Autostrade, l’allarme di Atlantia: ‘con revoca concessione, default sistemico gravissimo in Ue per oltre 16,5 MLD’
Una eventuale revoca della concessione ad Autostrade da parte del governo italiano “provocherebbe un default sistemico gravissimo, esteso a tutto il mercato europeo, per oltre 16,5 miliardi di euro, oltre al blocco degli investimenti. Verrebbero così messi a serio rischio 7.000 posti di lavoro“. E’ l’allarme lanciato da fonti di Atlantia, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa.
“Bisogna assolutamente evitare questo scenario nefasto, vista la totale accettazione di tutte le clausole volute dall’esecutivo” , sottolineano le fonti.
Non è però dello stesso avviso il governo M5S-PD, secondo cui è stata Atlantia a non rispettare i patti.
A questo punto l’esecutivo giallo-rosso avrebbe deciso di concedere ad Atlantia altri 10 giorni per formulare una proposta che eviti il concretizzarsi dello scenario peggiore: quello, appunto, della revoca della concessione ad ASPI. La lettera con cui la holding della famiglia Benetton ha respinto l’ultimatum del governo avrebbe reso ancora più tesi i rapporti con l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte.
Le controparti continuano ad accusarsi di non avere rispettato l’accordo di luglio con cui è stato deciso il destino di Autostrade, controllata per l’88% da Atlantia.
Ieri sera Conte ha indetto una riunione con la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola de Micheli e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri per discutere del caso.
In generale, quella di ieri è stata senz’altro una serata convulsa per il governo, vista la riunione del Cdm sulla Nota di aggiornamento al Def che prevede con la legge di bilancio per il 2021 una espansione fiscale, in base a quanto stabilito l’altroieri, per un valore di 40 miliardi di euro, con deficit più alti e grazie all’apporto delle prime risorse attese dal Recovery Fund.
IRRITAZIONE DEL GOVERNO VERSO LETTERA ATLANTIA
Fonti di governo hanno parlato di “irritazione” del governo per la lettera ricevuta da Atlantia, che continua a dire di aver rispettato il contenuto dell’accordo di luglio, contrariamente a quanto ritiene il governo. Il governo ha respinto anche le accuse secondo cui starebbe facendo pressioni su Atlantia per un’operazione non trasparente e non di mercato (costringendola a cedere il controllo di Autostrade a Cassa depositi e prestiti).
Alla guerra di nervi tra Atlantia e governo si è unita la voce dei parenti delle vittime della tragedia del crollo del Ponte Morandi, avvenuta il 14 agosto del 2018:
“Questa società dovrebbe mettersi in ginocchio e cospargersi il capo di cenere, siamo scandalizzati da tanta arroganza”, ha detto Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, commentando i negoziati in corso per la cessione di Autostrade per l’Italia. “Siamo molto amareggiati che tanti italiani non comprendano la portata di questo gesto che ha il significato di schiacciare con un piede tutte le nostre teste di cittadini, è una vergogna!”, ha tuonato Possetti.
Atlantia ha a questo punto 10 giorni per formulare una proposta che convinca il governo a ritirare la minaccia della revoca della concessione ad ASPI.
La holding “confida nella capacità di mediazione e nell’equilibrio del Presidente Conte e del suo Governo”, hanno aggiunto le fonti. Intanto, altre voci indicano come l’impasse potrebbe risolversi con una mediazione finale di Cdp, con cui magari si riuscirebbe a trovare un accordo sulla questione della manleva, tra le più spinose che hanno provocato lo strappo tra la stessa Cassa depositi e prestiti e Atlantia. Ma lo strappo è stato forte, e ricomporlo non sarà sicuramente impresa facile.