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Trump sfida tecnologia e commercio

8 Aprile 2018 22:53

 

 

 

 

Dopo essersi stabilizzati a metà febbraio, i mercati azionari stanno subendo una nuova correzione. Le forze trainanti di questo trend sono essenzialmente due: l’aumento dei timori circa la politica commerciale statunitense e il rischio crescente di una guerra commerciale globale; e poi le ripercussioni dello scandalo Facebook-Cambridge Analytica, come il potenziale impatto del crescente controllo governativo sulla gestione delle attività delle grandi società tecnologiche.
E’ questa l’opinione, espressa in un report dal team di analisti – capitanati dal Chief Investment Strategist, Salman Ahmed – di Lombard Odier. “Nonostante l’aumento della volatilità del mercato e la forte ondata di vendite azionarie, riteniamo che la previsione macroeconomica globale sottostante rimanga positiva”, commenta lo strategist .

Titoli tecnologici

Cominciamo dal capitolo tech. Negli ultimi giorni i titoli tecnologici sono stati esposti a forti pressioni, penalizzati dal netto crollo dei cosiddetti titoli “FAANG” (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google). L’esposizione al rischio di momentum ha avuto un certo ruolo. Tuttavia, come spiega Ahmed, la possibilità di un maggiore controllo normativo è la vera forza trainante alla base dei movimenti del prezzo delle azioni di questi titoli tecnologici mega cap.
Secondo gli strategist di Lombard Odier, il caso più serio è in assoluto Facebook, dove le possibili modifiche alle leggi sulla privacy in seguito allo scandalo Cambridge Analytica potrebbero mettere in dubbio l’attuale modello di business di Facebook, basato al momento prevalentemente sulla monetizzazione dei dati degli utenti.
Non solo. “Oltre alle questioni legate al valore fondamentale a lungo termine di Facebook, vi sono in realtà preoccupazioni più pesanti: i timori di normative più ampie (per esempio, il trattamento fiscale dell’e-commerce) e l’effetto di contagio all’intero settore, e di conseguenza, al mercato, sono notevoli”, dice Ahmed. Che aggiunge: “A nostro parere questi dubbi sono riconducibili sia alle attuali valutazioni elevate che alla dinamica passata, con il settore tecnologico che ha registrato la performance migliore”.
Conclusione: le oscillazioni attuali (che potrebbero continuare) non rappresentano una minaccia macro di per sé, soprattutto per la varia natura delle diverse società tecnologiche e per le modifiche normative che, ancora incerte in termini di ambito di applicazione e tempi, potrebbero concentrarsi su singole società.

Commercio molto rumore per nulla

Quanto al commercio internazionale, l’aumento delle minacce protezionistiche innervosisce senz’altro i mercati. Le probabilità di una vera e propria guerra commerciale sono aumentate nelle ultime settimane, in seguito all’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti sulle importazioni di acciaio, alluminio e beni provenienti dalla Cina del valore di 60 miliardi di dollari, e in seguito alla risposta della Cina di imporre dazi sui beni statunitensi per 50 miliardi di dollari.
Siamo concentrati sulla minaccia della crescita del protezionismo dall’autunno dello scorso anno e confermiamo l’opinione secondo cui le attuali rinegoziazioni NAFTA sono un buon indicatore dell’approccio ampio dell’amministrazione Trump”, dice Ahmed.

Per lo strategist sembra emergere uno schema di negoziazione nel quale gli Stati Uniti pongono forti richieste che attirano l’attenzione dei media, poi minacciano di abbandonare le trattative prima di ammorbidire, infine, le richieste. Questo sembra accadere con le regole d’origine contenute nel NAFTA. E questo si ripete per l’acciaio e l’alluminio: dopo aver annunciato i dazi ad ampio raggio e aver successivamente registrato le eventuali misure di ritorsione dei partner commerciali come l’Unione Europea, gli Stati Uniti hanno annunciato una serie di esenzioni che includono i principali partner commerciali per questi materiali.
Riteniamo che le dichiarazioni del Presidente Trump siano mirate a dimostrare al suo elettorato di base di essere seriamente orientato al protezionismo – è il parere di Ahmed – I risultati finali, tuttavia, sono molto più morbidi rispetto alle richieste originali”.

Implicazioni per gli investimenti

Per concludere, il contesto favorevole di investimento del 2017 è terminato; considerato però lo scenario macroeconomico ancora positivo di costante crescita globale solida e l’aumento dei tassi d’interesse, il team di Lombard Odier esprime una previsione positiva sulle attività di rischio.

Detto ciò, con una maggiore volatilità destinata a durare e la continua incertezza politica, gli investitori devono prestare attenzione alla loro esposizione, poiché potrebbero presentarsi delle opportunità. “Rimaniamo cautamente positivi nei confronti dei Mercati Emergenti, ma l’aumento del rischio di una guerra commerciale potrebbe continuare a pesare sulla performance fino al dissolversi dell’incertezza”, conclude Ahmed.