Dollar Index a record tre settimane dopo Powell. Euro incerto sopra $1,22 in attesa di elezioni politiche italiane
La prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve rispetto a quelli fino a ora contemplati, fa da assist al dollaro e ai tassi sui Treasuries. Powell ha aperto alla possibilità che, quest’anno, le strette monetarie siano quattro, e non tre come indicato dal dot plot della Banca centrale, reso noto nel mese di dicembre.
Il Dollar Index è così salito vicino a 90,50 punti, al record in quasi tre settimane, e ora è scambiato a 90,414. L’apprezzamento della valuta ha messo sotto pressione l’euro, che viene scambiato in ribasso in area $1,2230. La moneta unica ha comunque recuperato terreno rispetto ai minimi delle ultime ore, anche se rimane ben al di sotto del massimo in tre anni testato a $1,2556, lo scorso 16 febbraio.
A tal proposito, gli analisti intervistati da Cnbc sottolineano che l’euro potrebbe essere oggetto di oscillazioni nei prossimi giorni, in attesa delle elezioni politiche italiane di domenica 4 marzo, e del referendum dei socialdemocratici che dovranno decidere se dare il via libera o meno alla Grande coalizione formata tra il centro destra della cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz.
Il dollaro non guadagna nei confronti dello yen, che sale anche sull’euro, dopo la notizia della decisione della Bank of Japan, di ridurre lievemente l’ammontare di acquisti di bond governativi con scadenza a 25 e 40 anni, a 70 miliardi di yen. Lo yen beneficia inoltre del suo status di valuta rifugio, riscoperto nelle ultime ore dai trader, a fronte delle vendite scattate sull’azionario.
La prospettiva di una Fed più falco spaventa di fatto chi punta sulle azioni, che nelle ultime settimane aveva già scontato l’aumento dei rendimenti dei Treasuries e il timore che i tassi potessero essere alzati più velomente. Timore confermato per l’appunto da Powell, che rende ora ancora più incerto l’outlook dell’azionario globale, che si appresta a terminare il mese di febbraio con la perdita peggiore in due anni.
Tornando al discorso di Powell, il successore di Janet Yellen alla guida della Fed ha parlato della necessità, per la banca centrale Usa, di trovare “un equilibrio tra il rischio di un’inflazione che si avvicini al target del 2% e il rischio che l’economia si surriscaldi”. Anche perchè, se l’economia si surriscaldasse, “dovremmo alzare i tassi più velocemente, e ciò aumenterebbe le probabilità di una recessione, che tende a colpire soprattutto i più vulnerabili”.
“Continuiamo ad assistere al rafforzamento del mercato del lavoro – ha messo ancora in evidenza Powell- Abbiamo visto alcuni dati che a mio avviso aumentano la fiducia che l’inflazione si stia avvicinando al suo target. Abbiamo assistito anche a un continuo rafforzamento a livello globale, e la politica fiscale è diventata più espansiva”.