Notizie Notizie Italia Mps, vincolo Ue su margine operativo netto. Morelli: banca in cammino, inversione tendenza rispetto a fine 2017

Mps, vincolo Ue su margine operativo netto. Morelli: banca in cammino, inversione tendenza rispetto a fine 2017

12 Aprile 2018 12:57

Il titolo Mps apprezza le ultime novità sull’istituto e sale dell’1,80% a Piazza Affari attorno a 2,715 euro.  Nel giorno in cui è riunita l’assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio del 2017, fiducia nella banca e nei suoi miglioramenti è stata espressa dall’AD Marco Morelli. Morelli ha annunciato inoltre un grande passo in avanti per la banca senese:

“Entro fine aprile riceveremo l’attribuzione dei rating sulle tranche della cartolarizzazione degli Npl. Una volta pubblicati i rating, nella prima settimana di maggio partirà il marketing con gli investitori istituzionali. Partirà il processo per ottenere la Gacs (garanzia pubblica) sulla tranche senior, quella investment grade”.

“L’obiettivo è chiudere il processo della cartolarizzazione entro fine maggio e i primi giorni di giugno, un mese prima di quanto inizialmente previsto“.

In generale, fa notare Morelli parlando della situazione in cui versa l’istituto, “il percorso (intrapreso dalla banca) è lungo e difficile, serve il supporto dei soci”, ma “quello che ci eravamo posti come target all’inizio dell’anno (2017) siamo riusciti a chiuderlo, e non era assolutamente scontato”.

A questo punto, “il 2018 è l’anno più importante per la storia della banca, per i suoi dipendenti e i suoi clienti“, e l’istituto è proiettato a “raggiungere gli obiettivi del piano” 2017-2021.

Detto questo, ha sottolineato l’AD, “ci saranno cose che raggiungeremo in anticipo, altre con uno sviluppo più lento”.

Tra le altre cose, nel corso dell’assemblea è stato rivelato anche il contenuto delle risposte scritte di Mps alle domande di alcuni soci.

Tra queste, si è messa in evidenza quella in cui la banca ha affermato che l’Ue ha fissato un target sul margine operativo netto del 2018, pari a un range compreso tra 1,2 e 1,6 miliardi.

La banca è di fatto sottoposta ai vincoli della Commissione europea, che l’anno scorso ha detto sì all’operazione di ricapitalizzazione precauzionale con cui Il Tesoro italiano ha fatto il suo ingresso come azionista di maggioranza, fissando tuttavia alcuni paletti.

Sul target del margine netto, nella risposta scritta di Mps si legge che l’impegno “si ritiene altresì rispettato qualora il livello del Roe programmato per l’esercizio di riferimento non sia al di sotto dei livelli prefissati”.

Il punto, tuttavia è che, se non riuscirà a rispettare gli impegni presi con la Commissione europea, che si riferiscono al triennio 2018-2020, Mps dovrà procedere a ulteriori riduzioni dei costi per 100 milioni. Sempre a causa dei vincoli di Bruxelles.

Occupazione dunque a rischio?

Rassicurazioni in merito sono arrivate dall’amministratore delegato Marco Morelli, che ha detto che “non ci sarà nessun “taglio massivo dei costi e dell’occupazione”: questo, nonostante le riduzioni siano previste dal piano di ristrutturazione concordato con la Commissione europea.

Piuttosto, ha precisato il CEO, i tagli saranno coerenti con i target stabiliti dal piano. L’AD ha voluto togliersi anche un sassolino dalla scarpa, affermando che “avrebbe potuto finire anche in modo diverso, con una decisione che avrebbe implicato la mancanza di un corpo unico della banca, una riduzione notevole del corpo occupazionale”.

Un altro particolare che è arrivato  tramite una risposta scritta da Mps  alla richiesta di un socio, è rappresentato da quei crediti nei confronti di 13 partiti politici che, a fine 2017, la banca ha vantato per complessivi 10 milioni. Di questi, 9,7 milioni sono deteriorati, di cui 8,2 in sofferenza e rientranti nell’operazione di cessione e cartolarizzazione delle sofferenze. 

Guardando al business di Mps, Morelli ha indicato anche che, “rispetto alla fine del 2017, abbiamo una inversione di tendenza. Una ripresa degli impieghi vivi lordi“. Non solo: “Stiamo aumentando la raccolta commerciale nonostante il taglio del costo della raccolta. Un segno che la banca si rimette in cammino”.

Non poco, per una banca che, come ha detto l’AD, nelle trattative con Bruxelles per la ricapitalizzazione precauzionale ha rischiato “lo spezzatino”.