Bce di Lagarde proattiva: lockdown da COVID provocheranno ‘chiaro deterioramento’ Pil, pronti a ricalibrare tutti strumenti
La numero uno della Bce Christine Lagarde non fa tanti giri di parole: le misure di restrizione e i lockdown nazionali o parziali che diversi paesi dell’area euro hanno lanciato e stanno lanciando in queste ore avranno un impatto negativo sui fondamentali dell’economia.
Segnali di deterioramento dell’output si sono manifestati in realtà già a settembre, quando lo stato di emergenza attuale scatenato dalla seconda ondata di contagi da coronavirus sembrava ancora lontano. Vista la situazione in cui l’Eurozona si trova ora, con i reparti di terapia intensiva che in diversi paesi sono ormai intasati, il presidente francese Emmanuel Macron che afferma che la Francia è sommersa di casi, Lagarde ammette che l’outlook di breve termine è di “un chiaro deterioramento” dell’economia, così come, “chiaramente, i rischi sono al ribasso”.
Un novembre “molto negativo”
Il mese di novembre sarà dunque “molto negativo”: riguardo a come performerà il trend del Pil dell’Eurozona nell’intero quarto trimestre, Lagarde non si sbilancia: tutto dipenderà da come il virus sarà gestito nelle prossime settimane, dallo sviluppo del coronavirus, dall’efficienza delle misure di lockdown lanciate, da troppi fattori il cui esito è, al momento, difficile da determinare, tra cui anche la produzione e distribuzione di un potenziale vaccino che possa confermarsi efficace. Di conseguenza, è presto per dire “se il Pil del quarto trimestre si contrarrà o no”.
Sicuramente, “i consumatori sono cauti, alla luce della pandemia e a causa delle sue conseguenze sull’occupazione e gli utili”. E dai dati resi noti nelle ultime sessioni, emerge che, in ogni caso, l’economia dell’Eurozona si avvia a rallentare in modo significativo nel corso del quarto trimestre.
Inoltre, “mentre l’attività del settore manifatturiero ha continuato a recuperare terreno, nel settore dei servizi il rallentamento continua a essere visibile”.
In questo contesto, la Bce di Lagarde non rimane certo con le mani in mano. Nessun nuovo intervento è stato annunciato oggi, è vero: ma sia dal comunicato con cui la Bce ha motivato la decisione di lasciare invariata la politica monetaria, sia dalle parole proferite da Lagarde nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, è emersa la ferma volontà di “ricalibrare” i vari bazooka anti-COVID-19 lanciati per sostenere l’economia e l’inflazione, laddove se ne presentasse la necessità. E visti i presupposti e le misure di restrizione lanciate nel disperato tentativo di arginare la nuova ondata di pandemia, l’impressione è che la Bce sarà pronta a fare un regalo di Natale ai mercati, annunciando magari nuove iniziative nel mese di dicembre.
“Il Consiglio direttivo ricalibrerà i suoi strumenti in modo appropriato, al fine di dare una risposta alla situazione in via di sviluppo”, si legge nella nota della Bce. Una precisazione in tal senso è arrivata da Lagarde: quando si parla di ricalibrare gli strumenti, ha precisato, ci si riferisce alla possibilità di ricalibrare non solo uno, ma tutti gli strumenti lanciati finora dall’istituzione, e la loro stessa combinazione.
D’altronde, l’inflazione dell’area euro rimarrà negativa fino all’inizio del 2021: l’inflazione negativa si è manifestata già da un po’, con il tasso annuale sceso dello 0,3% a settembre, peggiorando rispetto al -0,2% di agosto. E questo segno meno, ha avvertito Lagarde, permarrà almeno nei mesi a venire.
Quanto alla crescita del Pil, nel mese di settembre la Bce aveva annunciato di stimare per il 2020 una contrazione dell’economia dell’area euro pari a -8%, seguita da un rimbalzo del 5% nel 2021. L’inflazione di quest’anno per ora è attesa salire di appena lo 0,3%, per poi recuperare in modo più sostenuto, al tasso di crescita dell’1%, nel 2021. Ma l’outlook è stato diramato, per l’appunto, a settembre, quando il quadro non sembrava così drammatico come in queste ore. La Bce aggiornerà queste stesse stime a dicembre, e in base alle nuove previsioni deciderà il da farsi. Un downgrade è all’orizzonte. Lagarde ha ammesso infatti che la ripresa economica dell’area euro “sta perdendo slancio più rapidamente di quanto atteso”.
