Spotify sbarca a Wall Street senza Ipo, ma con quotazione diretta: vale fino a $30 miliardi
Nel giorno del suo debutto a Wall Street, il titolo Spotify incassa un rialzo del 13%, chiudendo lontano dai massimi intraday. Nessun esordio con il botto per il servizio di streaming musicale più popolare al mondo.
Sbarcando sul Nyse al prezzo di 165,90 dollari per azione, rispetto al prezzo di riferimento iniziale di 132 dollari fissato dal Nyse, Spotify si conferma una società che vale poco meno di $30 miliardi. La sua capitalizzazione di mercato, al valore del prezzo di apertura di $165,90 – in rialzo del 25% rispetto al prezzo di riferimento – è pari infatti a $29,5 miliardi.
Spotify non è comunque approdata in Borsa con una operazione tradizionale di Ipo. Il canale scelto è stato quello della quotazione diretta. In questo modo, il gruppo ha risparmiato diversi milioni di commissioni che di norma vengono erogate alle banche sottoscrittrici: è stata comunque la stessa Spotify ad avvertire nel suo prospetto informativo che il trading potrebbe essere più volatile rispetto a quello che si presenterebbe con una normale procedura di Ipo.
Detto questo, il gruppo è riuscito ad attrarre un buon numero di investitori, grazie anche all’ampio bacino degli utenti – quelli attivi su base mensile ammontavano a 157 milioni in data 21 marzo. Riguardo ai risultati finanziari, l’anno scorso il fatturatp si è attestato a 4,09 miliardi di euro, in rialzo rispetto ai 2,95 miliardi del 2016.
Proprio lo scorso mese, inoltre, Spotify ha reso noto di prevedere un calo della sua perdita operativa a 230-330 milioni di euro, nel corso di quest’anno, rispetto ai 378 milioni di euro dello scorso anno.
Da segnalare che le quotazioni hanno terminato la sessione al prezzo di chiusura di $149,01, ben al di sopra del prezzo di riferimento di $132, ma in flessione di oltre -10% rispetto al prezzo di apertura a cui corrisponde la capitalizzazione di 30 miliardi di dollari circa, ovvero di $165,90.
Così ha commentato il debutto sul Nyse del titolo (sbarcato con il ticker SPOT) Daniel Ek, amministratore delegato:
“Spotify non sta raccogliendo capitali, e i nostri azionisti e dipendenti sono liberi di acquistare e vendere il nostro titolo da anni. Dunque, sebbene (con lo sbarco sil Nyse) siamo saliti su un palco più grande, ciò non cambia ciò che siamo, ciò di cui ci occupiamo, o il modo in cui operiamo”.