Bitcoin da sogno, sfonda anche $40.000. Tra i fattori anche Trump e crescente sfiducia nelle monete fiat
Il Bitcoin sfonda tutte le resistenze e supera anche la soglia di $40.000, volando al nuovo record di sempre, a $40.367, poche ore dopo aver superato la soglia di $39.000. I dati, diffusi da Coin Metrics, confermano la corsa inarrestabile della criptovaluta numero uno al mondo: corsa che ha contribuito a far balzare la capitalizzazione dell’intero cripto universo a un valore superiore a $1 trilione.
Dall’inizio del 2021 la moneta digitale ha incassato un guadagno superiore a +30%, facendo +400% negli ultimi 12 mesi, forte di diversi endorsement che hanno continuato a vedere protagonisti gli investitori istituzionali, e grazie alle stime diffuse dalla comunità degli analisti.
Tra gli ultimi outlook bullish si mette in evidenza quello di Chamath Palihapitiya, analista di Social Capital che, in un intervento al programma “Halftime Report” della Cnbc, ha detto che il margine di rialzo, per il Bitcoin, è ancora consistente.
“Probabilmente salirà fino a $100.000, poi $150.000, poi $200.000″. In quale arco temporale? “Non lo so. Forse in cinque/dieci anni, ma ci arriverà”.
Il motivo?
“La ragione per cui avverrà è perchè, ogni volta rally del genere ricordano che i nostri leader (di governo) non sono degni di fiducia e affidabili come in passato. Dunque, c’è davvero bisogno di una qualche forma di assicurazione, che possiamo nascondere sotto il materasso, e che ci dia accesso a una qualche forma di protezione, di hedge”.
Protezione dunque non solo contro l’inflazione – funzione che finora è stata assolta, o che comunque è stata attribuita, soprattutto all’oro – ma anche contro una eventuale fine di credibilità di altri asset finanziari?
Invece dei soldi sotto il materasso, viene da chiedersi, Bitcoin sotto il materasso? Per gli eretici del Bitcoin uno scenario del genere è impensabile.
Ma molti ritengono che, con le valute tradizionali fiat destinate a perdere valore a causa delle politiche eccessivamente accomodanti (e qualcuno direbbe, poco efficaci ormai) delle principali banche centrali a livello mondiale, la nuova moneta sarà il Bitcoin. Insomma, con il suo rally il criptouniverso starebbe suonando le campane a morto per le valute fiat, le cosiddette monete legali.
Christian Miccoli (Conio): ecco perchè può salire fino a $400.000
Christian Miccoli, co-fondatore della fintech Conio (conosciuto anche per aver lanciato CHeBanca! di Mediobanca) ha partecipato al WSI Smart Talk speciale Usa, spiegando il successo del Bitcoin, sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
Nel breve, il fattore Trump è stato determinante a scatenare quest’ultimo rally:
“Ci sono fattori sottostanti di medio lungo periodo che spingono le cripto a salire – ha anticipato Miccoli – Nel breve c’è da dire che, quando ci sono delle immagini come quelle abbiamo visto tutti, quando un presidente americano incita al golpe la popolazione, la spinge a prendere d’assalto le istituzioni, e si vedono persone che riescono a entrare nei palazzi delle istituzioni senza un’opposizione significativa dell’esercito, di polizia e così via, cosa succede?Succede che la fiducia nelle istituzioni scende, in un momento tra l’altro in cui siamo tutti sotto shock per quello che è successo con il Covid-19. Succede che c’è scarsa fiducia nelle istituzioni, scarsa fiducia nella politica”, a fronte di “una grande fiducia, invece, nella tecnologia e negli algoritmi“.
D’altronde, continua il manager, “le criptovalute sono sostanzialmente l’applicazione della tecnologia, degli algoritmi alla moneta, quindi la dinamica dell’offerta è assolutamente predefinita e prevedibile, in quanto le criptovalute sono gestite da questo algoritmo basato sulla blockchain“.
Insomma, il Bitcoin assicura certezza, a dispetto della sua volatilità.
Miccoli continua:
“Di fronte all’incertezza, alla debolezza delle istituzioni, delle valute, della politica, c’è questa alternativa che le persone stanno scoprendo, e quanto più drammatica è la situazione delle istituzioni, tanto più le persone si riversano a cercare alternative, tra cui il Bitcoin, che sta diventando sempre di più oro digitale“.