E ovviamente, “l’aumento delle infezioni da COVID-19 e la relativa intensificazione delle misure di contenimento stanno pesando sull’attività, rappresentando un chiaro deterioramento dell’outlook di breve termine”.
“Nel frattempo, non rimarremo fermi. Utilizzeremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, insieme all’intera flessibilità che possediamo, per affrontare questa situazione e qualsiasi sviluppo dovesse presentarsi. Lo abbiamo fatto in passato: abbiamo risposto alla prima ondata che ha colpito le economie dell’area euro in modo molto pronto, molto appropriato, qualcuno potrebbe dire in modo molto pesante. Lo abbiamo fatto durante la prima ondata; lo faremo ancora nella seconda ondata“.
Negativa la reazione dell’euro, che è sceso al minimo in uin mese nei confronti del dollaro, scendendo fino a -0,7% a $1,166.
Il comunicato della Banca centrale europea
Il board della Bce ha deciso di lasciare fermi i tassi di riferimento. In particolare, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimangono invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50%. Il Consiglio direttivo precisa che i tassi chiave rimarranno ai livelli attuali o inferiori fino a quando non avrà visto le prospettive di inflazione “convergere in modo robusto a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore, al 2% entro il suo orizzonte di proiezione”.
Confermata l’entità degli acquisti PEPP
Il Consiglio direttivo della Bce continuerà i suoi acquisti nell’ambito del programma varato ad hoc per l’emergenza pandemica (PEPP) con una dotazione complessiva di 1.350 miliardi di euro.
“Questi acquisti contribuiscono ad allentare l’orientamento generale della politica monetaria, contribuendo così a compensare l’impatto al ribasso della pandemia sul percorso previsto dell’inflazione”, rimarca lo statement della Bce. Gli acquisti, prosegue la Bce, continueranno a essere condotti in modo flessibile nel tempo almeno fino alla fine di giugno 2021 e, in ogni caso, fino a quando il board non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata. Inoltre, gli acquisti netti nell’ambito del QE continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, insieme agli acquisti al di sotto della dotazione temporanea aggiuntiva di 120 miliardi di euro fino alla fine dell’anno. Il Consiglio direttivo continua ad aspettarsi che gli acquisti mensili di attività nette durino per tutto il tempo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi ufficiali e terminino poco prima che inizi ad aumentare i tassi di interesse chiave. La Bce continuerà a fornire ampia liquidità attraverso le sue operazioni di rifinanziamento. In particolare, l’ultima operazione della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III) rimane una fonte importante per il sostegno del credito bancario alle imprese e alle famiglie.
Il commento di Andreas Billmeier, sovereign research analyst di Western Asset (Franklin Templeton)
Nel meeting di oggi, la BCE ha mantenuto i tassi e gli altri strumenti di policy ai livelli attuali, ma ha dato ai mercati un avvertimento chiaro per il prossimo incontro di dicembre, quando «ricalibrerà le proprie misure». Per quella data, le nuove proiezioni macroeconomiche dovrebbero tener conto della significativa deviazione al ribasso dell’inflazione core rispetto alle previsioni di settembre, così come dell’impatto della seconda ondata di lockdown. Le stime saranno anche basate su dati più certi riguardo gli stimoli fiscali inclusi nei budget 2021 degli stati membri. Nell’evidenziare come i rischi siano ‘chiaramente orientati al ribasso’, la BCE ha creato aspettative per una sua azione a dicembre su almeno due piani. Innanzitutto, potrebbe prendere nuove misure per supportare il credito all’economia. In secondo luogo, per assicurare la convergenza della proiezione di inflazione rispetto all’obiettivo, gli acquisti di asset dovrebbero aumentare. Questo a sua volta supporterà le valutazioni obbligazionarie, o almeno preverrà un rapido aumento dei tassi di interesse, in maniera simile alle intenzioni della BCE in primavera. Non è chiaro a questo punto se l’espansione del PEPP sarà la miglior strategia in questo senso. Per gli investitori obbligazionari la questione che rimane sul tavolo è se il supporto in arrivo dalla BCE – probabilmente ancora lontano sei settimane – sarà una spinta sufficiente rispetto ai venti contrari che nel frattempo soffieranno, originati da un’impennata dei rischi relativi alla pandemia, da piani fiscali deludenti per il prossimo anno, e da altri fattori esterni (tra cui quelli politici.). Siamo cautamente ottimisti, soprattutto perché la BCE ha dimostrato che può agire velocemente quando le condizioni di mercato si deteriorano rapidamente.”