Notizie Notizie Mondo Guerra dei dazi, Le opportunità di investimento tra Giappone, tecnologia e healthcare

Guerra dei dazi, Le opportunità di investimento tra Giappone, tecnologia e healthcare

17 Aprile 2018 19:47

 

 

 

Un’eventuale guerra commerciale vedrebbe vincitori e vinti? La domanda se la sono posta gli strategist di Gam, poiché le implicazioni per i portafogli di questo dilemma non sono affatto piccole.
La risposta per ill team di Gam è negativa: una guerra commerciale non avrebbe alcun vincitore.

Secondo Michael Lai, responsabile delle strategie azionarie Cina e Asia-Pacifico di GAM, i nuovi dazi americani, e relative contromisure cinesi, rappresentano in realtà l’inizio di una strategia di negoziazione per raggiungere qualche compromesso: “Ovviamente – dice Lai – i mercati risponderanno a un aumento dell’incertezza con un sell-off. La speranza è che a prevalere sia la razionalità e che la Cina assuma una posizione più moderata al riguardo”.

Con queste premesse la fase attuale rappresenta un’opportunità per fare acquisti,Poiché la realtà economica della Cina dell’azionario locale non è così critica come molti credono. E l’economia cinese è tornata in equilibrio nel corso degli anni, tanto che attualmente la domanda interna rappresenta il 55% del Pil”.
 
Acciaio sotto pressione

 

Anche se le tensioni Usa-Cina sembrano in questo momento in diminuzione, sarebbe poco saggio escludere la possibilità di azioni e reazioni nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Tuttavia, come spiega Hans Ulrich Jost, investment manager per l’azionario europeo di GAM, è difficile vedere come gli USA potrebbero beneficiare delle imposizioni di dazi e contromisure:.

A causa dei mancati investimenti in infrastrutture chiave nel corso degli ultimi quarant’anni, i centri di produzione di acciaio statunitense sono inefficienti, obsoleti e incapaci di competere con i produttori di alto livello oltreoceano, indipendentemente da una tassa sulle importazioni del 25%”, spiega lo strategist.

Inoltre, secondo Jost, a queste condizioni, i principali player statunitensi nella produzione aerospaziale, dell’automotive e dell’industria pesante non legata all’alluminio dovranno pagare costi significativamente più alti per le materie prime e per la creazione immateriale di posti di lavoro negli Usa.

 

Opportunità per l’Europa

 

Che sia guerra o strategia di negoziazione, in ogni caso sarà anche un’opportunità per i produttori di acciaio europei, come il leader olandese del settore, il cui business è incentrato sull’acciaio ad alte prestazioni, che gli USA non sono in grado di produrre.

“Bisogna anche considerare che le eventuali contromisure adottate dalla Cina comporteranno molto probabilmente costi molto più alti per le componenti elettroniche a produzione cinese, dai quali gli Stati Uniti sono fortemente dipendenti”, aggiunge Jost.
 
Il Sol Levante

 

Difficile, secondo Ernst Glanzmann, responsabile strategie azionarie di GAM per il Giappone, giungere a conclusioni chiare in tema di scelte di investimento, in quanto molto dipende dalle peculiarità delle singole supply chain: “In generale – dice – crediamo sia impossibile prevedere le dinamiche che interesseranno il mercato nella sua totalità e gli effetti che avranno”.

Inoltre, sebbene sarebbe semplice dire che le implicazioni di una guerra dei dazi saranno negative, è necessario considerare che le difficoltà di una società sono spesso un’opportunità per un’altra.

“Crediamo che serva più tempo per vedere come si svilupperanno queste dinamiche, ma crediamo anche che una guerra commerciale dovrebbe rendere più evidente l’importanza di un approccio attivo agli investimenti nell’azionario giapponese”, aggiunge Glauzmann.
 
Puntare sulla domanda interna

 

Facciamo ora due conti. L’introduzione da parte del presidente Trump di un dazio del 25% sui 50-60 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina ha portato come contromisura a tasse su 3 miliardi di dollari di prodotti statunitensi. In ogni caso, come spiega Jian Shi Cortesi, portfolio manager per l’azionario asiatico e cinese, la maggior parte del fatturato delle società quotate cinesi e asiatiche dipende solo in minima parte dalle esportazioni verso gli Usa.

I dazi e i rischi connessi a una guerra commerciale potrebbero tuttavia impattare alcuni settori specifici come la strumentazione per le comunicazioni e l’elettronica”, dice Shi Cortesi. Che aggiunge: “La nostra strategia di investimento ha una preferenza per le società basate sulla domanda interna o sulla domanda del mercato asiatico, come quelle attive nei settori healthcare, servizi finanziari, tecnologia e beni di consumo”. Questi settori non sarebbero direttamente toccati dai dazi e da un’eventuale guerra commerciale. “Viceversa, le società statunitensi che hanno un’esposizione significativa alla Cina in termini di fatturato potrebbero incontrare difficoltà se la Cina dovesse colpire gli interessi delle società statunitensi sul territorio cinese”, conclude lo strategist.