Europa: immatricolazioni auto in frenata a marzo (-5,2%). Fca segna -8%, ma Jeep continua a brillare
Prima battuta d’arresto dell’anno per il mercato dell’auto in Europa. Nell’Europa dei 28 più le nazioni aderenti all’Efta sono state immatricolate 1.836.960 vetture, evidenziando un calo del 5,2% rispetto a un anno fa. Numeri snocciolati stamattina dall’Acea, l’associazione dei costruttori di auto in Europa. “E’ un risultato negativo su cui pesa sicuramente il fatto che in molti paesi le giornate lavorate nel mese sono state una o due in meno rispetto al marzo 2017”, commenta in prima battuta il Centro Studi Promotor (Csp), secondo il quale iniziano a comparire i primi “segnali di disorientamento del pubblico sul diesel“. La demonizzazione del diesel potrebbe iniziare a spingere, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Csp, i numerosi automobilisti che posseggono un diesel pronto ormai per la sostituzione a rinviare l’acquisto della nuova auto. E ciò essenzialmente per valutare le alternative al diesel che, tra l’altro, comportano tutte costi di esercizio più elevati. Se questa ipotesi trovasse conferma, conclude Quagliano, dovremmo rivedere tutte le previsioni sulle immatricolazioni in Europa per il 2018.
Le tendenze di marzo nei mercati principali…
Come di consueto, sulle vendite nell’Unione Europea e nell’Efta la parte del leone l’hanno fatta gli acquirenti dei cinque maggiori paesi: ossia Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna con il 75,9% del totale delle immatricolazioni. Il mercato più importante in quest’area è stato, come sempre quello tedesco. In questo paese le immatricolazioni di marzo sono state 347.433 con un calo del 3,4%, ma con due giorni lavorati in meno che complessivamente valgono circa il 9% del risultato mensile. “Ne consegue che la domanda di autovetture continua ad essere ben intonata tantoché il risultato ottenuto nell’intero primo trimestre (878.611 vetture) è il migliore registrato dal 2000”, sottolineano da Csp.
Guardando al mercato italiano, il mese di marzo è stato chiuso con un calo del 5,8%, mentre il primo trimestre limita la perdita all’1,55%. Quali sono le possibili ragioni della fase di stanca del mercato italiano?
“Innanzitutto, dopo la crescita impetuosa del triennio 2015-2016-2017, una pausa è del tutto fisiologica – affermano da Csp -. In secondo luogo le case hanno frenato sui chilometri zero sia perché ve ne sono molti da smaltire nelle reti di vendita sia perché, in alcuni casi, preferiscono privilegiare i margini. Un terzo e decisivo fattore che influisce sui potenziali acquirenti di autovetture nuove (ed anche di “usato” a chilometri zero) sono le incertezze del quadro politico”.
Fca fa peggio del mercato, vendite giù dell’8% a marzo
In questo contesto di cali, Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso il mese di marzo con 120.600 vetture (-8%) per una quota di mercato che passa dal 6,8% al 6,6 per cento. Nonostante la flessione, arrivano indicazioni ancora positive dai brand Jeep e Alfa Romeo. Il primo marchio ha visto le registrazioni aumentare del 42,3% nel mese, mentre il marchio Alfa Romeo ha registrato un +8,6 per cento.
“Tra i modelli sono da segnalare i risultati ottenuti dalla nuova Compass – che nel trimestre ha immatricolato quasi 18.500 vetture e si sta rapidamente affermando sul mercato – e della Renegade che si conferma tra le top ten del suo segmento in Europa mentre in Italia è seconda solo alla 500X, con una quota del 13,9 per cento”, indicano da Fca.