Biden cala asso con maxi piano infrastrutture: Buzzi Unicem e Webuild tra i titoli più esposti di Piazza Affari
Nella serata di ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha presentato la proposta di piano infrastrutturale da 2,5 trilioni di dollari, su un periodo di 8 anni focalizzato su grandi opere infrastrutturali, energia pulita, reti digitali, rete idrica, edilizia civile e R&D.
Il maxi piano infrastrutturale di Biden: cosa prevede e come sarà finanziato
Tra i principali investimenti inclusi nel piano troviamo 621 miliardi $ da investire nella modernizzazione delle infrastrutture di cui 115 mld per ponti e strade, 85 mld nel trasporto pubblico, 42 mld per porti e aeroporti, 81 mld per la rete ferroviaria e 174 mld per favorire l’adozione di auto elettriche. Inoltre 213 mld saranno spesi per l’edilizia civile e commerciale, 100 mld rispettivamente nella rete broadband (target copertura al 100%) e in quella energetica (target carbon-free al 2035) e infine 300 mld per rafforzare il settore manifatturiero e 180 a supporto della ricerca e sviluppo e sviluppo di nuove tecnologie.
Il piano presentato da Biden dovrà essere approvato dal congresso e votato nel corso del terzo trimestre e potrà essere cambiato considerando che il presidente si è detto aperto al dialogo. A tal proposito, il presidente Biden ha indicato di sperare in un supporto bipartisan del piano che tuttavia Equita ritiene difficile considerando la proposta di aumento delle tasse. Due gli iter legislativi: ordinario (per cui è necessario il voto favorevole di una parte dei repubblicani (in senato è richiesto il voto favorevole di 60 senatori su 100 con i democratici che controllano 50 seggi); reconciliation (una manovra straordinaria di budget – scenario più probabile) che permette di portare al voto in Senato leggi su tasse e spesa con la maggioranza semplice.
In ogni caso avrebbe bisogno del voto compatto dei democratici rendendo comunque complesso l’iter approvativo. Per quanto concerne il finanziamento del maxi piano, il presidente Biden ha proposto una revisione della fiscalità delle corporate tra cui un aumento del tax rate dal 21% al 28% e l’aumento del minimum tax sugli utili esteri al 21% da 10.5%.
I titoli più esposti secondo Equita
Secondo Equita, i titoli più esposti al piano infrastrutturale in US sono nel settore building materials, Buzzi Unicem (che in US genera il 57% dell`EBITDA 2020), come principale beneficiario del piano e Cementir; Webuild; Prysmian; CNHI; Interpump; Falck fino ad Enel e Astm.
I titoli che invece non beneficerebbero del piano ma sarebbero impattati dall’aumento del corporate tax rate, eventualmente destinato a finanziare la manovra sono tra gli industriali Stellantis , CNHI, Brembo e Pirelli fino a Leonardo. Nel settore Lusso si segnalano quei titoli che realizzano in Nord America il 15-20% circa del loro fatturato (più esposti Brunello Cucinelli, con il 32% e LVMH con il 25%, meno esposto Tod`s, 6%). Tra gli altri Consumers si segnalano Autogrill che ha circa 60% dell`EBITDA in US, EssiLux il 50% circa dei ricavi in NA, Fila 45% del fatturato in US, Campari 29%, DLG (post acquisizione Capital Brands) circa il 20%, Technogym e Datalogic.
Ma dal piano Biden arrivano indicazioni positive anche per il settore rinnovabili visto che il presidente prevede di investire 100 mld di dollari nel settore energia, con l’obiettivo di arrivare alle zero emission già al 2035. Il piano prevede di destinare le risorse al potenziamento della rete di trasmissione elettrica attraverso strumenti di tax credit e allo scopo di costruire almento 20GW di capacità di trasmissione ad alto voltaggio; allo sviluppo dell’energia pulita, attraverso l’estension decennale degli ITC e dei PTC (attuali sistemi di incentivazione) per rinnovabili e storage. Lo scopo è quello di arrivare al 100% di riduzione delle emissioni CO2 al 2035. “Si tratta di indicazioni che favoriranno in particolare reti e impianti rinnovabili nei prossimi anni, attraverso gli strumenti fiscali su investiment e tasse, che porteranno all’aumento della capacità installata (rinnovabile)” afferma Equita secondo cui tra le più esposte al settore in US troviamo Falck Renewables, Enel e Prysmian.