Piazza Affari chiude settimana in lieve calo, bene Diasorin e Inwit
Piazza Affari non riesce a strappare il segno più oggi, andando comunque a mettere in archivio una settimana ampiamente positiva. Il Ftse Mib segna a fine giornata -0,36% a quota 26.721 punti. A tenere banco il dato sull’inflazione statunitense, che a novembre è balzata al 6,8% a/a, al ritmo annuale più veloce in quasi 40 anni, amplificando così la rapidità e la persistenza dell’inflazione che sta erodendo gli stipendi e aumentando la pressione sulla Federal Reserve per inasprire la politica monetaria. Fed che si riunirà settimana prossima e che a questo punto molto probabilmente imprimerà una netta accelerazione al tapering e di conseguenza la possibilità di un primo rialzo dei tassi entro metà 2022. Gli analisti di Ing rimarcano come il concetto di ‘transitoria’ legato all’inflazione è morto e la Federal Reserve assumerà una posizione più assertiva da falco alla riunione del FOMC della prossima settimana.
In Italia oggi il Tesoro ha collocato 6 miliardi di euro di titoli di Stato annuali con scadenza 14 dicembre 2022. La domanda ha toccato i 7,74 miliardi con un rapporto di copertura (bid-to-cover) di 1,19 (in calo dall’1,53 di un mese fa). Il rendimento medio di assegnazione è stato pari a -0,467%, in aumento di 7 punti base rispetto all’asta di un mese fa.
Tra i singoli titoli si conferma l’effetto piano su Unicredit con il titolo che dà seguito al rally della vigilia segnando +0,59% a 12,876 euro, sui massimi da febbraio 2020. Il piano ‘UniCredit Unlocked’ presentato dal nuvo ceo Andrea Orcel prevede dividendi e buyback per oltre 16 miliardi di euro e 3.600 nuove assunzioni. La banca prevede di arrivare alla fine del piano strategico, nel 2024, con un utile di 4,5 miliardi di euro, rispetto ai 3,3 miliardi attesi per quest’anno, e a fronte di un CET1 compreso tra il 12,5% e il 13%. Oggi gli analisti di Barclays hanno alzato il prezzo obiettivo su Unicredit da 11,6 a 13,8 euro.
Tra gli altri titoli si segnala il +0,99% di Inwit e +1,12% per Diasorin. Tra i segni meno cedono oltre l’1,5% Banco BPM e Ferrari.