Banco BPM: UniCredit e Credit Agricole spose perfette? Ma per altri Mustier dovrebbe puntare sulla sua Francia
Banco BPM è stata spesso definita come la sposa perfetta per le banche italiane a caccia di prede. Ma quale sarebbe la sposa perfetta per la banca di Piazza Meda, guidata dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna. Per gli analisti di Equita SIM, un deal tra Banco BPM e UniCredit, così come una opzione tra Banco BPM e Credit Agricole, avrebbero senso.
In un momento in cui si fa un gran parte anche dei progetti di UniCredit, gli analisti di Mediobanca Securities continuano invece a sponsorizzare un matrimonio tra la banca guidata dal ceo Jean-Pierre Mustier e una banca francese.
Gli analisti ricordano che un’operazione di M&A cross border, ovvero transazionale, si sta facendo ormai strada nell’ambito di un progetto più ambizioso, in Europa, che punta a una integrazione politico/economica ulteriore tra i paesi, e che prevede, anche, la creazione di banche che possano essere definite come “JP Morgan europee”.
In determinate condizioni, ovvero “nel caso in cui venissero apportate modifiche alle regole varate per le banche sistemiche (le cosiddette G-SII rules, pensate per le istituzioni globali importanti da un punto di vista sistemico – di cui UniCredit fa parte), e se ci fosse per l’appunto un’ulteriore integrazione europea che smorzasse le attuali differenze geografiche, UniCredit sarebbe l’unica banca capace di creare un gruppo di dimensione globale, coprendo, unendosi a una banca francese, fino al 70% della popolazione Ue”, si legge nella nota di Mediobanca Securities. Che ritiene che, nello specifico, un matrimonio con BNP Paribas sarebbe “l’unica combinazione che non richiederebbe una transizione verso un modello MPE in base allo status quo (Multiple point of entry, intesa come strategia di risoluzione dei gruppi bancari. Strategia in base alla quale le perdite dovrebbero essere assorbite dalla capogruppo e dalle singole componenti del gruppo).
Questo, in un contesto in cui la visibilità sugli utili del 2021 – quando la questione degli NPL provocati dalla crisi COVID-19 esploderà – del settore bancario rimane bassa e le valutazioni dei titoli delle banche sono ostaggio di una tale incertezza. Non per niente gli analisti di Mediobanca sono neutrali su UniCredit, e non hanno nessun rating “outperform” su nessuna delle banche del Sud Europa”.
Tornando a Banco BPM, gli analisti di Equita SIM ricordano che, in base ai rumours, le possibili business combination riguardano il Credit Agricole Italia e Unicredit. “Crediamo – si legge nel report – che l’opzione Bper sia invece nel breve meno percorribile visto che la banca deve ancora completare l’acquisizione e integrazione degli sportelli UBI Banca.
“Crediamo che la governance di Banco BPM, con il 23% del capitale controllato da 13 investitori istituzionali, renda difficile immaginare un’operazione che non si traduca in una significativa generazione di valore. Secondo noi l’M&A rappresenta un’occasione unica per il management di far emergere il valore inespresso degli asset quotati / liquidi di Banco BPM, come il 20% di Anima, il 2% di Nexi e il 39% di Agos-Ducato che valgono il 43% della capitalizzazione di mercato e al netto dei quali il titolo tratta con un P/TE di 0,15 volte (senza contare i capital gain superiori ai 700 milioni di euro su governativi classificati al costo). Un deal con il business domestico di Credit Agricole che dovesse comprendere nel perimetro anche la quota di maggioranza di Agos- Ducato (61%) detenuta da Credit Agricole, ipotizzando una valutazione uguale di 0,25 volte P/TE per il business bancario delle due banche (ie BAMI ex partecipazione quotate), porterebbe Banco BPM a detenere il 60% della nuova entità con un impatto positivo sulla valutazione del 40% circa pre- sinergie (valutazione 2,3 per azione ovvero 0,33 volte P/TE)”.
“Anche un deal con UniCredit avrebbe un forte razionale strategico (quota di mercato UniCredit in Lombardia salirebbe dal 7% al 14%): UniCredit potrebbe valutare Banco BPM fino a 2,4 per azione, pagando il 40% del prezzo cash e registrare un assorbimento patrimoniale (post oneri di ristrutturazione superiori a 2 miliardi) equivalente a quello atteso nel 2020-21 dagli effetti regolamentari – che secondo noi potrebbero venire sospesi proprio in virtù della business combination”.