Bce con mani legate anche per motivi legali, Mersch: dal 2021 banche potrebbero tornare a erogare dividendi
L’alt ai dividendi agli azionisti delle banche dell’Eurozona che la Bce ha imposto lo scorso marzo potrebbe essere ben presto ritirato: lo ha detto, in un’intervista rilasciata al Financial Times, il vice presidente del board di vigilanza della Bce, Yves Mersch. Mersch ha fatto capire tuttavia che lo stop al congelamento delle cedole non necessariamente corrisponderà al desiderio della banca centrale di agire in tal senso. Piuttosto, l’autorità di vigilanza dovrà capitolare anche per motivi legali e per allinearsi a quanto faranno banche centrali come Bank of England e Federal Reserve (quest’ultima non ha però mai imposto uno stop totale all’erogazione delle cedole), propense ad allentare le restrizioni imposte al settore bancario.
Il risultato è che le banche dell’Eurozona potranno tornare a erogare i dividendi a partire dal prossimo anno, ma con un se: dovranno riuscire a convincere le autorità di vigilanza che i loro bilanci siano sufficientemente solidi da riuscire a contrastare gli effetti economici e finanziari provocati dalla pandemia del coronavirus.
Mersch non ha nascosto di avere qualche timore, a tal proposito. L’eventuale via libera alle cedole “dipenderà dalla prudenza dei modelli interni delle banche, dalla prudenza adottata nell’effettuare gli accantonamenti e dall’eventuale solido outlook sulla traiettoria di capitale”, ha detto.
Prossimo a ritirarsi dalla carica che ricopre nel board esecutivo della Bce, Mersch ha lanciato più di un avvertimento alla stessa Vigilanza, invitandola a non abbassare la guardia.
La vigilanza, a suo avviso, dovrebbe essere infatti “molto prudente” nel permettere che “l’erogazione delle cedole venga ripristinata ai livelli precedenti la pandemia”. Questo, ha precisato, “non significa che dovremo a mantenere il divieto assoluto a tutti i costi”, visto che il bando provoca anche “una incertezza legale”, dal momento “che abbiamo un solo strumento di imposizione nella nostra regolamentazione, che è basato su un approccio caso per caso“.
Il punto è che, nell’area euro, ci sono ancora alcune banche che adottano “scenari molto rosei” nei loro modelli interni, che calcolano il loro fabbisogno di capitale.
Certo, ha ammesso Mersch, le banche sono entrate nella fase della pandemia con “requisiti patrimoniali più forti” rispetto a quelli della crisi finanziaria del 2008.
Ma sarebbe “un po’ sorprendente o pretestuoso” finanziare l’erogazione delle cedole ai loro azionisti attingendo a quegli allentamenti delle regole sui capitali che sono stati concessi dalla vigilanza.
Alcuni paesi come Svizzera e Svezia hanno indicato di già la volontà di consentire di nuovo alle banche di tornare a erogare i dividendi a partire dal 2021, mentre la Federal Reserve e la Bank of England devono prendere ancora una decisione.
Come ricorda il Financial Times, una decisione sui dividendi delle banche da parte della Bce sarà annunciata solo a seguito della pubblicazione, da parte dell’istituzione, delle nuove stime sull’economia, che avverrà il prossimo 10 dicembre.
Il numero uno di una grande banca dell’Eurozona, che ha parlato in condizioni di anonimato, ha ammesso che la propria banca ha iniziato a stringere i rubinetti del credito, al fine di conservare capitale e ottenere così il via libera alla distribuzione dei dividendi da parte delle autorità di vigilanza.
Il ceo ha aggiunto che la Bce rischia di creare “uno stigma” a carico di qualsiasi istituto a cui decidesse di impedire di ripristinare l’erogazione delle cedole.
Ma Carolyn Rogers, segretario generale della commissione di vigilanza di Basilea, ha avvertito di recente che è troppo presto per le banche “cantare vittoria” riguardo alla risposta che hanno dato all’emergenza economica e sanitaria del coronavirus, sottolineando che l’erogazione dei dividendi dovrebbe continuare a essere vietata almeno fino a quando non sarà chiaro l’impatto economico e finanziario di lungo termine provocato dalla pandemia.