Minute Fed tramortiscono azionario, bond e forex. Scommesse rialzi tassi al record dal 2010 (GRAFICO)
In pochi minuti il Dow Jones, che prima della pubblicazione delle minute della Fed saliva di 300 punti, è capitolato di ben 500 punti: è stato il momento in cui a captare per primi il tono più hawkish della Federal Reserve sono stati i bond. Conseguente l’aumento dei rendimenti, con quelli dei Treasury decennali, in particolare, che sono balzati al nuovo record in quattro anni.
Il dollaro ha puntato anch’esso immediatamente verso l’alto – anche se in questo momento è in ribasso nei confronti dello yen -, e l’effetto depressivo sull’euro non si è fatto attendere. La moneta unica si allontana ulteriormente dalla soglia di $1,23, e viene scambiata attorno a $1,2264.
Così, intervistato da Bloomberg TV, Evan Brown, direttore presso UBS Asset Management, ha commentato la pubblicazione dei verbali:
“I mercati stanno scommettendo sulla possibilità di una politica della Fed più restrittiva nel corso del tempo. Su base giornaliera, “ci sarà volatilità e l’azionario reagirà in modo lievemente iperattivo a fronte di un aumento dei rendimenti (dei Treasury)”.
Detto questo, “guardando in un’ottica di lungo termine, i fondamentali dell’economia (Usa) sono molto solidi”.
Le minute sono relative all’ultima riunione del Fomc conclusasi lo scorso 31 gennaio, quando i tassi sui fed funds sono stati lasciati invariati al range compreso tra l’1,25% e l’1,5%.
Il tono secondo molti esperti più hawkish ha portato le scommesse sui rialzi dei tassi prezzate dalla curva swap overnight per i prossimi dodici mesi a balzare a 74 punti base, al record dal 3 maggio del 2010.
Intervistato dalla Cnbc, Michael Arone, responsabile strategist investimenti presso State Street Global Advisors, ha fatto notare inoltre che, a dispetto della brusca reazione dell’azionario, “questo è il contesto migliore per gli indici Usa”.
“La ragione per cui i tassi stanno salendo – ha infatti precisato – è perchè l’economia sta migliorando”, e “non perchè l’inflazione sta correndo, almeno in base a quanto traspare dalla Fed”.
Ma se Goldman Sachs non esclude ora la possibilità che la Federal Reserve arrivi ad alzare i tassi per ben cinque volte nel corso di quest’anno, un attenti è arrivato da Michelle Meyer, responsabile della divisione di economia presso Bank of America Merrill Lynch che ha fatto notare come, a fronte del balzo dei tassi dei Treasury a 10 anni al nuovo record in quattro anni (al 2,95%), i tassi a due anni siano invece scesi dopo la pubblicazione dei verbali.
E “credo che ciò mostri la presenza di un dibattito sull’inflazione...Sembra che nessuno a questo punto tema comunque un suo brusco aumento” ,ha detto Meyer, che ritiene che la Fed si conformerà al piano di alzare i tassi tre volte nel corso di quest’anno, come stabilito nel dot plot presentato in occasione del meeting di dicembre.
Tornando al contenuto dei verbali della Fed, i falchi si sono focalizzati soprattutto sulla frase che recita:
“La maggior parte dei partecipanti ha notato che un outlook più solido della crescita economica ha aumentato le probabilità che una ulteriore rialzo graduale dei tassi sia appropriato”.
E’ stata quella parola “ulteriore” che ha scatenato le speculazioni su nuove strette monetarie.
Allo stesso tempo, tuttavia, nel comunicato si legge anche che “alcuni partecipanti hanno rilevato la presenza di un rischio rilevante che l’inflazione continui a confermarsi a livelli inferiori rispetto all’obiettivo della Commissione (pari al 2%)” e hanno ritenuto di conseguenza che “il Fomc può permettersi di essere paziente”.