Apple sorprende mercati con bilancio, dividendi e buyback. Ma cade vittima di carenza chip come colossi auto
Buona notizia per il club dei FAANG o delle Big Tech: i due titani Apple e Facebook hanno battuto le stime degli analisti, smorzando il timore che, per i titoli inondati lo scorso anno da una raffica di buy, la pacchia sia finita. Gli azionisti di Apple si sfregano le mani: in concomitanza con la pubblicazione del bilancio, il colosso di Cupertino ha infatti annunciato di aver autorizzato un nuovo programma di buyback azionario di $90 miliardi, incrementando anche i dividendi cash del 7%, a 22 centesimi di dollaro per azione.
Tutto ok? Per ora tutto bene, se non fosse per l’ammissione del direttore finanziario di Apple Luca Maestri che, nel prevedere per il trimestre corrente un’ennesima crescita del fatturato a doppia cifra percentuale su base annua, ha aggiunto che anche Apple fa fronte ai problemi legati alla fornitura di chip, la cui carenza sta preoccupando il mondo intero.
E questo particolare potrebbe iniziare a preoccupare analisti e investitori. Il gruppo ha detto d’altronde che le vendite del trimestre corrente potrebbero essere inferiori di circa $3-4 miliardi, rispetto al valore che presenterebbero nel caso in cui non ci fossero problemi relativi all’offerta dei semiconduttori: problemi che incideranno negativamente soprattutto sulla produzione degli iPad e del laptop e computer Mac.
Non un buon segnale, come conferma un articolo di Bloomberg, in cui si legge che “la scarsità globale dei chip sta andando di male in peggio, con i colossi dell’auto di tre continenti che si affiancano a Apple e a Samsung Electronics, nel paventare tagli alla produzione e perdite di fatturato a causa della crisi”.
“Global Chip Shortage Hits Apple, BMW, Ford as Crisis Worsens”: ovvero la scarsità globale dei chip colpisce Apple, BMW; Ford, mentre la crisi peggiora”, è il titolo dell’articolo di Bloomberg.
Apple cade vittima di scarsità chip come Honda, Ford, Samsung
Di fatto, nell’arco di 12 ore, “Honda Motor ha comunicato che interromperà la produzione in tre fabbriche del Giappone per 5-6- giorni circa, a partire dal prossimo mese; BMW ha indicato che sospenderà la produzione della sua Mini nella fattoria di Oxford, UK, per tre giorni; e Ford Motor ha tagliato le stime sugli utili, citando il motivo della scarsità di chip, problema che dovrebbe persistere anche l’anno prossimo”.
In tutto questo “ora – si legge ancora nell’articolo di Bloomerg – le stesse società che hanno beneficiato del balzo della domanda di smartphone, laptop e prodotti elettronici durante la pandemia – domanda che ha provocato la scarsità dei chip – stanno pagando lo scotto”.
Viene citata Apple, per l’appunto, ma viene fatto anche il nome di Samsung, il colosso sudcoreano che è sia produttore che consumatore di chip, e che oggi ha reso noto che, nel trimestre corrente, il fatturato e gli utili della sua divisione mobile – che produce gli smartphone Galaxy – soffriranno un calo, a causa sia della domanda debole per i modelli di punta, che per la carenza di chip.
Apple e il doppio annuncio buyback-cedole
Di seguito le voci principali del bilancio di Apple: il fatturato ha riportato una solida crescita, balzando del 54% su base annua, accompagnato tra l’altro da un aumento degli utili più alto, e in modo significativo, rispetto a quanto atteso da Wall Street.
Apple ha reso noto di aver concluso i primi tre mesi dell’anno – suo secondo trimestre fiscale – con un utile per azione di $1,40, in crescita del 118% rispetto allo stesso periodo del 2020, e ben al di sopra dei 99 centesimi stimati dal consensus degli analisti intervistati da Street.
Il fatturato è balzato per l’appunto del 54%, attestandosi a $89,58 miliardi, meglio dei $77,35 miliardi stimati, con più di 2/3 legati alle vendite nei mercati ex Usa.
Ottima la performance delle vendite di tutti i prodotti Apple: le vendite di iPhone sono balzate del 65,5%; quelle dei computer Mac sono volate del 70,1%, mentre quelle di iPad sono schizzate di quasi il 79% (sempre su base annua). Il fatturato legato ai servizi è migliorato del 26,7% dai precedenti $15,57 miliardi a $16,90 miliardi.
Il margine lordo del colosso si è attestato al 42,5% dal 39,8% atteso.
Così come nel caso di molti altri titoli hi-tech, Apple ha beneficiato molto del periodo di lockdown lanciato negli ultimi mesi-ultimo anno in tutto il mondo per arginare i contagi da Covid-19: i risultati relativi al primo trimestre, che ha coinciso con il momento della riapertura per diverse economie, grazie alle vaccinazioni, suggeriscono tuttavia che il trend di acquisto dei suoi prodotti potrebbe confermarsi solido anche con la fine dello stile di vita ‘stay at home’.
Tim Cook, ceo di Apple, ha affermato in particolare, commentando il bilancio dei primi tre mesi dell’anno, che “questo trimestre riflette sia il modo persistente con cui i nostri prodotti hanno aiutato i nostri utenti a gestire questo momento della loro vita, sia l’ottimismo che i consumatori sembrano avvertire guardando ai giorni migliori che ci attendono”.
Focus sull’impatto che la grande Cina ha avuto sul fatturato di Apple. Nella Cina continentale, a Hong Kong e Taiwan, il fatturato del gigante è volato infatti di oltre +87% a $17,73 miliardi.
Bisogna precisare tuttavia che il paragone è stato fatto con il primo trimestre del 2020, che ha visto la Cina varare severe misure di lockdown anti-Covid-19.
La domanda è se questi risultati di Apple verranno considerati sufficienti dai mercati per tornare a scommettere sul titolo, la cui performance è stata piatta dall’inizio del 2021, anche se il valore attuale è in rialzo dell’83% dal 31 dicembre del 2019 e del 241% dal 31 dicembre del 2018. Crisi dei chip permettendo.