Paura inflazione fredda le borse, per Dax perdita settimanale peggiore da 2016. Sell sui bond, buy sul dollaro
Il trend che l’azionario europeo ha riportato questa settimana è stato decisamente negativo. E il colpo di grazia è arrivato oggi, con la pubblicazione del report occupazionale Usa che, nel mettere in evidenza la solidità del mercato del lavoro Usa, ha anche segnalato una forte ripresa dei salari.
Il messaggio è stato subito colto dai mercati, e sia le azioni che i bond sono stati colpiti da un’accelerazione ribassista. A Wall Street il Dow Jones è sceso fino a -354 punti, scontando il balzo dei tassi sui Treasuries Usa, che sono volati oltre il 2,85% per la prima volta dal gennaio del 2014, portano le perdite settimanali dell’indice S&P 500 ad aumentare oltre -2,5%.
Effetto domino sull’Europa, dove il sell off sui bond sovrani si è intensificato, a fronte dello Stoxx Europe 600 Index, indice di riferimento dell’azionario europeo, che ha archiviato la sua quinta seduta in rosso, confermando la fase ribassista più lunga da novembre e scendendo al minimo in un mese. L’indice azionario ha ceduto l’1,27% circa.
Il Dax 30 della borsa di Francoforte è capitolato dell’1,5% circa, bucando la soglia dei 13.000 punti, riportando la flessione più forte dal novembre del 2016 con una perdita del 3,9%. Il CAC 40 della borsa di Parigi è scivolato anch’esso dell’1,5% circa, mentre la borsa di Londra ha perso mezzo punto percentuale circa.
Le vendite hanno visto protagonista anche Piazza Affari, con il Ftse Mib sceso fino a -1,4% circa. Male soprattutto Tenaris e STM, arretrate di oltre -3%. Pressione anche sulle banche, che non sono state comunque tra i titoli peggiori: si è messa inoltre in evidenza Mediobanca, tra i titoli migliori della sessione. In rosso tra i bancari Ubi Banca, UniCredit e Intesa SanPaolo.
Sell off generalizzati sui bond sovrani: i tassi sui Bund a 10 anni sono volati al record in più di due anni, allo 0,73%. I tassi dei Gilts UK sono saliti all’1,531%, al massimo in 21 mesi. Gli investitori nel reddito fisso hanno preferito posizionarsi sui bond sovrani del Giappone, consentendo ai tassi decennali di scendere allo 0,086%. Tra l’altro, proprio oggi la Bank of Japan ha agito in modo decisivo per evitare l’aumento dei tassi, offrendo di acquistare in via “illimitata” i titoli di debito a lungo termine.
Il riaccendersi delle speculazioni sulla crescita dell’inflazione ha sostenuto le quotazioni del dollaro, che sullo yen è balzato dello 0,90% circa, a JPY 110,40; euro-dollaro in calo di mezzo punto percentuale a $1,2446. Anche la sterlina è scesa nei confronti del dollaro, cedendo -0,95% a $1,4128, mentre il dollaro australiano è capitolato di ben 1-3% sul dollaro Usa, a $0,7935. Spinta rialzista del biglietto verde anche sul dollaro canadese, con il cambio USD-CAD balzato di oltre +1%, a $1,2402.