Kuroda e Trump mandano in tilt forex e bond. Tassi Treasuries giù, in calo anche rendimenti Bund e BTP
Lo yen sale, sostenuto dal fattore Kuroda, mentre il dollaro accelera al ribasso, risentendo della decisione del presidente americano Donald Trump di imporre dazi doganali del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Il Dollar Index capitola sotto la soglia di 90 punti e a puntare verso il basso, mentre a Wall Street il sentiment è improntato al pessimismo, sono anche i tassi sui Treasuries.
In particolare, i tassi decennali Usa scendono fino al 2,811%, testando il minimo in tre settimane e allontanandosi ulteriormente dal massimo in quattro anni, pari al 2,957%, dello scorso 21 febbraio.
A scendere sono anche i tassi europei: quelli sui Bund tedeschi scivolano al valore più basso in cinque settimane, allo 0,618% mentre, a due giorni dall’Election Day in Italia, i tassi sui BTP toccano il minimo in due settimane, al 2,008%.
Intervistato da Reuters Cesar Perez Ruiz, responsabile della divisione di investimenti presso Pictet Wealth Management, ammette di essere sorpreso di quanto poco il mercato “stia prezzando le elezioni italiane” di domenica 4 marzo.
Tutto questo mentre il fattore Kuroda contribuisce a portare scompiglio sui mercati: per la prima volta in assoluto, infatti, il governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda ha parlato di una possibile tabella di marcia per discutere la fine del programma straordinario di stimoli monetari.
Immediata la reazione sui mercati domestici, con la borsa di Tokyo che ha chiuso la sessione scivolando del 2,5% e i tassi sui bond giapponesi che hanno puntato verso l’alto.
I mercati temono sempre di più la fine dell’era del Quantitative easing a livello globale e l’inizio di una politica monetaria sempre meno accomodante e più restrittiva: pur facendo dietrofront rispetto ai toni da falco di inizio settimana, il nuovo numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, ha aperto la porta alla possibilità che quest’anno i tassi Usa vengano alzati quattro volte; la Bce di Mario Draghi ha già iniziato a ridurre gli acquisti che effettua con il piano QE. E ora anche la Bank of Japan inizia a valutare una strategia di exit.
Kuroda ha detto di fatto che l’istituzione inizierà a valutare come uscire dal massiccio programma di stimoli monetari ancora attivo nell’anno fiscale che inizierà nell’aprile del 2019.
“In questo momento, io e i membri del Consiglio di politica monetaria riteniamo che i prezzi (l’inflazione) saliranno fino a raggiungere il target del 2% attorno all’anno fiscale 2019. E’ logico dunque che penseremo all’exit (del QE) e ne discuteremo in quel momento”, ha detto Kuroda.
L’effetto sullo yen è stato immediato; il dollaro-yen è sceso fino a JPY 105,33, in calo di quasi -0,90%; l’euro sale oltre $1,2314.