“Nel lungo termine, ci sono fenomeni sottostanti, che fanno pensare che le criptovalute siano destinate a crescere. Due i trend fondamentali: il primo è rappresentato dal fatto che, dopo l’ultimo halving, che è avvenuto nel maggio del 2020, si è ridotta strutturalmente l’offerta; i nuovi Bitcoin che vengono emessi in circolazione sono la metà di quelli che erano emessi prima”. Ora, “la riduzione dell’offerta storicamente ha innescato forti crescite di prezzo”, come è capitato nel 2013, quando da $10 il Bitcoin è arrivato a $100, dopo l’halving del 2012; nel 2016 – spiega ancora Miccoli – c’è stato il secondo halving e il Bitcoin, che partiva da $200 è salito fino a $20.000 nel 2017; dopo essere sceso a $4000, nel $2020 c’è stato un altro halving”. Considerando quanto avvenuto in passato, “ci si può aspettare un boom di dimensioni molto significative che, rispettando queste proporzioni, ovvero una crescita di 100 volte rispetto ai minimi registrati” potrebbe portare la criptovaluta a balzare dal bottom di $4000 fino ai $200.000/$300.000/$400.000.
In quanto tempo? ‘Anche in periodo molto breve, uno, due anni“, ha detto ancora il numero uno di Conio. Oltre all’halving c’è infatti un altro fenomeno molto rilevante, che è rappresentato dal fatto che “le istituzioni finanziarie e le banche stanno scoprendo sostanzialmente le criptovalute come asset class e stanno cominciando a darle ai propri clienti come possibilità di acquisto”. E’ quanto è successo in Italia con Conio, la mia azienda:
“Quest’anno abbiamo fatto due accordi, con due banche; il primo con Hype, che è la banca conto del gruppo Banca Sella: si tratta di una carta conto che ha circa 1,3 milioni di clienti in Italia. Oggi su quella carta lei trova la sezione Bitcoin che è gestita da noi: è evidente che quando lei sulla carta, sull’App bancaria che usa tutti i giorni, trova la possibilità di comperare Bitcoin, le barriere all’ingresso scendono molto, quindi la probabilità che lei, quando decide di comperare, lo faccia veramente, sale moltissimo. Abbiamo fatto un altro accordo con Nexi, e siamo entrati nel loro open banking; nella loro carta di open banking”. E “adesso, a dicembre, abbiamo sottoscritto un accordo, con cui Banca Generali ha partecipato a un aumento di capitale di Conio e contemporaneamente ha lanciato una partnerhip commerciale: quindi anche i clienti di Banca Generali nel corso del 2021 avranno la possiilità di comprare Bitcoin all’interno dell’ambiente informatico della propria banca. Questo è un trend che è appena iniziato, ma è un trend che è destinato a continuare, perché dal punto di vista della banca non c’è nessun motivo per non offrire un asset class che piace ai clienti finali. Quindi abbiamo una situazione in cui immaginate cosa succederebbe se di colpo gli italiani potessero trovare Bitcoin agli sportelli di UniCredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi e così via. E’ evidente che la domanda salirebbe”.
Per Christian Miccoli la strada è tracciata, visto che, “nel momento in cui le banche inizieranno a inglobare queste nuove asset class nella loro offerta ai clienti, è inevitabile che la domanda salirà. E se salirà la domanda, visto che l’offerta è fissa, anzi tende a scendere nel tempo, è evidente che l’effetto sarà una forte, forte crescita dei prezzi”
Molti analisti e investitori bullish vedono nella criptovaluta una sorta di “oro digitale”, un potenziale asset rifugio – safe haven asset – e uno strumento di hedging per proteggersi dall’inflazione. Occhio alla recente nota di JP Morgan, che non ha fatto altro che confermare la voglia di Bitcoin, nel prevedere un valore di 146.000 dollari nel lungo periodo, in quanto rivale dell’oro e moneta “alternativa”.
E Simons Chen, direttore esecutivo degli investimenti e di trading presso la società di servizi finanziari di criptovalute Babel Finance, ha spiegato alla Cnbc che, “sicuramente, quest’ultima ondata rialzista di gennaio attirerà l’attenzione dei gestori dei fondi, che saranno ancora più propensi a diversificare i loro asset a vantaggio del cripto-universo, vista la disponibilità a cercare investimenti alternativi, come criptovalute o oro, per fare hedge contro l’inflazione e contro i rischi geopolitici”.