Bper-Carige, verso il terzo polo bancario in Italia insieme a Pop Sondrio. Unipol medita il blitz
Un terzo polo bancario, in Italia, grazie all’asse Bper-Carige-Pop Sondrio; dopo il sì dell’Fitd, maggiore azionista di Carige con una quota dell’80%, all’offerta -migliorata – di Bper, il mercato scommette su un M&A che veda la partecipazione anche della Popolare di Sondrio.
D’altronde, una fusione tra quest’ultima e Bper appare quasi naturale, orchestrata magari sotto la regia del maggiore azionista in comune: Unipol, capitanata dall’AD Carlo Cimbri, che detiene una quota del 19% circa in Bper e del 9% circa nell’istituto valtellinese.
Non per niente oggi il Corriere della Sera ha scritto che “Unipol starebbe già ragionando su una crescita nel medio termine nel capitale di Sondrio, chiedendo l’autorizzazione alla Bce a superare il 10%: un avvicinamento a tappe, come avvenuto con Bper”. Il titolo Pop Sondrio mette a segno un balzo superiore al 3%, dopo la buona performance riportata anche nella sessione di ieri.
“Cimbri l’ha spiegato chiaramente – sottolinea ancora il Corriere della Sera –Unipol non vuole fare la banca ma avere banche. Per vendere le polizze”.
Tornando a Bper, per ora il numero uno Piero Montani si gode la conquista della preda Carige, su cui aveva messo gli occhi, secondo diverse indiscrezioni, anche Credit Agricole Italia, mai uscita però allo scoperto.
Il nome della banca franco-italiana era rimbalzato più volte nella girandola di rumor come potenziale rivale di Modena nella lotta per il controllo di Carige (a essere stato menzionato anche il fondo Cerberus).
Ma il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha optato per l’offerta di Bper. Non quella iniziale presentata alla alla metà di dicembre, con cui Montani & Co avevano proposto 1 euro – in stile Intesa SanPaolo-banche venete, – per la quota dell’88% della banca (di cui l’80% in mano all’Fitd e l’8% nelle mani di Ccb), chiedendo come condizione sine qua non una ricapitalizzazione dell’istituto da parte del Fondo pari a 1 miliardo di euro.
Quell’offerta era stata bocciata dall’Fitd in quanto non conforme al suo stesso statuto.
Bper ha sfornato una nuova offerta, che stavolta è stata accolta con favore. Dimezzata, in particolare, la richiesta al Fondo, da 1 miliardo di euro di ricapitalizzazione inizialmente presentata, a 530 milioni di euro (comunque c’è l’aiuto del tesoretto DTA firmato dal governo Draghi).
Il Fondo ha detto così sì e l’AD di Bper Piero Montani non ha fatto nulla per nascondere la propria soddisfazione (tanto più che in Carige Montani aveva ricoperto la carica di AD, senza però essere poi riconfermato alla fine del mandato).
Al Messaggero Montani aveva già illustrato i prossimi passi di Bper, parlando chiaramente di possibili mire su Popolare di Sondrio. “La proposta di Bper è attrattiva perchè può coinvolgere la Popolare di Sondrio (partecipata anch’essa da Unipol con una quota del 9%), allargando il cerchio al Nord Ovest. Porta quindi benessere a tutti, e io conosco Carige e posso assicurare un’integrazione rapida”, aveva detto al quotidiano romano, stando all’articolo pubblicato ieri.
Su Banco BPM Montani era stato invece freddo: “Complicato ora, dopo Carige meglio Sondrio”.
Il quotidiano La Repubblica riporta oggi altre dichiarazioni del numero uno di Bper su Carige:
“Credo che dobbiamo commentare con soddisfazione e legittimo orgoglio la decisione con cui Fitd ha deliberato la concessione a Bper di un periodo di esclusiva per la potenziale acquisizione della partecipazione di controllo in Carige – ha detto, aggiungendo che “in questi giorni si apre, con la necessaria attività di due diligence, un percorso impegnativo di cui auspico la conclusione in tempi brevi e con pieno successo”.
Ancora Montani:
“Abbiamo dimostrato, senza possibilità di equivoci, la volontà di crescere anche per linee esterne e di portare avanti progetti che possono giovare all’intero sistema bancario italiano“. E sulla decisione di migliorare l’offerta per Carige, il ceo della banca modenese ha così commentato:
“Nel riformulare l’offerta iniziale abbiamo mantenuto tutti i suoi presupposti principali, ovvero la valenza strategica e industriale, l’adeguato presidio dei profili patrimoniali, il miglioramento dell’asset quality e un accrescimento significativo della redditività in termini di utile per azione. Nelle prossime settimane, come dicevo, siamo chiamati a un lavoro impegnativo, finalizzato alla definizione delle intese vincolanti, funzionali alla piena integrazione delle due banche e alla definitiva risoluzione delle problematiche di Carige”.
Prossimo target Pop Sondrio? L’ipotesi era stata rilanciata di nuovo alla fine di dicembre, in attesa della trasformazione in Spa della banca valtellinese, come imposto dalla riforma del governo Renzi del 2015.
Quella trasformazione in Spa è avvenuta il 29 dicembre del 2021, con l’assemblea dei soci di Banca Popolare di Sondrio che, in sede straordinaria, ha sancito il passaggio storico della banca da società cooperativa per azioni a società per azioni, con conseguente adozione del nuovo statuto sociale.
Dal canto suo il numero uno di Unipol, Carlo Cimbri, negli ultimi mesi aveva tenuto un low profile, optando per un atteggiamento neutrale nei confronti di Pop di Sondrio. Tanto che all’inizio di novembre aveva precisato come Unipol fosse pronta a supportarla in ogni caso, in aggregazioni o a difenderla:
“Con Sondrio possiamo fare molto di più anche solo con la distribuzione di prodotti assicurativi. Le scelte sono della banca, quindi se la banca vorrà crescere attraverso aggregazioni valuteremo con loro se possiamo supportarli. Se invece vuole rimanere nell’attuale configurazione saremo soddisfatti. La nostra è una presenza di azionisti di lungo periodo, a supporto dei nostri interessi come distributori e a difesa della banca se dovesse essere attaccata da altri soggetti”, aveva detto Cimbri.
Il mercato però, come si sa, gioca d’anticipo e ieri gli analisti di Equita SIM hanno fatto riferimento in modo chiaro alle conseguenze positive che le nozze tra Bper e Carige avrebbero anche su Unipol.