Altro che Mps-UniCredit, per qualcuno l’M&A da urlo del made in Italy è tra Mediobanca e Banca Mediolanum
Altro che matrimonio Mps-UniCredit, Banco BPM-Bper, o fusione a tre Mps-UniCredit-Banco Bpm:
il risiko bancario migliore sarebbe un matrimonio tra Mediobanca e Banca Mediolanum, soprattutto alla luce dell’ennesima scalata di Leonardo Del Vecchio nel capitale di Piazzetta Cuccia.
Un report di Citi lo ha già scritto, parlando dei due istituti addirittura come dei Promessi Sposi Renzo e Lucia.
Oggi l’ipotesi viene ripresa da un articolo pubblicato su La Stampa, che porta la firma di Francesco Spini. In riferimento a Mediobanca e alle manovre del Mr. Luxottica, il quotidiano scrive che, “sfumata la possibilità di annettere Banca Generali, il mercato – ma la traiettoria è indicata dal piano dell’ad Alberto Nagel – si aspetta nuovi passi sul fronte della gestione dei patrimoni. Le speculazioni non mancano e guardano soprattutto al possibile interesse in una fusione con Banca Mediolanum. Lo ha fatto in un recente report anche Citi, che paragona i due istituti ai Renzo e Lucia della finanza italiana”.
Il titolo Mediobanca, sulla scia dei rumor, svetta sul Ftse Mib confermandosi il titolo migliore, con un rialzo superiore a +1%, in una sessione che si conferma piuttosto piatta; Banca Mediolanum è sotto pressione, in calo di mezzo punto percentuale alle 11.35 ora italiana.
Tra gli altri titoli, poco mossa Mps (+0,26%), idem UniCredit e Bper, Banco BPM più solida.
Vale la pena comunque notare che è da tempo che molti sottolineano che la vera preda ambita da Leonardo del Vecchio sia Generali.
Del report di Citi, ha parlato anche Mf-Milano Finanza:
“Mediobanca ha una solida storia azionaria, con elevate opportunità di rendimento del capitale, redditività superiore e, oltre allo slancio positivo del corporate and investment bank e del credito al consumo, registra una forte crescita del wealth management. Parte da queste premesse uno studio di Citi dedicato a Mediobanca e dal titolo significativo (I Promessi sposi?) per dipingere uno scenario in cui la banca guidata dal ceo Alberto Nagel potrebbe convolare al matrimonio con un altro player che per la banca d’affari potrebbe essere Banca Mediolanum. Citi conferma sul titolo di Piazzetta Cuccia il giudizio buy con prezzo obiettivo di 11,5 euro”.
La Stampa, ricordando quel report in cui “Citi riconosce in Mediobanca «grandi opportunità di ritorno del capitale, una profittabilità superiore» oltre a una «solida politica» in fatto di sostenibilità”, si chiede se tutto questo “basterà a giustificare i 2 miliardi investiti da Del Vecchio da un anno a questa parte (in Mediobanca)”.O se il patron di Luxottica abbia “altri disegni, come ad esempio una fusione con Unicredit”.
E anche di una fusione tra UniCredit e Mediobanca se ne era parlato, anche se all’inizio di maggio proprio l’AD di Mediobanca, Alberto Nagel, aveva rimandato al mittente l‘ipotesi delle nozze.
“In finanza tutte le fantasie sono lecite e anche interessanti. Dal punto di vista industriale credo sia una combinazione che serva poco ad entrambi”, aveva detto Nagel, rispondendo a una domanda che gli era stata posta durante la call indetta per commentare i risultati di bilancio di Mediobanca, relativi al primo trimestre dell’anno.
L’ipotesi di un’operazione di M&A tra Piazza Gae Aulenti e Piazzetta Cuccia era arrivata attraverso una simulazione di Deutsche Bank riportata da un articolo de Il Sole 24 Ore nel mese di marzo:
“La simulazione teorica di Deutsche Bank vede UniCredit lanciare un’offerta pubblica di acquisto su Mediobanca con un premio del 25%, valutandola 11,4 euro per azione che implica un multiplo prezzo/capitale tangibile di 1,2 volte con una componente cash del 25% (2,8 euro per azione) e il restante 75% in azioni (1 azione UniCredit per ogni azione Mediobanca). L’impatto sul Cet1 di UniCredit sarebbe ‘gestibile’ con una diluizione di -20 bps dal 12,8% al 12,6%”.
In questo modo, faceva notare il quotidiano di Confindustria, UniCredit avrebbe potuto scaricare definitivamente Mps, anche se decisiva sarebbe stata la dote del Tesoro, che poi si è visto, con il Decreto Sostegni bis, essere però molto meno ricca rispetto alle cifre circolate nelle settimane precedenti.
Nel far riferimento alla quota del 2% che Del Vecchio detiene in UniCredit e alla sua scalata in Mediobanca – che la scorsa settimana ha fatto un altro passo in avanti, portando la partecipazione di Del Vecchio a un soffio dalla quota della soglia autorizzata dalla Bce, l‘articolo del Sole vedeva nel patron di Luxottica una sorta di anello di congiunzione tra Mediobanca e UniCredit.
Citi invece vede come possibile matrimonio ideale quello tra Mediobanca e Mediolanum. D’altronde Del Vecchio ha ormai Mediobanca in pugno e con la sua soglia che ha, tramite Delfin, potrebbe iniziare sicuramente a muovere qualche pedina, sostituendo magari il cda di Piazzetta Cuccia. Allo stesso tempo anche La Stampa non rinuncia all’opzione di un merger Mediobanca-UniCredit.