Banche italiane: piani industriali a confronto, il wealth management è la nuova leva di crescita?
Unicredit e Intesa Sanpaolo perseguono gli obiettivi più ambiziosi di crescita dei ricavi e degli utili tra le principali banche italiane. E’ ciò che emerge dallo studio di Excellence Consulting, analizzando i piani industriale dei principali istituti finanziari in Italia. Se tutte le banche analizzate puntano ugualmente al taglio dei costi per recuperare redditività, in particolare attraverso una profonda razionalizzazione della rete degli sportelli entro il 2019, gli obiettivi di incremento dei ricavi cambiano notevolmente a seconda delle strategie di crescita adottate dai diversi istituti.
Piani industriali a confronto
Analizzando da vicino i diversi piani industriali emerge che sono le due banche maggiori a perseguire gli obiettivi più ambiziosi di crescita dei ricavi e degli utili: Unicredit mira ad ottenere nel 2019 per ciascun sportello circa 7,6 milioni di proventi e 1,6 milioni di utili, mentre Intesa Sanpaolo già a fine 2017 prevede di ottenere entrate per sportello pari a 5,8 milioni e utili per sportello intorno ad 1,36 milioni. Oltre ad essere in vantaggio sul tempo di ottenimento dei risultati, Intesa è stata anche la banca che è si è posta gli obiettivi più ambiziosi di crescita dei ricavi. Unicredit prevede proventi al 2019 pari a 21,8 miliardi, con una crescita media annua nel periodo 2015-2019 dello 0,6%; Ubi si ferma a 3,6 miliardi, con una crescita dell’1,9%; Banco Bpm a 5,2 miliardi, con una crescita media annua dello 0,4%; mentre per Intesa Sanpaolo a fine 2017 sono attesi ricavi pari a 19,2 miliardi, con una crescita media annua nel periodo 2014-2017 che si dovrebbe attestare nell’ordine del 6%.
Che cosa fa la differenza? Secondo lo studio, è la capacità di focalizzarsi sulle aree di business a maggior valore aggiunto: “Ad esempio Intesa Sanpaolo prima dei competitori ha deciso di spingere l’acceleratore sui servizi di gestione dei risparmi e degli investimenti della clientela”, si legge nella ricerca. Una conferma arriva anche guardando alle voci di bilancio 2015. Le commissioni di gestione patrimoniale sono cresciute soltanto in Intesa: +1 miliardo a quota 2,7 miliardi. “Questi dati – afferma Maurizio Primanni, amministratore delegato di Excellence Consulting – dimostrano che crescono le banche che sanno trasformarsi in wealth management company, recuperando risorse su business diventati meno produttivi per dirottarle su altri con potenziale di crescita”.