Notizie Notizie Mondo Dropbox sbarca a Wall Street. Titolo stimato in rally del 30%

Dropbox sbarca a Wall Street. Titolo stimato in rally del 30%

23 Marzo 2018 15:53

Oggi è il gran giorno del debutto di Dropbox a Wall Street. Con ticker “DBX”, la società di “storage cloud” è sbarcata sul Nasdaq a 21 dollari per azione, sopra la forbice di prezzo fissata prima a 16-18 e poi a 18-20 dollari. L’incremento è dovuto alla forte domanda che, stando alle indiscrezioni, ha superato di 25 volte i 36 milioni di pezzi messi sul mercato.  

Nonostante il momento non sia dei migliori, la vicenda Cambridge Analytica ha fatto perdere a Facebook oltre 10 punti percentuali in cinque sedute e spinto al ribasso tutto il comparo hi-tech, il titolo dovrebbe iniziare gli scambi, stando alle rilevazioni di Bloomberg, a 27,22 dollari, quasi 30 punti percentuali in più rispetto al prezzo di IPO.

Nel complesso, nelle casse della società di San Francisco sono arrivati 756 milioni di dollari per una capitalizzazione complessiva che supera gli 8,2 miliardi di dollari. Anche tenendo conto delle azioni  con restrizioni, che porta il totale a 9,1 miliardi, il dato è inferiore ai 10 miliardi di valutazione implicita legata a un finanziamento del 2014.

Nel 2017 i ricavi si sono attestati in quota 1,11 miliardi di dollari, contro gli 844,8 milioni precedenti, e l’ultima riga di conto economico ha segnato un rosso di 111,7 milioni, poco più della metà rispetto ai 210,2 milioni del 2016. A febbraio, in occasione della presentazione dei documenti per la quotazione, la società fondata nel 2007 da Drew Houston e Arash Ferdowsi ha annunciato di aver totalizzato 500 milioni di utenti registrati.

Si tratta della prima grande IPO tecnologica dopo quella di Snap e dovrebbe rappresentare un barometro per gli altri “unicorni”, le startup con una valutazione superiore al miliardo di dollari, del comparto tecnologico.

Il prossimo 3 aprile sarà invece la volta di Spotify che, valutata privatamente circa 19 miliardi di dollari, ha optato per una “quotazione diretta”. Tramite il “direct listing” le azioni vengono registrate su una piazza finanziaria, New York, e poi sono lasciate libere di essere scambiate.  Rispetto a un IPO tradizionale, si registra un forte risparmio in costi e commissioni e si evita la diluizione del capitale a seguito dell’emissione di nuove azioni. Staremo a vedere.