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Mercati, Gli orsi temono il Vix e il ritorno dell’inflazione

23 Marzo 2018 10:37

 

 

 

 

La parole d’ordine è ottimismo: una certa iniezione di incertezza dopo anni di vacche grasse è normale e salutare. “Mentre il cambiamento di scenario è una certezza assoluta se si considera l’evoluzione dei cicli economici ed azionari, l’aumento della volatilità e la correzione dei mercati azionari globali di febbraio hanno mostrato ancora una volta quanto questi ultimi tendano a reagire alle inversioni di tendenza nel breve termine. In questo caso, con una reazione di ragguardevoli dimensioni”, spiega David Eiswert, gestore del fondo T. Rowe Price Global Focused Growth Equity.
Secondo il gestore, alla base della maggiore perdita registrata in un singolo giorno dall’indice Dow Jones Industrial c’è stata la sorpresa scatenata dai dati in aumento sui salari USA. E così, se da un lato il miglioramento degli indicatori dell’economia reale hanno un’accezione positiva, dall’altro la prospettiva di un’inflazione in aumento, temporaneamente o in modo più sostenibile, ha indotto il mercato a riflettere sulle prospettive del post quantitative easing, e forse anche sulle prospettive di un mondo con tassi di interesse più elevati.

 

Le manovre degli orsi

 

Dato che gli investitori azionari hanno goduto di un periodo di inusuale redditività e di certezze nel 2017, il cambiamento e l’evoluzione sono sembrati probabili, e le pressioni a vendere erano l’esito più ovvio.

Questo è vero, in particolar modo, in riferimento agli orsi che hanno affilato gli artigli sull’aumento del 25% dei rendimenti dei mercati azionari globali nel 2017 – dice Eiwert – Ciò è avvenuto, naturalmente, all’apice dei rendimenti monumentali degli ultimi nove anni”.

Le previsioni del gestore relative al contesto economico sono ampiamente stabili o in miglioramento, e le quotazioni azionarie ragionevoli, viste le solide prospettive per gli utili societari.Tuttavia, abbiamo notato che il sentiment degli investitori è cresciuto molto nel corso dell’ultimo anno – dice Eiwert – Ciò premesso, ci sembrano abbastanza normali sia l’aggiustamento del mercato attorno ai nuovi dati sul “rischio” inflazione, attraverso l’innalzamento del VIX, sia il rallentamento dei mercati. Forse meno normale è stata la velocità e l’entità del ritiro dei capitali dai mercati”.
Come spiega ancora Eiwert, la salvezza degli investitori è stata che, nonostante la brusca caduta, la correzione ha azzerato solo un mese di guadagni (il 5% del rendimento di gennaio), mentre il sentiment e i mercati si sono stabilizzati a marzo. 

 

Le ragioni dell’ottimismo

Quanto all’inflazione, secondo il gestore, se da un lato l’impulso inflativo sta crescendo anno su anno rispetto al basso livello del 1° trimestre 2017, è difficile credere in un incremento significativo e duraturo dell’inflazione entrando in un nuovo regime di mercato, con tassi di interesse notevolmente più alti.

Le nostre attese – dice Eiwert – su quanto l’inflazione possa ulteriormente muoversi, rispetto ai modesti livelli attuali, trovano fondamento nelle forze deflazionistiche strutturali oggi esistenti. L’impatto epocale della tecnologia, della globalizzazione e della demografia restano venti contrari a un incremento sostenuto dell’inflazione”.

“Mentre la Fed, come avevamo previsto già ad agosto, ha iniziato a parlare con maggiore durezza dei rischi di rialzo dell’inflazione, crediamo ancora che a parità di altre condizioni, i fattori deflazionistici ostacoleranno la crescita dei prezzi nella prossima fase del ciclo rispetto ai cicli economici precedenti”, aggiunge il gestore.
Inoltre, al momento non si avverte un forte interesse delle società a impegnarsi ad aumentare sostanzialmente i livelli salariali. Pertanto, a dispetto di una quota di benefici fiscali sul trasferimento degli utili ai dipendenti nel breve termine, il ciclo inflattivo appare ancora modesto.

Il picco della volatilità di febbraio, tuttavia, è un promemoria del fatto che un graduale cambiamento di regime è fondamentale per la stabilità del mercato, in quanto dà ai mercati, alle società e ai consumatori il tempo di adeguarsi, mentre i tassi di interesse iniziano gradualmente a salire”, conclude Eiwert.