BTP ringraziano Draghi, spread sotto 90 punti base conferma opportunità di emettere bond centenari
I BTP ringraziano Draghi, il cui solo nome continua a confermarsi una garanzia per il debitopubblico italiano.
Il governo Draghi è ancora in via di definizione, ma è bastata la decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di incaricare l’economista a formare un nuovo esecutivo post Conte bis ad alimentare un’ondata di forti buy sulla carta italiana. Anche se, è bene ricordarlo, di mezzo c’è sempre l’azione salvifica della Bce, con il suo QE pandemico PEPP e i vari bazooka lanciati e rafforzati dall’inizio della pandemia Covid-19.
Lo spread BTP-Bund è sceso anche sotto la soglia dei 90 punti base nella sessione odierna, con i tassi decennali capitolati al nuovo minimo storico dello 0,426%, stando ai dati riportati da Reuters.
Il differenziale viaggia ai minimi dall’inizio del 2015, tanto più nel Draghi Day, in flessione di ben 26 punti base dall’inizio del mese.
Scivolone anche per i tassi dei BTP a 30 anni, fino all’1,384%, non lontano dal minimo di sempre pari all’1,37%.
Lo spread BTP-Bund a 30 anni è crollato nelle ultime sedute fino a 135 punti base, vicino ai minimi dal 2016.
E un capitombolo lo ha fatto anche lo spread Italia-Spagna, ovvero BTP-Bonos, in calo fino a 30 punti base circa oggi, dopo aver testato ieri il valore più basso dal dicembre del 2017.
Reuters sottolinea che la forte discesa dei tassi ha portato anche qualche economista e strategist a ritenere che l’Italia potrebbe avvantaggiarsi delle condizioni favorevoli di mercato per emettere i bond Matusalemme o bond con scadenza anche a 100 anni.
Così ha commentato Althea Spinozzi, strategist della divisione di reddito fisso di Saxo Bank:
“Quest’anno, nel rifinanziare il debito a scadenza ai tassi attuali, l’Italia potrebbe risparmiare un ammontare di 41 miliardi di euro nel corso dei prossimi 15 anni”, si legge nell’articolo che Spinozzi ha pubblicato sul sito di Saxo Bank.
“La compressione dello spread di cui i titoli di stato italiani stanno beneficiando è una rara opportunità per il governo di emettere debito a basso costo con lunghe scadenze. Riteniamo che il paese trarrà vantaggio dal considerare la possibilità di emettere debiti con una maturity oltre i 50 anni. Un BTP centenario potrebbe presentare un rendimento del 2,5%, che è la media dei tassi che sono stati offerti dai BTP a tre anni negli ultimi 20 anni”.
Mettendo le cose in prospettiva, spiega Spinozzi, “attraverso l’emissione di un bond centenario, l’Italia offrirebbe un rendimento inferiore di 100 punti base rispetto al rendimento medio offerto dai BTP a 10 anni negli ultimi 20 anni, che è stato pari al 3,68%”. Spinozzi ricorda anche che i BTP a tre anni hanno offerto in media un rendimento pari al 2,4% dal 2000.