Atlantia scrive all’UE: “Governo non rispetta contratti e libero mercato”
La Commissione europea intervenga sulla disputa con il governo italiano per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Questo il contenuto di una lettera che, secondo il Financial Times, Atlantia avrebbe inviato a Valdis Dombrovskis, in cui la holding della famiglia Benetton punta il dito contro l’esecutivo italiano che potrebbe costringere Atlantia a cedere il controllo di ASPI ad una entità controllata dal governo, ossia Cassa Depositi e Prestiti ad un valore ridotto.
La lettera di Atlantia alla Ue
Secondo il quotidiano della City, Atlantia non sarebbe disponibile a cedere a qualunque prezzo il controllo di ASPI, ma potrebbe chiedere la risoluzione del contratto. E mentre il Governo italiano ha tempo sino al 30 giugno per decidere, “i vertici di Atlantia, nella lettera, hanno chiesto a Bruxelles di assumere una pronta e ferma iniziativa verso le autorità italiane per far fronte alla violazione del diritto dell’UE” ed alla violazione dei principi del diritto dell’UE, compreso il rispetto dei contratti e l’economia del libero mercato.
“Nella lettera – continua il FT – il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, e l’amministratore delegato Carlo Bertazzo hanno denunciato che la nuova legge (Milleproroghe, ndr) consentirebbe al governo di ridurre drasticamente il risarcimento dovuto alla società in caso di recesso anticipato o modifica del meccanismo di fissazione del pedaggio. Senza di essa – ricorda – il governo dovrebbe pagare 23 miliardi di euro di risarcimento per terminare la Concessione prima del 2038″. Come rivela il Corriere della Sera, al Ministero del Tesoro ci sarebbe un tavolo tecnico a cui partecipano anche i vertici di Atlantia per costruire un compromesso.
I nodi sul tavolo
I nodi sul tavolo sarebbero la sterilizzazione dell`art.35 del decreto Milleproroghe chiesta dai Benetton che di fatto avvicina la revoca delle concessioni e annulla, riducendola drasticamente, la maxi penale che lo Stato avrebbe dovuto pagare ai concessionari. Il governo però difficilmente potrebbe arretrare su una legge appena convertita in Parlamento. Altro nodo il taglio delle tariffe del 5% per 5 anni o per tutta la concessione, che però per Atlantia non è finanziariamente sostenibile visto che finirebbe per azzerare gli investimenti promessi per 14,5 miliardi. Su questo il compromesso potrebbe essere costruito in due modi. Nel primo le tariffe potrebbero essere ridotte sì, ma non per tutto l’orizzonte della concessione. Nel secondo la riduzione del 5% potrebbe essere digerita spalmando la concessione oltre il 2038. Una soluzione che, scrive il Corriere, metterebbe tutti d’accordo perché compenserebbe la riduzione delle tariffe incorporando flussi di cassa aggiuntivi ben oltre il 2038 e che potrebbe favorire un accordo come affermano gli analisti di Equita Sim secondo cui la cessione del 51% di ASPI permetterebbe di azzerare il debito nella holding (positivo), ma con il suo deconsolidamento, i core-asset del gruppo diventerebbero ADR ed Abertis.