BoE: e ora, tassi negativi anche in UK? Danni COVID e minaccia nuovo lockdown rendono outlook incerto
E ora, tassi di interesse negativi anche nel Regno Unito? Le speculazioni sono montate dopo l’annuncio, alla vigilia, della Bank of England che, nel lasciare i tassi di interesse inchiodati allo 0,10%, ha anche ammesso di aver iniziato a valutare l’opzione dei tassi al di sotto dello zero. Una strategia che è stata lanciata in diversi aree, inaugurata dalla Bank of Japan e dalla Bce tra le banche centrali più note, ma anche dalla Banca centrale svizzera, la Swiss National Bank, a fronte di una Federal Reserve che finora, invece, l’ha sempre snobbata.
Nel lasciare il costo del denaro UK invariato, la Commissione di politica monetaria della BoE (Monetary Policy Committee -MPC-) non ha fatto nulla di sorprendente. Questa era stata infatti l’attesa degli analisti. L’istituzione ha lasciato invariato anche il target sugli acquisti di titoli di stato: e anche questa mossa era largamente scontata dai mercati, in una situazione caratterizzata da un outlook sul Pil insolitamente incerto a causa della pandemia COVID-19.
La grande novità è emersa dalle minute diffuse subito dopo l’annuncio, in cui si legge:
“La Commissione (di politica monetaria) ha discusso la cassetta degli attrezzi di cui dispone e, in particolare, l’efficacia della politica di tassi di interesse negativi”. Le minute hanno rivelato anche che la banca centrale intende “esplorare in che modo un tasso negativo potrebbe essere lanciato in modo efficiente”: di conseguenza, vi è scritto, la Boe discuterà in modo formale gli aspetti operativi di questo strumento di politica monetaria negli ultimi mesi di quest’anno.
I mercati scommettono così sul lancio della politica di tassi negativi per il prossimo anno.
Così ha commentato Sanjay Raja, economista di Deutsche Bank:
“La grande notizia di oggi (ieri per chi legge) è stata quella sui tassi negativi. La Commissione ha sorpreso molti rendendo noto che, verso la fine di quest’anno, la banca centrale inizierà ad avviare trattative formali con le istituzioni finanziarie riguardo alle difficoltà operative legate ai tassi negativi, nel caso in cui il ricorso a essi dovesse essere considerato giustificato”.
Immediata è stata la reazione della sterlina, che ha perso mezzo punto percentuale circa sull’euro e sul dollaro.
Oggi la valuta britannica segna un recupero, anche se la sua performance è messa a repentaglio – oltre allo spettro costante di un no-deal Brexit – anche dalla minaccia di un nuovo lockdown nel Regno Unito, che non è stato escluso, visto il balzo di nuovi contagi da coronavirus COVID-19 nel paese.
Un assist alla sterlina è arrivato anche dal dato macro relativo alle vendite al dettaglio UK che, nel mese di agosto, sono salite per il quarto mese consecutivo. C’è da dire che la crescita del dato ha rallentato però il passo in modo significativo: i volumi delle vendite sono saliti dello 0,8% su base mensile, rispetto al +3,7% di luglio e ai balzi del 12,1% e del 13,9%, rispettivamente dei mesi di maggio e giugno.
Gli analisti sono tuttavia alquanto pessimisti sulla performance delle vendite al dettaglio durante l’autunno. La sterlina viaggia al di sotto della soglia di $1,30 nei confronti del dollaro, in lieve ripresa sull’euro dopo i sell off della vigilia. Il rapporto EUR-GBP è in calo dello 0,15% a GBP 0,9119.
Alcuni analisti continuano a essere molto scettici sull’efficacia dei tassi di interesse al di sotto dello zero. In particolare, George Buckley di Nomura si è così espresso:
“Rimaniamo cauti su quanto di aiuto potrebbero essere tagli ai tassi in territorio negativo”. Inoltre, ha insistito Buckley: “Un allentamento monetario di pochi punti base riuscirà a fare qualcosa di fronte all’intensità del collasso economico che il COVID-19 ha provocato? E vale la pena fare questo, considerando tutti i problemi operativi e di redditività che i tassi provocheranno al settore bancario?”