Borse a picco su warning recessione, si inverte la curva dei rendimenti Usa come nel 2007

Giornata difficile sui mercati con l’alert recessione che diventa sempre più concreto alla luce del’inversione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Non succedeva dal 2007. I rendimenti statunitensi a 10 anni sono scesi all’1,60%, mentre quelli sui titoli del Tesoro a due anni sono scesi in maniera meno marcata all’1,61%. Parallelamente i rendimenti trentennali sono scesi al minimo storico. Nel Regno Unito, i rendimenti dei Gilt a 10 anni sono scesi di due punti base allo 0,475%, mentre quelli dei titoli a due anni sono saliti di un punto base allo 0,478% anche se l’inflazione Uk ha superato l’obiettivo del 2% della Bank of England.

L’inversione della curva viene considerata un fenomeno che precede, di norma, l’arrivo di una recessione. Dai dati raccolti dalla Federal Reserve di San Francisco emerge che le ultime nove volte che la curva dei rendimenti si è invertita, l’economia americana è piombata in una recessione.

I deboli segnali arrivati oggi soprattutto da Cina e Germania hanno nuovamente innescato la corsa ai beni rifugio, in primo luogo i titoli di Stato dei paesi core e sulle scadenze più lunghe.  Il tasso del Bund a 10 anni ha toccato un nuovo minimo storico a -0,65% con curva 2-10 anni sempre più piatta (solo 23 pb, minimo dal 2008). Scende anche il rendimento del Btp a 10 anni fino a 1,55%, allontanando il picco a 1,8% a cui era salito venerdì in seguito all’apertura della crisi di governo. Lo spread si mantiene a 222 pb in attesa di vedere come evolverà la crisi politica.

Le Borse soffrono. Il Dax di Francoforte cede oltre il 2% nel giorno in cui l’economia tedesca ha segnato una contrazione congiunturale. Peggio fa Piazza Affari con Ftse Mib in calo del 2,3% e che a fatica si mantiene sopra i 20 mila punti. Tra i settori più penalizzati spicca quello bancario: oltre -4% per Ubi Banca, Unicredit, Bper e Banco BPM, -2,5% Intesa. A Francoforte Deutsche Bank cede il 4,5%