Atlantia, sta per scadere ultimatum governo. Da Autostrade ok accordo ma senza cessione controllo a CdP
La tensione tra i Benetton e il governo è alle stelle, in vista dell’ultimatum lanciato dall’esecutivo Conte che scade domani, sabato 10 ottobre. Eppure diversi sono i quotidiani a parlare oggi di speranza che le trattative riprendano presto. Di ufficiale c’è per ora che, se Atlantia non presenterà una proposta che convincerà il governo, Autostrade si vedrà revocare la concessione.
Qualcosa però si sta per l’appunto muovendo, come riporta un articolo de Il Sole 24 Ore:
“Nel fitto carteggio di ieri tra l’esecutivo, Cdp e le società qualche spiraglio per la ripresa del dialogo c’è. Ad aprire le danze è stata proprio Aspi con una lettera indirizzata al segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, e ai capi di gabinetto di Mit e Mef, Alberto Stancanelli e Luigi Carbone.
“Autostrade per l’Italia – si legge nella missiva – si dichiara disponibile a sottoscrivere il testo dell’accordo inviato il 23 settembre senza alcuna modifica e con la sola eliminazione della condizione di efficacia di cui all’articolo 10″.
Della lettera inviata da Autostrade al governo ha parlato la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, nel primo pomeriggio, in audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera:
“E’ appena arrivata una lettera di Autostrade per l’Italia, con la quale ci comunica di accettare il testo dell’accordo negoziale, chiedendo la sola eliminazione della clausola dell’articolo 10 in relazione della condizione di efficacia della trattativa societaria”.
Praticamente, dalla lettera emerge che la società controllata da Atlantia è disposta ad accettare l’accordo siglato lo scorso 14 luglio con il governo, a patto però che le venga riconosciuto il diritto di piazzare sul mercato le quote senza dover prima essere ceduta direttamente a CdP.
I moniti da parte di De Micheli prima e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri poi non sono mancati.
La De Micheli ha ricordato che “gli accordi vadano rispettati”, aggiungendo che, “un minuto dopo che queste lettere sono arrivate a noi ministri e illustrate al Cdm, abbiamo chiesto niente più e niente meno che il rispetto di quelle proposte che noi abbiamo ritenuto idonee a rispettare l’interesse pubblico“. Ancora De Micheli: “Aspi si è sottratta alla condivisione dei contenuti tecnico-giuridici dello schema dell’atto negoziale, nel quale è evidente l’imprescindibile scopo di definire la procedura di contestazione attivata tale da soddisfare l’interesse pubblico. Lo stallo è dovuto al fatto che permane anche nella lettera appena giunta al Mit la non accettazione della clausola dell’articolo 10”.A questo punto, in vista dell’ultimatum del governo, in calendario nella giornata di domani, “procederemo nel confronto con gli altri soggetti coinvolti, Mef e presidenza del consiglio, e prenderemo le determinazioni conseguenti una volta approfondita la lettera. Ho ritenuto doveroso informare il Parlamento, ma sono venuta da voi senza aver preso determinazioni”.
Dal canto suo il ministro Gualtieri, nell’affrontare il dossier Atlantia a Porta a Porta ha fatto notare che senza un accordo si riattiva la procedura di revoca della concessione.
Detto questo, come si legge nella nota odierna di Equita, “in serata due nuove lettere sarebbero state inviate dal Ministro dell’Economia e da CDP ad Atlantia con l’invito a rivedere la propria posizione. Il Giornale parla di possibile incontro già oggi fra le parti”, il che lascia pensare che le controparti siano comunque intenzionate a trovare una intesa: scenario su cui la SIM milanese scommette da tempo, visto che “la revoca della concessione sarebbe la conclusione più negativa per la società (litigation legale, rischio per il rifinanziamento del debito)”.
Proprio per gli effetti disastrosi di un mancato accordo, Equita da giorni ripete che, a suo aviso, “potrà essere trovata una soluzione con il governo per il passaggio del controllo di ASPI”.
Trapela fiducia nella possibilità di un accordo last minute anche da parte del Sole 24 Ore: secondo il quotidiano di Confindustria “il fatto che ASPI sia disponibile a sottoscrivere l’accordo con la sola eccezione dell`articolo 10 sarebbe da considerarsi un passo avanti nella negoziazione“.
La Stampa avverte invece che “il problema della trattativa rimarrebbe il prezzo di ASPI e le garanzie sulle potenziali cause dal crollo del Ponte Morandi”. Radiocor ha riportato in ogni caso nella giornata di ieri che “l’orientamento (di Autostrade), come spiegato nella lettera inviata al Governo il 29 settembre, è quello di una disponibilità al dialogo con Cdp senza pregiudizi ma pur sempre nell’alveo di una procedura di mercato già individuata, il cosiddetto ‘dual track’ (vendita in blocco dell’88% o scissione). Una piccola apertura al dialogo che, a sua volta, potrebbe essere formalizzata all’istituzione finanziaria. Insomma, da una parte e dall’altra sembra essersi riaperto uno spiraglio – ha sottolineato l’agenzia di stampa de Il Sole 24 Ore – i prossimi giorni diranno se ci sarà la reale possibilità di riannodare i fili delle trattativa. Anche perché, sullo sfondo, resta un nodo su cui le posizioni delle due parti, almeno a parole, appaiono ancora molto distanti: la manleva. Per Atlantia è un tema che potrebbe essere affrontato, come altri, nella fase di finalizzazione del riassetto con il singolo acquirente, tanto che nella ‘process letter’ inviata ai potenziali compratori non é prevista alcuna forma di garanzia in questa direzione. Per Cdp rappresenta invece una condizione importante per sedersi al tavolo”.
C’è da chiedersi a questo punto se il governo cederà sul fronte di Cassa Depositi e Prestiti. Che in queste ore sta brindando all’accordo che, insieme a Intesa Sanpaolo, ha raggiunto con il London Stock Exchange Group (LSEG) per l’acquisizione di Borsa Italiana.
Si conclude bene la settimana per CdP, se si considera che nella notte tra domenica scorsa e lunedì Nexi e Sia hanno raggiunto un accordo per la creazione della paytech leader nei pagamenti digitali in Europa: paytech che avrà come azionista di maggioranza