Notizie Notizie Mondo JP Morgan: utili e fatturato al record di sempre. Volatilità e riforma fisco Trump premiano colosso di Dimon

JP Morgan: utili e fatturato al record di sempre. Volatilità e riforma fisco Trump premiano colosso di Dimon

13 Aprile 2018 16:08

Al via la stagione degli utili dei colossi finanziari di Wall Street. A dare il via alla diffusione delle trimestrali sono stati JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo. Le aspettative per il comparto sono elevate. Stando a quanto emerge dalla società di ricerca sugli investimenti CFRA, la comunità degli analisti ha rivisto di fatto al rialzo l’outlook sulla crescita dei profitti del settore finanziario a +24%, dal +10,7% precedente dello scorso 1° gennaio.

Tra gli 11 sottoindici che monitorano il trend di altrettanti settori nello S&P 500, soltanto quello del comparto energetico è stato interessato da revisioni dell’outlook più elevate.

L’effetto delle trimestrali delle banche su Wall Street è decisamente considerevole, se si considera che i titoli finanziari incidono sulla capitalizzazione dello S&P 500 per il 14,7%, la seconda maggiore incidenza sul listino dopo quella dei titoli hi-tech.

Le notizie che sono arrivate nelle ultime ore hanno per alcuni versi soddisfatto le alte aspettative, in modo diverso a seconda dei casi.

JP MORGAN

Sicuramente, i risultati di JP Morgan Chase non sono stati deludenti. Tutt’altro: nei primi tre mesi del 2018, la prima banca americana per valore degli asset ha visto sia il fatturato che gli utili balzare al record di tutti i tempi, complici i risultati altrettanto da record che sono stati riportati dalla divisione di trading dell’azionario.

Dal comunicato è emerso anche che nove delle 11 principali linee di business hanno assistito a un rialzo del fatturato.

I profitti trimestrali sono saliti a $8,7 miliardi, o $2,37 per azione, rispetto ai $6,45 miliardi, o $1,65 per azione, dello stesso periodo del 2017: il risultato è stato migliore delle attese, visto che Thomson Reuters aveva previsto un attivo per azione di 2,28 per azione.

Il fatturato di JP Morgan è balzato del 10%, a $28,5 miliardi, mentre le spese sono salite del 5% a $16,1 miliardi.

La volatilità dei primi tre mesi dell’anno – che è continuata a crescere anche nei mesi successivi fino a oggi – ha dato una spinta alla divisione di trading.

Stando a quanto riporta Bloomberg, il trading azionario ha contribuito al fatturato con $2,02 miliardi: un giro d’affari, quello dell’unità, che è salito del 26% battendo le attese del consensus. Il fatturato della divisione di trading dei bond è inoltre cresciuto dell’8% a $4,55 miliardi. La banca ha tuttavia precisato che il giro d’affari della divisione di reddito fisso è stato piatto su base netta, ovvero escludendo i guadagni straordinari.

JP Morgan ha beneficiato dei quattro rialzi dei tassi che la Fed ha varato dall’inizio del 2017: la prova è nel rialzo del margine di interesse netto, che è salito del 9%, a $13,5 miliardi. La banca ha detto inoltre di prevedere che il margine netto si attesterà attorno a $55 miliardi nel 2018, in linea con i target per l’intero anno che aveva reso noto in precedenza. 

L’effetto del taglio delle tasse contenuto nella riforma fiscale di Trump si è fatto inoltre sentire in termini positivi, visto che la tassazione nel primo trimestre è stata pari al 18%, in flessione rispetto al 23% dello scorso anno. L’istituto ha comunicato che quest’anno la tassazione effettiva sarà del 20% circa, rispetto al 19% circa stimato nel mese di gennaio. 

Il titolo JP Morgan ha reagito con un rialzo a Wall Street, per poi virare in territorio negativo. Da segnalare che l’azione ha guadagnato il 6% dall’inizio dell’anno fino alla chiusura delle contrattazioni nella sessione di ieri.

CITIGROUP

Il balzo della volatilità che si è scatenato sui mercati soprattutto a causa dei vari tweet infuocati di Trump ha portato fortuna anche a Citigroup.  Così come nel caso di JP Morgan, Citigroup ha dimostrato che le banche sono capaci di trarre benefici dalle turbolenze dei mercati azionari. 

In generale, gli utili netti dell’istituto sono saliti del 13% a $4,6 miliardi, riportando la crescita più forte dal secondo trimestre del 2015, per un valore di $1,68 per azione. La media delle attese degli analisti intervistati da Bloomberg era per un attivo per azione di $1,62. 

Il fatturato è salito del 2,8%, a $18,9 miliardi, in linea con le aspettative. A sostenere il giro d’affari, il balzo del fatturato della divisione di trading sull’azionario, pari a +38% a $1,1 miliardi nel primo trimestre, al di sopra dei $909 milioni attesi in media da sette analisti intervistati da Bloomberg e al livello più alto dal 2010.

In calo invece il fatturato della divisione di trading del reddito fisso, che è sceso del 7% a $3,4 miliardi, deludendo le attese di $3,7 miliardi.

Giù anche la divisione di investment bank, con il fatturato che è calato del 10%, a $1,1 miliardi.

Il giro d’affari legato alle operazioni di underwriting del debito si è confermato invece in linea con le stime, a $699 milioni, mentre le commissioni di consulenza per le fusioni e di sottoscrizione delle azioni hanno mancato l’outlook.

La banca ha reso noto che la tassazione nel trimestre è stata pari al 24%, rispetto al 25% che aveva previsto a gennaio. Le spese operative sono salite dell’1,9% a $10,9 miliardi, in linea con le attese.

WELLS FARGO

Crescita degli utili anche per Wells Fargo. I profitti relativi al primo trimestre del 2018 sono saliti del 5,5%, a $5,94 miliardi, o $1,12 per azione, meglio degli $1,06 per azione dello stesso periodo del 2017. Il fatturato è tuttavia sceso, attestandosi a $21,9 miliardi, rispetto ai $22,3 miliardi precedenti. 

La banca è sotto i riflettori dopo che, all’inizio di febbraio, la Federal Reserve l’ha sanzionata, ritenendola responsabile di non essere riuscita a gestire in modo appropriato i controlli sul rischio.

La banca centrale Usa ha impedito a Wells Fargo di superare la soglia di $1,95 trilioni di asset che ha riportato alla fine del 2017, a causa di “diffusi abusi nei confronti dei consumatori”.

Da segnalare che nel settembre del 2016, la banca di San Francisco ha raggiunto un accordo del valore di $185 milioni per aver aperto fino a 3,5 milioni di conti a insaputa dei clienti con informazioni fittizie o non autorizzate. 

WALL STREET

Titoli JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo giù a Wall Street. JP Morgan cede l’1,83%, Citigroup più del 2%, Wells Fargo più del 3%. I titoli fanno dietrofront, scontando il peggioramento del sentiment sull’azionario, zavorrato dalle preoccupazioni geopolitiche e commerciali.