decidere di fugare i dubbi e i timori dell’Antitrust su una eccessiva concentrazione territoriale, aumentando gli asset da vendere a Bper. “Può essere questo, a quanto risulta a Il Sole 24Ore, la mossa di Intesa Sanpaolo in risposta alle contestazioni sui rischi di concentrazione territoriale di mercato”.

“Secondo alcune fonti, è realistico che nelle misure proposte subentri la cessione di un centinaio di sportelli di Ubi, in aggiunta ai 4/500 già concordati, senza che questo vada a impattare significativamente sul prezzo. Intesa, come riportato ieri da Radiocor, avrebbe già offerto all’Antitrust una possibile revisione del perimetro oggetto di cessione, secondo criteri di massima cautela e peggiorativi per Intesa, con una conseguente modifica degli accordi con Bper, per garantire di ridurre le quote di mercato al di sotto della soglia del 35% in tutte le province italiane”, scrive il quotidiano di Confindustria.

Così riassume il dossier Equita SIM, nella nota odierna:

“I giornali riportano un comunicato dell’autorità antitrust nel quale si specifica che ‘non è stata presa alcuna decisione’ in merito all’iter autorizzativo dell’acquisizione di ISP su UBI. Come ci attendevamo, le indiscrezioni riprese ieri dalla stampa, che riportavano di un parere iniziale negativo sull’offerta, rappresentano solo una valutazione preliminare sull’operazione. Peraltro queste valutazioni non terrebbero conto della prevista cessione di 4-500 sportelli (da parte di Intesa SanPaolo) a Bper, visto che non sarebbe stato possibile ‘enucleare’ il ramo d’azienda ceduto. Il processo istruttorio si concluderà il 18 giugno quando le parti presenteranno le rispettive controdeduzioni, a valle delle quali verrà emesso il giudizio dell’autorità”.

La SIM milanese continua, sottolineando che, “in base ai nostri calcoli, post acquisizione di UBI e cessione degli sportelli a Bper, Intesa SanPaolo avrebbe una quota di mercato superiore al 30% in due regioni (ovvero in Abruzzo e nelle Marche): secondo quanto riportato dal Sole, per ridurre ulteriormente l’execution risk del processo autorizzativo, Intesa SanPaolo potrebbe cedere altri 100 sportelli a Bper. L’indiscrezione ci sembra sensata visto che, effettivamente, in base ai nostri calcoli, questa ulteriore riduzione del perimetro dell’acquisto consentirebbe di ridurre le quote di mercato nelle due macroaree indicate sotto il 30%. Allo stato attuale, il rischio che vediamo relativamente al processo autorizzativo davanti all’autorità antitrust potrebbe essere rappresentato dalla dilazione dei tempi del procedimento con conseguente slittamento del lancio dell’OPS (QUI I TERMINI DELL’OFFERTA) sul mercato a settembre”.

Dal canto suo, Bper non se la passa certo bene, con il titolo che ha pagato la recente cacciata dal Ftse Mib, ampliando le perdite da inizio anno a oltre -50%. Il crollo si spiega in parte proprio con l’accordo collegato all’OPS lanciata da Intesa su UBI Banca.

L’offerta prevede infatti che Bper acquisti un ramo d’azienda della banca risultante dal matrimonio tra Intesa SanPaolo e Ubi costituito da un numero tra 400 e 500 filiali.

Acquisti che verranno finanziati da un aumento di capitale fino a un miliardo di euro: e questa notizia ha affossato il titolo Bper praticamente fin da subito. Ora potrebbe essere anche peggio: se Messina decidesse infatti di vendere più sportelli a Bper, la banca rischierebbe di sborsare una somma ancora maggiore per l’acquisto delle filiali.

Un 2020 non proprio positivo per Bper, che a fine marzo è stata colpita come se non bastasse dalla scure di Moody’s, che ha anche tagliato l’outlook sulla banca, confermando invece i rating.