Ansia da coronavirus scatena febbre oro, prezzi al record dal 2011. Effetto Recovery Fund, euro supera $1,15
Sale l’azionario, ma sale anche l’oro, che vola ai massimi dalla settimana del 16 settembre del 2011. Le quotazioni del metallo prezioso continuano a correre, raggiungendo quota $1857, record in nove anni. Il massimo assoluto di sempre rimane quello testato nella settimana del 9 settembre del 2011, a quota $1.921,17 l’oncia.
Si allineano i valori dei futures scambiati sul Comex e con scadenza ad agosto 2020 ($1.856,60, in crescita di 12,70 dollari ovvero +0,6888%) e del contratto spot sull’oro ($1.856,42, +14,51 dollari ovvero +0,79%).
Prosegue anche la febbre per l’argento, con le quotazioni che segnano un rally superiore a +5% a $22,69.
I movimenti che si stanno registrando sui mercati sono di per sé singolari, in quanto gli acquisti continui di oro e argento sono indicativi di un atteggiamento di avversione al rischio da parte degli investitori; il rialzo dell’azionario e degli asset di rischio (come l’euro) indica invece una propensione al rischio.
A tal proposito vale la pena rilevare come il rapporto euro-dollaro sia schizzato nelle ultime ore al record dal gennaio del 2019, fino a $1,1543.
Ad alimentare i nuovi acquisti sulla moneta unica è stata ovviamente la notizia, annunciata ieri martedì 21 luglio, dell’accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro, raggiunto dai leader europei.
Il rinnovato ottimismo degli operatori nelle potenzialità di ripresa post Covid-19 dell’economia europea ha dato un assist all’euro, a discapito del dollaro.
Il Dollar Index continua a viaggiare tra l’altro al minimo in più di quattro mesi, fattore che rende l’oro, l’argento e tutte le commodities denominate in dollari che, in questo modo, diventano meno costose per chi investe negli asset con altre valute diverse dal biglietto verde. Di qui gli acquisti sul bene rifugio e sull’argento (ma anche sul palladio, che viaggia a $2,166.62 e sul platino, che oscilla attorno a quota $882,74).
La caduta del dollaro è confermata anche nei confronti di altre valute. Verso la sterlina, il biglietto verde è scambiato a $1,2734, vicino al minimo delle ultime sei settimane. Contro il franco è a quota 0,9322, al valore più basso dal mese di marzo.
Il biglietto verde – e di conseguenza anche l’oro – scontano sia i timori legati alla recrudescenza dei casi di coronavirus a livello globale che le tensioni tra democratici e repubblicani sull’ammontare del prossimo piano di stimoli economici a favore dei cittadini Usa.
La speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto chiaramente che la proposta dei repubblicani di un piano del valore di $1 trilione non è sufficiente. Due mesi fa la Camera dei rappresentanti a guida democratica aveva approvato una proposta da $3 trilioni che i repubblicani hanno però ignorato.
Nel frattempo, mentre il numero dei casi di COVID-19 negli States continua a salire, un modello citato in precedenza dalla Casa Bianca prevede ora che più di 220.000 americani potrebbero morire entro il prossimo 1° novembre. L’incertezza sui contagi e sui possibili nuovi effetti sull’economia è un motivo più che sufficiente per spiegare il perché diversi investitori si stiano rifugiando nell’oro, bene rifugio per eccellenza.
Stando agli ultimi dati dati diffusi dalla Johns Hopkins University il virus ha infettato più di 3,8 milioni di americani, uccidendone 141.118 (dati aggiornati a martedì 21 luglio). E lo stesso presidente Usa Donald Trump è stato costretto ieri ad ammettere che la pandemia da coronavirus in atto in Usa probabilmente “peggiorerà, prima di migliorare”. “E’ qualcosa che non mi piace dire, ma è così che stanno le cose. Guardate al mondo, (il virus) è ovunque”.