Banche italiane: settimana cruciale per prossime mosse risiko, tra trimestrali e stress test. Giovedì i conti di UniCredit
Tra l’esito imminente degli stress test condotti dall’Eba, i rumor di M&A, il via libera ai dividendi arrivato qualche giorno fa dalla Bce, i risultati di bilancio pronti a essere snocciolati, le banche saranno le grandi protagoniste di questa settimana di Piazza Affari.
UniCredit, in particolare, sarà la prima BIG tra le banche ad alzare il velo sui conti del secondo trimestre.
L’appuntamento è previsto per giovedì 29 giugno: quel giorno toccherà anche a Piazzetta Cuccia.
Le informazioni di bilancio che verranno annunciate saranno determinanti per un settore, quello bancario italiano che, nelle ultime sessioni, non ha certo spiccato con rialzi corposi.
Vale la pena di menzionare a tal proposito un report di Mediobanca Securities, segnalato in un articolo di Affari&Finanza di La Repubblica.
Il report sottolinea che, nell’ultimo mese, in generale le quotazioni delle banche italiane hanno sofferto un calo del 9% in Borsa, facendo peggio del -5% riportato dal sottoindice di riferimento delle banche dello Stoxx Europe 600, ovvero dello Stoxx Europe 600 Bank.
Ma dall’inizio dell’anno gli stessi titoli hanno fatto meglio delle rivali dell’area: in media +33%, rispetto al sottoindice, che si è limitato a un progresso del 23%.
Banche italiane: da inizio anno hanno fatto meglio delle europee
Perchè le banche italiane hanno sovraperformato le banche europee?
C’è il fattore dividendi che, nel caso di alcuni istituti, saranno particolarmente ghiotti, e persiste il fattore ‘risiko bancario‘.
A dispetto delle varie precisazioni – focus in particolare su quelle di Andrea Orcel e di Piero Montani, rispettivamente ceo di UniCredit e di Bper, che hanno fatto capire chiaramente che l’M&A per ora non è una questione prioritaria – secondo Mediobanca Securities ci sono i giusti presupposti che una mossa possa essere compiuta anche nel breve termine.
Riporta A&F: “Mentre Intesa SanPaolo e Credem si confermano come i titoli da considerare sotto la luce della qualità degli asset e della presenza nel risparmio gestito, i titoli che secondo Mediobanca Securities potrebbero concentrare le aspettative di operazioni straordinarie restano UniCredit, Banco BPM e Bper Banca“.
Nel caso di Mps, nuovi rumor sulla determinazione del Tesoro primo azionista a darla in sposa a UniCredit, sono arrivati la scorsa settimana, infiammando il titolo della banca senese per due sessioni consecutive. Il matrimonio con Piazza Gae Aulenti potrebbe forse davvero, a dispetto dello scetticismo generale, concretizzarsi.Anche perché, grazie alla Fondazione, la bomba dei rischi legali si è fatta più leggera. E anche se Montani, nuovo AD di Bper, ha smentito le voci che danno la banca come promessa sposa di Banco BPM o di Popolare di Sondrio, da una nota di Equita è emerso che gli analisti continuano a credere in una operazione di M&A, in particolare con Popolare di Sondrio.
Non ci sono tuttavia soltanto le view e i rumor sulle banche a tenere banco.
Soci pronti all’abbuffata dopo via libera dividendi Bce
Venerdì scorso la Bce ha tolto finalmente la ghigliottina sui dividendi e sulle operazioni di buyback imposta lo scorso dicembre alle banche dell’area euro, quando aveva deciso di togliere il divieto a queste operazioni deciso con l’esplosione della pandemia Covid-19 nel 2020, confermando tuttavia ancora la presenza di forti limitazioni.
Tant’è che oggi Equita SIM scrive:
“La decisione della Bce conferma la nostra view sul settore, secondo cui sarà importante focalizzarsi su nomi di qualità, con buona redditività e solida posizione patrimoniale e in grado di offrire remunerazioni interessanti agli azionisti”.
Gli analisti hanno ricordato come, tra gli istituti prossimi a erogare ghiotte cedole, ci siano soprattutto Intesa Sanpaolo (yield potenziale maggiore del 6%), Mediobanca (yield potenziale maggiore del 6%), Banca Mediolanum (con yield al 9,2%).
Radiocor il Sole 24 Ore ricorda anche la scelta degli analisti di Bestinver Securities, che “si focalizzano sulle cedole future: ‘La nostra scelta chiave rimane Mediobanca’ che tra le altre cose ‘ha un modello di business peculiare che è, rispetto alle altre banche, meno esposto al Covid-19’. UniCredit, invece, ‘sembra essere la banca con il più grande buffer di capitale rispetto alla sua capitalizzazione. Il rimpasto manageriale che sta avvenendo e la necessità di presentare un nuovo business plan, ci suggeriscono che qualsiasi politica di payout dipenderà anche dalla nuova strategia che il management vorrà adottare’. Infine, Ca’ de Sass, è il titolo che ‘rimane il consueto high-yield tra le banche italiane’.”
Tutto questo viene ribadito anche in un articolo de il Sole 24 Ore:
Cedole: il focus è su tre banche: Intesa, UniCredit, Mediobanca
“In Italia gli occhi sono concentrati essenzialmente su tra banche: Intesa Sanpaolo, UniCredit e Mediobanca. Per dimensioni e pay out, sono quelle che hanno i maggiori conti in sospeso con i propri azionisti, e che ora si preparano a riversare loro oltre 4 miliardi. La maggior parte arriveranno da Ca’ de Sass: il ceo, Carlo Messina, è da gennaio che parla di una cedola doppia per l’autunno. Dopo i 694 pagati in primavera, Intesa ha preannunciato un saldo fino ad arrivare al 75% dei 3,5 miliardi di utile netto rettificato 2020, dunque altri 1,9 miliardi. A cui, però, si aggiungerà una parte di quel 70% dell’utile netto che l’istituto si propone di erogare in dividendi cash a valere sui risultati del 2021. Quanto? Messina non l’ha specificato, ma gli analisti contattati da Il Sole 24 Ore si aspettano mediamente un altro miliardo (almeno)”, si legge nell’edizione di sabato 24 luglio del quotidiano di Confindustria.
“In UniCredit – prosegue l’articolo – invece lo strumento preferito è il buyback, riacquisto di azioni proprie che indirettamente fa aumentare il valore di quelle nelle tasche degli altri soci: esattamente un mese fa, il 25 giugno, la banca guidata da Andrea Orcel aveva chiuso un primo buyback da 178,7 milioni varato dalla gestione precedente, a cui dovrebbe aggiungersene ora un altro da 650 milioni. Sommando alle due operazioni di riacquisto i 268 milioni pagati in contanti il 21 aprile scorso, si arriva a 1,1 miliardi, per un dividend yield che pochi giorni fa gli analisti di Equita calcolavano di poco superiore al 6%, nella stessa area di Intesa Sanpaolo. Chi si prepara a staccare un altro assegno è anche Alberto Nagel (Mediobanca), consapevole che il miglior modo per tenere a bada i propri azionisti in fermento è remunerarli: in ballo, all’assemblea in calendario per ottobre ci dovrebbe essere una cedola da 63 centesimi per azione (quasi 20 in più rispetto alle ultime due), pari a un ammontare totale di quasi 600 milioni distribuiti ai soci”.
In tutto questo, un altro importante test per le banche sarà rappresentato dalla pubblicazione dell’esito degli stress test condotti dall’Eba (Autorità bancaria europea) sugli istituti europei. Che farà luce sui reali punti di debolezza delle banche.