Banco BPM regista risiko banche, AD Castagna: con Orcel in UniCredit e Montani in Bper scenario cambiato
Mentre sono scintille tra CreVal e Credit Agricole per l’Opa che i francesi hanno lanciato sulla banca valtellinese, partita ieri, il risiko bancario torna a ruotare attorno a Banco BPM, l’istituto forse tra i più esplicitamente aperti a imbarcarsi in una operazione di M&A.In un’intervista rilasciata al Messaggero, l’AD di Banco BPM Giuseppe Castagna lo (ri)conferma: “Banco BPM è pronto per una grande fusione. Il contesto bancario attuale non può prescindere dal riflettere su operazioni di M&A. Sono passati quattro anni dalla fusione che ha visto nascere Banco BPM e oggi ci sentiamo pronti per valutare tutte le opzioni verso ulteriori aggregazioni”. Castagna ricorda che “Banco BPM per storia e per scelta è una banca di prossimità, ed essere oggi la terza banca del Paese ci permette di continuare a svolgere questo ruolo importante per famiglie e imprese. Anche con un’operazione che ci faccia crescere continueremo a conservare questo dna, ma con dimensioni tali da affrontare al meglio lo scenario competitivo che si sta delineando”.
Ma quale potrebbe essere la sposa perfetta per il Banco, chiede il Messaggero, facendo i nomi di UniCredit, Bper, Mps e ora anche Carige, con l’Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi) a caccia di un acquirente della sua quota dell’80% nella banca genovese, dopo il nulla di fatto di Cassa Centrale Banca? Castagna è vago: “La validità industriale è per noi preminente. La nostra posizione attuale si è rafforzata grazie alla revisione della partnership con Cattolica Assicurazioni e, in prospettiva, dalle potenziali opzioni che si aprono alla scadenza dell’accordo con Covea. Questa condizione ci permette di scegliere tra l’accrescere la nostra competitività e redditività stand alone o in alternativa esplorare le possibili strade sul fronte M&A. Ricordando anche il fatto che la legge di Bilancio 2021 introduce elementi oggettivi di convenienza per le aggregazioni bancarie, a patto che si perfezionino entro l’anno”.
Come ha ricordato di recente anche Prometeia, “la norma che potrebbe interessare maggiormente le banche italiane (contenuta nei commi 233-243 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio) è quella che mira a incentivare le aggregazioni aziendali. In caso di operazioni di fusione o conferimenti di azienda avvenute entro il 31 dicembre 2021, è consentita la trasformazione in credito d’imposta delle attività per imposte anticipate (DTA) riferite a perdite fiscali e all’eccedenza ACE (aiuto alla crescita economica). Questa possibilità è prevista anche nel caso di attività per imposte anticipate non iscritte in bilancio. Per poter beneficiare del credito d’imposta la nuova società nata dalla fusione o aggregazione dovrà pagare una commissione pari al 25% dell’importo complessivo delle DTA convertibili. Nonostante una commissione non trascurabile (soprattutto se paragonata ai canoni previsti da altre norme simili precedenti), si apre uno scenario di possibili operazioni straordinarie, sia per le banche significative che per quelle di minori dimensioni”.
E di questo Castagna è perfettamente consapevole.
Degli incentivi alle fusioni aziendali si è parlato molto nel caso di Mps, l’eterna patata bollente che il governo, anche quello di Mario Draghi, vorrebbe rifilare a UniCredit. Eppure il titolo Monte Paschi di Siena non sembra scontarla, questa solitudine.
Tra tutti i titoli bancari scambiati a Piazza Affari, Mps è quello che incassa il guadagno più forte, volando fin oltre +6%.
Effetto Castagna? In realtà più volte si era parlato anche di uno scenario M&A che vedesse protagonista una fusione a tre con protagoniste proprio le tre banche UCG-Mps-Banco.
Monte Paschi ha stilato un piano che prevede una fusione con un peer e un potenziale aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro da completare nel terzo trimestre. La banca ha avvertito che potrebbe scendere al di sotto dei suoi requisiti di riserva di capitale tra la fine di marzo e il completamento dell’aumento di capitale.
Equita SIM: per BPM meglio opzione UniCredit che Bper
Così Luigi Pedone, analista di Equita SIM, commenta le ultime dichiarazioni arrivate da Castagna, facendo un sommario di quanto l’AD ha detto: “In un’intervista al Messaggero, l’AD di Banco BPM Castagna ha confermato l’atteggiamento di apertura verso ipotesi di aggregazione con altri istituti. In particolare:
- La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione delle banche rendendo necessario il processo di consolidamento del settore, che permetterà di raggiungere maggiori efficienze operative e un incremento degli investimenti sul fronte digitale.
- L’accordo sulla prosecuzione della JV con Cattolica garantisce flessibilità strategica in ottica M&A.
- Il cambio dei vertici di Bper e UniCredit modifica temporaneamente gli scenari, ma non la volontà disponibilità da parte di Banco BPM a valutare possibili operazioni.
A tal proposito, Castagna ha così risposto alla domanda sulle possibili ripercussioni che potrebbero avere sulle banche italiane e anche su Banco BPM l’arrivo di Piero Montani in Bper e di Andrea Orcel -sul cui maxi stipendio, tra l’altro, è nato un vero e proprio caso -in UniCredit:
“Indubbiamente queste novità possono in qualche modo risultare decisive, in un senso o nell’altro, nel futuro assetto del sistema bancario. Cambiano gli scenari e bisognerà capire di conseguenza come si profilano le idee e le intenzioni di chi sarà alla guida di queste imnportanti realtà, quali le loro priorità e come pensano di approcciarsi a potenziali operazioni. Certamente il dialogo da parte nostra rimane aperto e il fatto che possano cambiare gli interlocutori, non cambia la disponibilità della collaborazione e all’eventuale sviluppo di relazioni proficue”.
Così Pedone di Equita SIM commenta le parole di Castagna:
“L’intervista, pur non aggiungendo particolari novità, ribadisce la centralità di Banco BPM all’interno del consolidamento del settore bancario. Riteniamo che le business combination prospettate per Banco BPM (come UniCredit e Bper) siano entrambe sensate dal punto di vista industriale, ma che un’eventuale aggregazione con UniCredit possa riconoscere agli azionisti di Banco BPM un premio maggiore rispetto al deal con Bper, dato che un’operazione di questo tipo si configurerebbe probabilmente come un merger of equals”.
E se davvero questo merger of equals si concretizzasse, si confermerebbe la solitudine di Mps, che tra l’altro nelle ultime ore ha dato anche pessime notizie sull’impatto dei costi legali sullo shortfall stimato per il 2021.
Da segnalare che Equita SIM ha un rating “buy” sul titolo Banco BPM, a fronte di un target price pari a 2,5 euro, praticamente pari al valore a cui il titolo ha chiuso la sessione di ieri.
L’opportunità di procedere a una fase di risiko bancario è stata auspicata dalla stessa Bce. A tal proposito, Castagna ha detto che proprio “la pandemia ha reso il consolidamento bancario più urgente al fine di ridurre i costi, accelerare sulla trasformazione digitale, implementare i piani sulla sostenibilità, dare un nuovo impulso alla redditività e, non in ultimo, affrontare la sovracapacità del sistema bancario”.