Intesa Sanpaolo: crescita sostenibile, meno rischi e costi nel piano 2021
Il Cda ha approvato il Piano di Impresa 2018-2021, il quale ha come priorità assoluta la solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore, mantenendo un’elevata patrimonializzazione e riducendo significativamente il profilo di rischio senza oneri straordinari per gli azionisti.
Secondo quanto specificato dal management del gruppo italiano, Intesa Sanpaolo è ben posizionata per beneficiare di uno scenario economico positivo e del rilevante potenziale di crescita dei ricavi per il settore bancario e assicurativo italiano, perché è leader di mercato in Italia e ha opportunità di crescita su diversi segmenti di attività, in Italia e all’estero, e di sostegno alla crescita dell’economia reale.
La formula del Piano prevede: la significativa riduzione del profilo di rischio senza costi straordinari per gli azionisti; il calo dei costi con un’ulteriore semplificazione del modello operativo: la crescita dei ricavi cogliendo nuove opportunità, come leader europeo nel Wealth Management & Protection, con forte sviluppo dell’assicurazione danni; le persone e il digitale come i fattori chiave abilitanti del Piano.
Ma c’è molto di più poiché Intesa si vuole confermare anche con questo Piano come Banca dell’economia reale e con una redditività sostenibile, che crea valore per tutti gli stakeholder, con oltre 300 miliardi di contributo all’economia nel quadriennio.
In particolare, tale contributo verrà distribuito sia per gli azionisti, per cui sono previsti dividendi cash con payout ratio dell’85% per il 2018, 80% per il 2019, 75% per il 2020 e 70% per il 2021; che per le famiglie e le imprese: nuovo credito a medio-lungo termine erogato all’economia reale per circa 250 miliardi. per le persone del gruppo: spese del personale per circa 24 miliardi e investimenti in formazione per circa un miliardo. Per i fornitori sono previsti acquisti e investimenti per circa 11 miliardi, con risvolti dunque importanti per l’indotto. Quanto al settore pubblico, Intesa prevede di pagare imposte (dirette e indirette) per circa 13 miliardi; Al terzo settore sarà riservato nuovo credito a medio-lungo termine a supporto delle imprese sociali per circa 0,7 miliardi. Per le categorie con difficile accesso al credito: erogazioni di credito con impatto sociale per circa 1,2 miliardi.
Il titolo oggi se pur in calo (-1,1%) in convergenza col crollo dei mercati sovraperforma l’indice del 1,4%.