Banco BPM e i tre dossier sul tavolo: non solo Credit Agricole, ipotesi M&A con UniCredit e Bper
Considerando il peggioramento di Piazza Affari, il titolo di Banco BPM continua a reggere, incrementando anche i guadagni.
Banco BPM torna a essere oggetto, come è ormai da settimane se non mesi, di rumor su nuove operazioni di M&A nel settore bancario italiano. Definita spesso la sposa perfetta, negli ultimi giorni la banca è stata al centro di indiscrezioni, da cui è emersa come sempre più probabile l’opzione di un’aggregazione con Credit Agricole Italia.
Con i francesi di Credit Agricole già da tempo presenti in Italia, e l’urgenza di procedere a operazioni di fusioni nel periodo della grande crisi innescata dalla pandemia del coronavirus, qualche giorno fa il matrimonio tra Banco BPM e Credit Agricole è stato considerato quasi certo, al punto che qualcuno ha parlato di decisioni già definite sul fronte della governance di quella che diventerebbe la seconda banca italiana.
UniCredit in stile ‘Io ballo da sola’ sarebbe a questo punto spodestata?
In realtà, secondo le ultime indiscrezioni riportate da Milano Finanza, l’AD di Banco BPM Giuseppe Castagna starebbe esaminando ben tre dossier, incluso quello con Credit Agricole Italia.
Come anticipato dal Corriere della Sera, il deal con la banca darebbe vita a una entità con “32 mila dipendenti e, stando ai bilanci chiusi il 31 dicembre 2019, 6 miliardi di euro di proventi operativi e oltre 1,1 miliardi di utile netto (..)”. Si tratterebbe di una banca di grandi dimensioni, con alle spalle un partner francese che è presente in 50 paesi e ha chiuso il 2019 con 6,8 miliardi di utili netti. Una banca che avrebbe una presenza in Italia superiore a quella attuale di Unicredit”. La seconda banca italiana, per l’appunto, dopo l’entità post fusione Intesa SanPaolo-Ubi Banca.
Detto questo, Castagna starebbe valutando anche altre due opzioni.
Con l’aiuto di Lazard, la banca di Piazza Meda starebbe considerando le ipotesi di aggregazione con UniCredit e Bper.
“Piazza Meda (Banco BPM) potrebbe infatti rafforzare l’anima italiana del gruppo (UniCredit) dopo la separazione e la possibile quotazione degli asset esteri” convogliati nella subholding di UniCredit in Germania.
Sono sempre di qualche giorno fa alcune indiscrezioni del Sole 24 Ore, secondo cui UniCredit starebbe infatti premendo l’acceleratore sul piano, non esattamente nuovo, che prevede lo scorporo delle attività estere da quelle italiane e la successiva quotazione della subholding (di asset esteri) alla borsa di Francoforte, anche per recidere il cordone ombelicale che lega la banca guidata da Jean-Pierre Mustier al rischio Italia.
Qualcuno continua a insistere sul ruolo di UniCredit come cavaliere bianco di Mps, soprattutto alla luce della nomina a presidente dell’istituto senese di Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’economia dei governi Renzi e Gentiloni, regista anche dell’operazione di ricapitalizzazione precauzionale con cui Mps, nel 2017, è stata salvata.
Altri ritengono più probabile un matrimonio con una banca straniera, del calibro di BNP Paribas.
E se invece l’ideale, per UniCredit, fosse focalizzare le sue mire su Banco BPM? E’ questa l’ipotesi che Milano Finanza riporta, commentata anche dal report odierno di Banca IMI:
“Banco BPM sta valutando diverse opzioni di M&A, inclusa quella di un accordo potenziale con UniCredit, che avrebbe il supporto di alcuni dei soci storici di UniCredit che sono presenti anche nel capitale di Banco BPM”. Le nozze sarebbero anche “un alibi per UniCredit per evitare un accordo con Mps”.
“Secondo l’articolo (di MF) – si legge ancora nella nota degli analisti di Banca Imi – un accordo con Credit Agricole non sarebbe preferibile alle altre opzioni e non ci sarebbe un consenso unanime neanche in seno alla banca francese”.
Nel commentare la possibilità di una fusione tra Banco BPM e UniCredit e dell’altra opzione tra Banco BPM e Credit Agricole, gli analisti di Banca IMI affermano di credere che “entrambe le ipotesi avrebbero senso da un punto di vista industriale, sebbene Mustier (il ceo di UniCredit) abbia negato ufficialmente ogni interesse verso le operazioni di M&A”.
In ogni caso, “Banco BPM sembra essere al centro del processo di consolidamento in Italia e riteniamo che i prezzi correnti di mercato non incorporino ancora alcun premio M&A”. Per questo, Banco BPM è valutata con rating “Add” dagli analisti di Banca IMI, a un target price di 1,64 euro per azione.
Ma Banco BPM potrebbe secondo le indiscrezioni puntare anche alle nozze con una “banca storicamente molto vicina, la Bper“, si legge nell’articolo di Milano Finanza. E “se è vero che Bper è impegnata nell’acquisto delle 532 filiali di Intesa-Ubi il gruppo partecipato da Unipol ha l’ambizione di crescere ancora e Banco Bpm potrebbe essere un target molto interessante”.