La guerra commerciale affossa le Borse. A Piazza Affari cadono Tenaris e Stm, male anche le banche
La guerra commerciale Usa-Cina affossa i mercati azionari. Da New York a Tokyo fino a Francoforte e a Milano, tutte le Borse sono appesantite dalla nuova politica commerciale di Donald Trump. Ieri il presidente americano ha firmato un memorandum per imporre contro Pechino dazi doganali per 60 miliardi di dollari. I beni oggetto dei dazi verranno indicati tra 15 giorni e altre misure relative a limitazioni di acquisto verranno proposte entro 60 giorni. Intanto però la Cina ha risposto, con il Ministero del Commercio che ha proposto una lista di 128 prodotti Usa come potenziali target della ritorsione. Oggi, come se non bastasse, dovrebbero diventare effettivi i dazi Usa su acciaio e alluminio, decisi a inizio mese. Il tema della nuova politica commerciale di Trump è al centro del vertice odierno dei capi di Stato e di Governo dell’Ue che discuterà anche dell’avanzamento delle trattative sulla Brexit e di Unione economica e monetaria.
In questo contesto, i listini asiatici si sono mossi in profondo rosso questa mattina, con Tokyo che ha chiuso con un -4,5% al minimo dallo scorso ottobre, allineandosi ai pesanti sell-off che hanno colpito Wall Street. E le vendite hanno contagiato anche le Borse europee, che hanno aperto in calo: Francoforte e Parigi cedono intorno a 1 punto e mezzo percentuale. E anche Piazza Affari si allinea al resto dei mercati, con l’indice Ftse Mib che perde l’1,5% a 22.055 punti. In Italia rimane aperta anche la questione politica dopo le elezioni del 4 marzo. Qualche sviluppo è atteso per oggi, con la prima riunione a Roma del nuovo Parlamento. Camera e Senato voteranno per l’elezione dei nuovi presidenti delle camere per dare avvio alla nuova legislatura.
Tra i titoli di Piazza Affari, Tenaris è tra i peggiori del listino principale con un ribasso del 2,8%, dopo il -6% di ieri. Il gruppo potrebbe essere penalizzato dalla possibile esenzione della Corea del Sud dai dazi Usa. I produttori di tubi del paese asiatico hanno infatti sottratto negli ultimi anni quote di mercato in Nord-America al gruppo italiano. Male anche Stmicroelecrtonics che cede oltre il 3%. Vendite anche sulle banche, con Banco Bpm che cade sul fondo del paniere con un tonfo del 3,5%.
Scampa i ribassi soltato Enel con un timido +0,1% dopo i risultati leggermente migliori delle attese. Piatta Telecom Italia dopo le dimissioni di alcuni consiglieri che erano nel mirino del fondo Elliott. Il prossimo 4 maggio è stato convocata l’assemblea per il rinnovo del Cda.