Tassi Bund a record da 2015 zavorrano borsa Francoforte. A Wall Street focus su eBay, PayPal e Facebook
Occhio ai movimenti che stanno interessando il mercato azionario e dei bond a Wall Street e in Europa. Il balzo dei tassi sui Bund decennali allo 0,73%, record dal settembre del 2015, ha conseguenze immediate sulla borsa di Francoforte, che vede l’indice Dax bucare il livello di supporto rappresentato dalla media mobile a 50 giorni, e scivolare fino a -1,1%, al minimo dallo scorso 3 gennaio.
Il bilancio 2018 rimane comunque positivo per il listino tedesco, che ha guadagnato da inizio anno l’1,6%, dopo essere salito fino a +5,3% la scorsa settimana. Il brusco movimento dei tassi sui Bund ha un effetto domino anche su Wall Street dove, improvvisamente, i futures sul Dow Jones sono capitolati di 200 punti, bucando la soglia dei 26.000 punti.
A Wall Street l’attenzione è tutta sui titoli di alcuni colossi della corporate America che hanno pubblicato i loro bilanci.
Protagonisti della sessione sono soprattutto eBay e PayPal, dopo che la prima ha annunciato un piano per cambiare l’iter di pagamento predefinito. Tale iter non prevederà più soltanto PayPal, che fino a oggi è stato il metodo di pagamento principale sulla sua piattaforma, ma si baserà sempre più su un sistema che permetterà a eBay di ricevere i pagamenti direttamente dagli acquirenti che fanno shopping online.
eBay prenderà praticamente il controllo del sistema dei pagamenti online, spodestando anche se in modo graduale PayPal, che ha gestito i pagamenti legati all’e-commerce sulla base di un accordo siglato quando le due società si sono separate, nel 2015.
Il colosso delle aste online prevede, in questo modo, di beneficiare di un fatturato e di utili aggiuntivi rispettivamente di $2 miliardi e $500 milioni, una volta che la transizione sarà completata.
Il titolo PayPal non regge il colpo e sprofonda in Borsa di oltre -8%.
Attenzione anche a Facebook, dopo la pubblicazione della trimestrale, che ha presentato un quadro dai toni chiaro-scuri, scatenando forti oscillazioni del titolo.
FB è scivolata fino a -5% dopo i risultati di bilancio, per poi recuperare terreno e salire fino a $194,50 nel corso della conferenza sugli utili, in cui i dirigenti hanno messo in evidenza la crescita dei prezzi delle inserzioni pubblicitarie.
Così come molte società americane, il colosso di Mark Zuckerberg ha dovuto fare i conti con gli oneri legati alla riforma fiscale Trump, che sono stati pari a 2,27 miliardi di dollari, o 77 centesimi per azione.
In generale gli utili operativi sono saliti del 61% a 7,35 miliardi di dollari mentre gli utili netti, comprensivi degli oneri fiscali per un valore complessivo di 3,19 miliardi, si sono attestati a 4,27 miliardi.
Balzo del fatturato pari a +47% a 12,97 miliardi, meglio dei $12,55 miliardi attesi dal consensus di Thomson Reuters.
L’attivo per azione è stato di $2,21, rispetto agli $1,95 attesi dagli analisti, mentre gli utenti attivi su base giornaliera sono stati 1,4 miliardi, rispetto agli 1,41 miliardi attesi dal consensus di StreetAccount.
I cambiamenti apportati dal gigante alla sua piattaforma, inclusi i controlli che hanno colpito soprattutto i video virali, hanno ridotto l’ammontare delle ore che gli utenti hanno trascorso sul social network di ben 50 milioni di ore al giorno, nel corso del quarto trimestre, per una flessione pari a -5%.
A sostenere il titolo dopo la reazione inizialmente negativa è stata la notizia dell’aumento del prezzo medio delle inserzioni pubblicitarie, pari a +43%. Le vendite generate dalla pubblicità sono cresciute inoltre nel trimestre del 48% a 12,78 miliardi.
Da segnalare che il titolo Facebook è vicino a riportare valori record, dopo aver guadagnato +43% negli ultimi 12 mesi, a fronte del +24% dello S&P 500.
L’azione non ha mai testato durante le contrattazioni regolari un valore superiore a $190,66 ed è scambiato attorno a $190,40.