Petrolio in calo del 2%, ma Goldman Sachs rimane bullish anche con Omicron. Non esclude prezzi a $100 nel 2022
Goldman Sachs non teme troppo la variante Omicron e rimane bullish sui prezzi del petrolio, ritenendo che un barile a 100 dollari sia una possibilità per il 2022.
I prezzi del petrolio rimangono oggi sotto pressione, con i futures sul WTI che arretrano alle 12.30 circa ora italiana dell’1,91% a $70,99 e i futures sul Brent che cedono -1,8% a $73,65.
Damien Courvalin, responsabile della divisione di ricerca sull’energia di Goldman Sachs, ha detto di credere che la domanda di petrolio testerà nuovi massimi nel 2022 e anche nel 2023.
“Abbiamo già assistito a una domanda record prima di questa ultima variante. A questo si deve aggiungere la richiesta più alta di carburanti e il fatto che l’economia mondiale sta ancora crescendo. Vedrete come la domanda testerà un nuovo record storico nel 2022 e, ancora, nel 2023”.
Per il settore viaggi alle prese di nuovo con l’incubo Covid, Courvalin ha sottolineato che “dovremo aspettare che passi questa ondata, ma le previsioni sono di una ulteriore ripresa, l’anno prossimo, dei viaggi internazionali”.
L’outlook è di prezzi del petrolio che saranno in media di $85 al barile nel 2022, con un rischio al rialzo sui prezzi di 5-10 dollari in più.
Non è inoltre escluso che le quotazioni tocchino quota $100.
Due fattori dovranno essere monitorati: il primo contempla la possibilità che si verifichi un aumento dei costi per le società petrolifere in corrispondenza dell’aumento della produzione:
“L’inflazione è ovunque nell’economia e, alla fine, ci sarà anche nel settore dei servizi petroliferi”. L’altra strada è il rischio che l’offerta di petrolio non riesca a centrare la domanda. In ogni caso, per Courvalin “è piuttosto concepibile” che i prezzi balzino fino a $110.